Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ribadito il suo impegno a pubblicare la documentazione relativa all'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy. Ieri, durante un raduno a Washington precedente al suo insediamento, Trump ha affermato che la sua amministrazione pubblicherà anche la documentazione relativa agli assassini di Robert F. Kennedy e Martin Luther King (oggi è l'MLK Day, dedicato alla memoria del pastore battista e leader dei diritti civili). "Nei prossimi giorni renderemo disponibili al pubblico tutti i documenti rimasti sugli assassini del presidente John F. Kennedy, di suo fratello Robert e di Martin Luther King - ha detto -. Documenti molto importanti".
Una promessa elettorale quella sui Kennedy. Durante la corsa alla Casa Bianca, infatti, Trump ha più volte detto a Robert Kennedy Jr – che prima di appoggiare il Tycoon si era candidato da indipendente -, che se avesse vinto le elezioni avrebbe messo mano ai file segreti sul delitto di suo padre e suo zio.
Nel 2017, durante il suo primo mandato, Trump fece pubblicare 2800 file segreti sul magnicidio di John Fitzgerald Kennedy. Si accesero subito le speranze che quei documenti potessero in qualche modo contribuire a chiarire alcuni aspetti - cosa che poi avvenne -, anche se Trump accolse immediatamente la richiesta di FBI e CIA di non rendere pubbliche altre migliaia di file, sempre legati al caso.
La Cia fece sapere che tra i faldoni secretati, alcuni dei quali degli anni Novanta, vi erano i nomi di agenti segreti, come pure metodi specifici di intelligence e collaborazioni, vitali per proteggere la sicurezza del Paese. Appassionati, storici e giornalisti erano dubbiosi. Trump, però, non batté ciglio e in un memorandum scrisse che seppure “l'opinione pubblica americana aspetta - e merita - che il suo governo fornisca il maggiore accesso possibile agli atti sull'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy in modo che la gente possa finalmente essere pienamente informata su tutti gli aspetti di questo evento cruciale”, non aveva "alcuna scelta (al tempo, ndr) se non accettare" le censure proposte dai dipartimenti e dalle agenzie della sua amministrazione "piuttosto di consentire un danno irreparabile alla nostra sicurezza nazionale". Un rinvio temporaneo necessario “per evitare danni alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, alle forze dell'ordine, o alla conduzione di relazioni straniere che sono di tale serietà da pesare più del pubblico interesse nella pubblicazione immediata".
Ora quella promessa fatta da Trump a Kennedy jr, che nel frattempo è diventato Ministro della Sanità, sembra restare in piedi. Anzi, stando alle dichiarazioni del presidente Usa è solo questione di giorni.
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