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Nasconde un segreto l'uccisione di Francisco Luis Correa Galeano.
Questi, sicario e testimone chiave dell'omicidio del procuratore paraguaiano Marcelo Pecci (in foto) era recluso nel carcere di Bogotà, come avevano raccontato i nostri collaboratori Jean Georges Almendras e Jorge Figueredo, prese parte all'assassinio del magistrato, avvenuto il 10 maggio 2022 nella spiaggia Barú di Colombia, mentre si trovava con la moglie - allora incinta - in luna di miele.
E' stato pugnalato all'interno della sua cella da un altro detenuto, Zuleta Márquez Samuel, membro dell'organizzazione criminale-narco militare denominata “Los Paisas”. 
C'è chi vorrebbe archiviare il caso come un semplice fatto di "intolleranza" interna al mondo carcerario, ma la realtà potrebbe essere ben diversa.
Perché Correa Galeano, dopo la sua condanna, aveva iniziato a dire qualcosa sul delitto Pecci, tirando in ballo persino l’ex presidente del Paraguay Horacio Cartes e Miguel Insfran, alias Tio Rico.
L'omicidio del magistrato paraguaiano rientra pienamente nella casistica dei delitti eccellenti. Basta pensare alle modalità adottate (è stato seguito e pedinato con appostamenti per vedere quando usciva e rientrava in albergo), ma soprattutto al lavoro che Pecci stava svolgendo nella lotta al narcotraffico. Proprio negli ultimi tempi era lui il referente (in rappresentanza del Paraguay) all'interno della grande organizzazione internazionale che si è sviluppata sulla presenza della 'Ndrangheta in Sud America e sulla cattura dei latitanti in giro per il mondo.
Ecco perché riteniamo che l'uccisione di Francisco Luis Correa Galeano non sia casuale. Se da una parte può essere letto come un avvertimento lanciato contro tutti coloro che possono essere sfiorati dall'idea di collaborare con la giustizia nelle terre dei narcos, dall'altra il fatto nasconde una manovra proprio per allontanare l'attenzione sui veri mandanti del delitto che hanno certamente a che fare con la 'Ndrangheta, legata a doppio filo con i narcos sudamericani nella gestione del traffico internazionale degli stupefacenti.
Pecci aveva capito che l'infiltrazione della 'Ndrangheta nel Paese era arrivata ai massimi livelli.
In un'occasione, di rientro proprio da un viaggio in Italia, aveva evidenziato anche le connessioni tra gli affari illeciti legati al mondo della droga e le attività di riciclaggio nel territorio. Ed aveva capito che era proprio quello il punto su cui si doveva colpire. Ecco perché crediamo che dietro al suo delitto ci sia proprio quell'organizzazione criminale che oggi, lo dicono i numeri, è forse la più potente e ricca.

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