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Domani entrerà in vigore con il rilascio di oltre 700 palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani. Centotredici vittime nei raid dall’annuncio della tregua

Il governo israeliano ha approvato l'accordo con Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi siglato durante la notte tra giovedì e venerdì a Doha. L'accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio. Lo ha comunicato l'ufficio del premier Benjamin Netanyahu.

Secondo quanto riportato dai media ebraici, 24 ministri hanno votato a favore e otto contro. L'accordo dovrebbe entrare in vigore domenica. Ora la parte che si opponeva all'intesa potrà presentare una petizione all'Alta Corte di Giustizia, anche se è improbabile che la corte intervenga.

L'esercito israeliano (Idf) ha confermato che il cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore domani alle 8.30. "L'Idf si sta preparando ad attuare l'accordo per la restituzione degli ostaggi approvato dai vertici politici nella notte di sabato”, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram. L'accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio alle 8.30 e, come parte di esso, le truppe dell'Idf attueranno le procedure operative sul campo in conformità con gli accordi stabiliti.

In cambio dei primi 33 ostaggi da liberare, Israele rilascerà oltre 737 detenuti palestinesi. La lista comprenderebbe infatti anche alcuni prigionieri che stanno scontando condanne all'ergastolo per omicidio, tra cui membri di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del movimento Fatah, al potere nell'Autorità Nazionale Palestinese. In una nota, il Ministero della Giustizia afferma che il primo gruppo di prigionieri destinati alla liberazione non verra rilasciato prima delle 16 di domenica. Come parte della prima fase dell'accordo del cessate il fuoco tra Israele e Hamas a Gaza, "il governo approva il rilascio di 737 prigionieri e detenuti sotto la custodia dell'amministrazione carceraria", ha dichiarato il ministero in un comunicato. E tra i prigionieri da rilasciare c'è Zakaria Zubeidi, che sarebbe responsabile di diversi attacchi contro civili israeliani ed ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, l'ala armata del partito Fatah, evaso da una prigione israeliana nel 2021. Zubeidi non verrebbe inviato all'estero. Dopo il voto del governo, il Ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato infatti un altro elenco di prigionieri palestinesi destinati a essere rilasciati durante la prima fase dell'intesa sul cessate il fuoco con Gaza.

Sterminata una famiglia di cinque persone, dall’annuncio della tregua 113 vittime

Intanto nella notte cinque membri di una stessa famiglia sono stati uccisi in un bombardamento israeliano nel sud della Striscia di Gaza. Le vittime sono una coppia e i loro 3 figli, morti nel raid che ha colpito una tenda per sfollati nella periferia della città di Al-Qarara, a nord di Khan Yunis. Lo riporta l'agenzia Wafa.

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 46.899, di cui 23 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 110.725, secondo la stessa fonte. Il ministero della Salute palestinese ha comunicato inoltre che sono 113 i palestinesi uccisi dall’esercito israeliano dall’annuncio del cessate il fuoco.

I familiari degli ostaggi a Netanyahu: “Ora i negoziati per la seconda fase dell’accordo”

Nuovo appello al governo israeliano del Forum dei familiari degli ostaggi e dei dispersi. Chiedono all'esecutivo di Benjamin Netanyahu di iniziare a lavorare per negoziare l'attuazione delle prossime fasi dell'accordo con Hamas prima di quanto previsto dall'intesa annunciata e ricordano che oggi ricorre "il secondo compleanno di Kfir Bibas", il più piccolo degli ostaggi, che ha "trascorso entrambi i suoi primi compleanni prigioniero di Hamas". "Noi, parenti dei 98 ostaggi, accogliamo con favore l'accordo volto a riportare a casa tutti gli ostaggi. Questo rappresenta uno sviluppo significativo e cruciale che ci avvicina al momento in cui vedremo tutti gli ostaggi tornare a casa, quelli in vita per tornare a vivere con le loro famiglie e i defunti per una giusta sepoltura - si legge in un comunicato rilanciato dal Times of Israel - Chiediamo con urgenza accordi rapidi per garantire che tutte le fasi dell'accordo siano attuate e sottolineiamo che i negoziati per le prossime fasi dovrebbero iniziare prima del sedicesimo giorno".

Onu, pronto cibo per un milione di persone per tre mesi

Ottantamila tonnellate di cibo, sufficienti per sfamare un milione di persone per tre mesi, sono in attesa di entrare a Gaza il prima possibile, in vista del cessate il fuoco. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite nel corso dell'incontro quotidiano con i media.

Anche l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia e l'adolescenza, si è già mobilitato per portare aiuti immediati alla popolazione di Gaza in vista dell'inizio del cessate il fuoco temporaneo di domattina: lo ha riferito la portavoce Rosalia Bollen, parlando con l'emittente Al Jazeera. "Come Unicef - ha detto - abbiamo 1.300 camion di aiuti pronti a entrare, e altri 700 camion che seguirebbero immediatamente. Non siamo soli”, assicura, riferendo che sul terreno ci sono anche "altri attori umanitari mobilitati per avere queste forniture pronte". La responsabile parla dal campo profughi di al-Mawasi a Gaza: "Qui - riferisce ancora - molte famiglie sono arrivate, in fuga da Gaza City, nel nord, e ora vorrebbero tornare alle loro case". Pertanto "possiamo aspettarci uno spostamento della popolazione che sarà caotico da sud a nord e che richiederà anche che il centro di gravità dell'operazione umanitaria si adatti e si muova insieme alla popolazione".

Anp raggiunge accordo con miliziani Hamas e Jihad Islamica a Jenin

L'Autorità nazionale palestinese ha raggiunto un accordo con i miliziani armati del Battaglione Jenin, mettendo fine all'operazione militare in corso da oltre un mese nell'omonima città nel nord della Cisgiordania. In base all'intesa, squadre civili entreranno nel campo per ripristinare le infrastrutture idriche ed elettriche, mentre le squadre di sicurezza neutralizzeranno tutti gli esplosivi nell'area. Secondo fonti riprese dai media, membri specifici del Battaglione Jenin - che unisce militanti delle brigate Qassam di Hamas, delle brigate al-Quds della Jihad Islamica e delle brigate Martiri di al-Aqsa di al-Fatah - dovranno consegnare le loro armi e sarà garantito loro un giusto processo, mentre sarà consentito alle forze di sicurezza dell'Anp di operare liberamente nel campo profughi. Inoltre, verrà istituita una commissione d'inchiesta per indagare sugli eventi che hanno portato all'uccisione di civili nel campo e chiunque risulti coinvolto verrà processato.

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