A tu per tu con... GIULIANO TURONE
L'Italia è un Paese che nel corso della sua storia, a colpi di stragi, delitti e depistaggi, ha avuto una sovranità limitata, amputata e mutilata. E' ciò che emerge in maniera chiara leggendo il libro "Crimini inconfessabili. Il ventennio dell'Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993)", edito da Fuoriscena, scritto dal magistrato, oggi a riposo, Giuliano Turone.
E' lui il protagonista di questa nuova puntata di "A TU PER TU CON...".
Autore di importantissime inchieste come quelle che portarono all'arresto dell'allora capo di Cosa Nostra Luciano Liggio; sul faccendiere Michele Sindona, sull'omicidio di Giorgio Ambrosoli, assieme al collega Gherardo Colombo, nel marzo del 1981, scovò la lista di quasi mille iscritti alla loggia P2 durante la perquisizione domiciliare di tutti i recapiti noti del maestro venerabile Licio Gelli. Elenchi che vennero trovati a Castiglion Fibocchi, provincia di Arezzo.
"La strategia della tensione - afferma Turone - ha portato ad una sovranità mutilata perché si è voluto impedire l'alternanza di potere tra maggioranza ed opposizione che è il sale di tutte le democrazie". Il libro cerca di dare una chiave di lettura ad una serie di fatti spiegando in maniera semplice ciò che è avvenuto nel Paese partendo dal tentato attentato ad Enrico Berlinguer, passando per il sequestro e la morte di Aldo Moro, il ruolo della P2, dell'eversione nera e le mafie.
Secondo Turone anche non possono essere dimenticati "i depistaggi e notizie fasulle di quegli ambienti che non volevano che emergesse la verità sulle stragi. E le stragi sono state lo strumento principale della strategia della tensione che ha ucciso un sacco di persone innocenti, dal 1969 in avanti, che hanno avuto anche dopo la caduta del muro di Berlino una stravagante nuova strategia della tensione che ha portato agli attentati del 1992 e del 1993. Nell'insieme c'è un groviglio di elementi che ha reso possibile questa storia sanguinaria del nostro Paese che ha portato al furto di sovranità di cui parliamo".
L'ex magistrato racconta anche dell'intervento della Cia, nei giorni successivi alla perquisizione a Castiglion Fibocchi, che sequestrò svariati documenti a Montevideo appartenenti a Gelli. E tra essi vi era anche un elenco di altri 1600 nomi di appartenenti alla P2, rimasti sempre oscuri.
Turone sottolinea nel libro, che invitiamo a leggere, che nelle stragi di mafia "vi sono buoni motivi per ritenere che Cosa nostra non abbia agito da sola, ma con la complicità di altri ambienti. Più precisamente, si può supporre che la rinnovata Cosa nostra di Totò Riina e di Pippo Calò abbia agito nel 1992 con la collaborazione di un sistema P2 decisamente rivitalizzato. Infatti si può ipotizzare che ci sia stato il contributo di qualcuno dei piduisti invisibili di Montevideo di cui non sappiamo nulla - ma che c’erano e ci sono -, nonché il contributo derivante dal sempre più saldo rapporto tra lo stesso sistema P2 e quella pericolosissima destra eversiva ampiamente smascherata dai due recenti processi bolognesi sulla strage del 2 agosto, vale a dire i processi Cavallini e Bellini".
La Rubrica "A TU PER TU CON..."
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