La notizia è nota. L’ex ministro dell'Agricoltura ed ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha passato la notte di Capodanno nel carcere romano di Rebibbia dopo essere stato raggiunto da un provvedimento di revoca dei servizi sociali che erano stati concessi dal tribunale di Sorveglianza. Su di lui gravava la condanna in via definitiva di un anno e 10 mesi per l'accusa di traffico di influenze illecite nella vicenda della maxi inchiesta capitolina "Mondo di mezzo" che ha portato alla luce un sistema corruttivo che coinvolgeva politici e imprenditori.
Alemanno era stato riconosciuto colpevole di aver favorito lo sblocco di pagamenti dell’azienda comunale Eur Spa in favore di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, quest'ultimo noto estremista di destra e riferimento all'interno della Banda della Magliana.
Un'inchiesta che inizialmente vedeva la contestazione dell'aggravante mafiosa decaduta in Cassazione per tutti gli imputati alla quale era stata contestata.
A quanto pare Alemanno non ha saputo rispettare i paletti fissati dalla pena alternativa. Aveva il divieto di uscire dalla sua abitazione prima delle 7 del mattino, rincasare entro le 21 e non accompagnarsi a pregiudicati. Disposizioni che avrebbe invece violato.
Secondo quanto è dato sapere Alemanno nel corso del 2024 si sarebbe visto in più occasioni con l’ex avvocato Paolo Colosimo, condannato in via definitiva nel 2018 a 4 anni e sei mesi nell’ambito del procedimento nato dall’inchiesta sul caso Fastweb. E alcuni quotidiani hanno anche sostenuto che su Alemanno sarebbe in corso un'ulteriore inchiesta.
Alemanno, anche se non occupa più scranni importanti del potere, rappresenta comunque un mondo che oggi si trova a governare il nostro Paese: quello dei fascisti e degli amici dei mafiosi.
Roma, 7 gennaio 2018. Gianni Alemanno alla Manifestazione di Casapound per la commemorazione della strage di Acca Larenzia
Cresciuto negli anni Ottanta tra saluti romani e mani che stringono avambracci, all'interno del Fronte della Gioventù, Alemanno ha sempre avuto una “visione” politica sui generis.
Missino ma anti-americano, più volte è stato accusato di aver partecipato a pestaggi, lanci di molotov o proteste varie. Anche se ogni arresto si è poi chiuso con un proscioglimento.
A lungo indicato come un neo-fascista oggi c'è chi lo definisce post-fascista, sebbene conservi sempre la croce celtica delle SS Charlemagne al collo.
Forse anche per questo viene accusato di aver “tradito” la causa, persino dalla sua ex moglie Isabella Rauti (figlia di Pino Rauti).
Con la Meloni non ha mai avuto un rapporto lineare. E' stato ministro ai tempi di Silvio Berlusconi, quindi ha creato un partito con il “nemico” comunista Marco Rizzo.
A suo modo di vedere il fascismo non fu il male assoluto. Il Duce va esaltato perché “ha modernizzato l’Italia”. Mentre “male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale”.
Come se si potesse separare la storia dimenticando che il fascismo da sempre è stato un regime totalitario, razzista e persecutorio. Un regime che praticò l’espansionismo coloniale, che portò l’Italia in una guerra devastante, che soffocò ogni tentativo di dissenso con l’esilio, il carcere, l’assassinio.
Fatti, non punti di vista.
Ma c'è chi vorrebbe dimenticare.
Foto © Imagoeconomica
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