Nel frattempo, uno studio indipendente su The Lancet parla di "oltre 70mila morti a Gaza"
Si avvicina il 27 gennaio e con esso cresce la tensione all’interno dell’Unione Europea, questa volta legata alla possibile partecipazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Il presidente polacco Andrzej Duda ha chiesto al governo di Varsavia di garantire l’immunità a Netanyahu nel caso decida di partecipare all’evento. Secondo quanto dichiarato da Malgorzata Paprocka, capo della cancelleria presidenziale, Duda ritiene che ogni rappresentante delle autorità israeliane debba avere l’opportunità di presenziare a una commemorazione di tale importanza storica.
Duda ha formalizzato la richiesta inviando una lettera al primo ministro polacco Donald Tusk, sollecitando misure che permettano la partecipazione di Netanyahu. La situazione è resa complicata dal mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) contro il primo ministro israeliano il 21 novembre, per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra legati all’operazione militare di Israele a Gaza, condotta in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
La questione ha attirato l’attenzione delle istituzioni europee. Anouar El Anouni, portavoce per gli affari esteri della Commissione europea, ha ribadito il sostegno dell’Unione Europea alla CPI, sottolineando l’importanza di rispettare la sua indipendenza e imparzialità. Tuttavia, ha precisato che non spetta alla Commissione eseguire i mandati d’arresto, aggiungendo che al momento non è noto se Netanyahu prenderà parte alla cerimonia.
L’Unione Europea ha riaffermato il suo impegno per la giustizia penale internazionale e la lotta contro l’impunità, invitando tutti gli Stati a cooperare con la Corte, incluso l’adempimento dei mandati d’arresto pendenti. Questa posizione, già espressa nelle conclusioni del Consiglio del 2023, evidenzia una linea chiara ma che potrebbe complicare ulteriormente le relazioni con alcuni Stati membri, nel contesto di un evento commemorativo dal profondo significato storico e politico.
Gaza, cifre sottostimate. Ricerca britannica: "Morti sono già 70mila"
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza potrebbe essere significativamente più alto di quanto riportato ufficialmente. Un'analisi indipendente condotta dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine, guidati dall'epidemiologa Zeina Jamaluddine, e pubblicata sulla rivista The Lancet, suggerisce che il numero reale dei morti potrebbe aver già superato i 70mila, con un margine di sottostima del 40% rispetto ai dati del Ministero della Salute palestinese.
Secondo lo studio, tra l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e il 30 giugno 2024, le vittime della guerra a Gaza sarebbero state circa 64.260, contro i 37.877 decessi ufficialmente riportati per lo stesso periodo. A gennaio 2025, il Ministero riferisce un totale di 46.006 vittime in 15 mesi di conflitto. Tuttavia, i ricercatori stimano che già lo scorso ottobre il numero dei decessi traumatici avesse superato quota 70.000, a cui si aggiungono ulteriori perdite dovute all'interruzione di servizi essenziali, come l'assistenza sanitaria, l'accesso a cibo e acqua, e l'igiene.
Questa cifra impressionante rappresenta circa il 3% della popolazione di Gaza, con il 59% delle vittime costituito da donne, bambini e anziani. L'analisi ha utilizzato il metodo statistico di cattura-ricattura, incrociando dati da fonti diverse, tra cui registri ospedalieri, sondaggi online e necrologi pubblicati sui social media.
La sottostima sarebbe dovuta al collasso delle infrastrutture sanitarie di Gaza e all'impossibilità di documentare accuratamente i decessi durante i bombardamenti. "Le nostre scoperte indicano una sottostima del 41% dei decessi per lesioni traumatiche", ha dichiarato Jamaluddine, sottolineando l'urgenza di interventi per proteggere i civili e prevenire ulteriori tragedie. Anche l'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per l'elevato numero di vittime civili.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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