C’era da aspettarselo. Dopo la bufera Palamara nulla è cambiato al Csm che ieri ha nominato Salvatore Curcio, sessant’anni, attuale procuratore di Lamezia Terme, nuovo procuratore della Repubblica di Catanzaro.
Dagli atti del Csm emerge che il suo era l’unico nome indicato dalla quinta commissione dell’organo di autogoverno che ha competenza per gli incarichi direttivi e semidirettivi. Gli altri candidati erano Vincenzo Capomolla, attuale procuratore aggiunto a Catanzaro e il procuratore aggiunto facente funzioni di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo.
Quest’ultimo, come riporta il ‘Fatto Quotidiano’ in una nota di 12 pagine inviata al Csm ha chiesto di rinviare la pratica in Commissione sostenendo che la nomina di Curcio fosse “in grado di compromettere il prestigio dell’ordine giudiziario”, in quanto il collega sarebbe stato mandato a “svolgere funzioni dirigenziali proprio nel medesimo circondario di Tribunale” in cui avvennero i fatti per i quali era stato condannato dallo stesso organo di autogoverno dei magistrati nel 2009 alla sanzione disciplinare della censura, da cui è stato riabilitato solo negli scorsi mesi.
I fatti citati da Lombardo rientrano nell’ambito della cosiddetta guerra tra Procure” sull’inchiesta 'Why not', avviata da Luigi de Magistris.
In estrema sintesi il 2 dicembre del 2008 la procura di Salerno eseguì numerosi decreti di perquisizione nei confronti di magistrati, avvocati, politici, professionisti, imprenditori. Dalle carte emergeva un vero e proprio complotto istituzionale messo in campo con la complicità di esponenti di primo piano delle istituzioni calabresi e nazionali per bloccare il lavoro di de Magistris.
Tuttavia durante le perquisizioni, i magistrati indagati (tra cui quelli di Catanzaro), ai quali erano stati sequestrati alcuni atti per ragioni di ufficio da parte della procura di Salerno, indagarono i magistrati di Salerno e fecero un contro-sequestro degli stessi atti.
Fu proprio Curcio uno di quei magistrati che in violazione del dovere di astensione, firmò un decreto di contro-sequestro del fascicolo acquisito dai pm di Salerno, che accusavano lui e i suoi colleghi di aver insabbiato l’indagine dopo averla revocata a de Magistris (il procedimento è finito con un’assoluzione definitiva).
Nel documento inviato da Lombardo si citano stralci dei vecchi provvedimenti disciplinari, in cui Curcio e i colleghi della Procura generale che firmarono il contro-sequestro (Enzo Iannelli, Domenico De Lorenzo e Alfredo Garbati) sono stati giudicati responsabili di “scarso equilibrio nell’esercizio delle funzioni”, “grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile” e adozione di “un provvedimento abnorme”.
Giuseppe Lombardo
Lombardo inoltre ha ricordato l'"ampio rilievo mediatico assunto dalla specifica vicenda, che (…) ha trovato origine nel diretto e pubblico intervento, al fine di chiedere il ripristino delle regole fondamentali della giurisdizione, dell’allora presidente della Repubblica e presidente del Csm, Giorgio Napolitano”. E conclude che la condotta del collega viola i “principi cardine” del regolamento del Consiglio sulle nomine, in base al quale ogni dirigente dev’essere “immune da “profili ambientali” connotati da “criticità in grado di minare i doveri di indipendenza, imparzialità ed equilibrio".
Di tutta questa vicenda però non vi è traccia nella delibera del Csm.
Non solo: il relatore della pratica, il togato Eligio Paolini di Magistratura indipendente, ha minimizzato i fatti avvenuti dicendo che i fatti della “guerra tra Procure” sono “lontani nel tempo” e “non hanno impedito una serie di valutazioni di professionalità eccellenti” a favore di Curcio: “Occorre togliere ogni ombra sul conferimento di incarico di procuratore in una sede delicata come quella di Catanzaro”, ha detto.
Anche l’indipendente Andrea Mirenda ha sostenuto la nomina di Curcio ed ha paragonato i precedenti disciplinari a “cadaveri riesumati per certe procedure e dimenticati per altri”.
Tuttavia il plenum si è spaccato, e non poco: otto consiglieri si sono astenuti, ritenendo che la scelta fosse profondamente inopportuna. I voti favorevoli sono stati invece venti.
Evidentemente il rigore morale richiesto ai consiglieri del Csm dai cittadini è destinato a farsi attendere ancora per molto tempo. E il rinnovamento dai vecchi schemi sembra ancora un’utopia.
Fonte: Ilfattoquotidiano.it
Foto © Imagoeconomica
ARTICOLI CORRELATI
Il Csm sbaglia ancora!
Di Giorgio Bongiovanni
Csm: Nicola Gratteri nominato nuovo Procuratore di Napoli
Gratteri alla procura di Napoli, il ''sistema'' ha già iniziato la campagna per ostacolarlo