L'intervento dell'ex procuratore generale di Palermo all'evento "Con la Costituzione nel cuore: 1944-2024"
“I ragazzi lo devono capire. Non è vero che il fascismo è finito. Il neofascismo si è riprodotto fino ad oggi. È una cultura etnica nazionale. Lo dovete capire. I partigiani di allora e i partigiani di oggi devono fare fronte comune. Questa è una battaglia ultimativa. Non siamo nella fisiologia della lotta politica. Qui si gioca la vita e la morte della democrazia. Se vogliamo dare un senso al nostro passato dobbiamo essere uniti!”
Così l’ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore Roberto Scarpinato è intervenuto ieri all’evento "Con la Costituzione nel cuore: 1944-2024" organizzata in occasione degli 80 anni dell’ANPI e dedicato alla difesa della Costituzione antifascista, alla democrazia e alla pace.
L’incontro è stato aperto dai saluti istituzionali di Salvatore Nicosia, presidente dell’Istituto Gramsci Siciliano, e di Claudio Riolo, rappresentante della rete palermitana per la difesa della Costituzione e introdotto da Ottavio Terranova, coordinatore regionale ANPI Sicilia.
L'evento e stato moderato da Armando Sorrentino, vicepresidente ANPI Palermo, mentre la conclusione spetterà a Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale ANPI.
Ad arricchire ulteriormente la serata sono stati i contributi di Tiziana Albanese, del Collettivo Universitario Medusa; Stefania Macaluso, presidente dell’Associazione ‘Le Rose Bianche’ e Presidio Donne per la Pace e Mario Ridulfo, segretario generale CGIL Palermo e dai contributi musicali del cantautore Francesco Giunta.
L'ex magistrato è tornato così a parlare dell'intricata storia del nostro paese partendo da quella che è stata la strategia della tensione: una lunga scia di stragi e omicidi eccellenti eseguiti dalla frangia più reazionaria della classe dirigente italiana con l'obbiettivo di fare la guerra ai valori che la Carta Costituzionale rappresenta.
Questo gruppo - formato da ex repubblichini, grandi potentati economici e mafiosi - ha sempre vissuto la Costituzione "come fumo negli occhi, e quindi vogliono abbatterla con il premierato, con la riforma della parte della Costituzione che riguarda la magistratura, spostando l’asse della governance sulla polizia e sui servizi segreti".
"Stanno rifacendo l'Ovra fascista, stanno facendo una norma che obbliga tutta la pubblica amministrazione a collaborare con i servizi segreti, violando anche la privacy dei cittadini con l'articolo 31 del nuovo pacchetto di sicurezza" ha spiegato.
Scarpinato ha specificato che "dobbiamo realisticamente smettere di raccontarci una storia: che la Costituzione del 1948 era la Costituzione di tutti gli italiani. Purtroppo non è così. La Costituzione del 1948 non rifletteva l'identità culturale dell'Italia del 1940, un'Italia contadina" dove "c'erano i poteri forti della nazione che avevano sostenuto il fascismo come la monarchia sabauta, il Vaticano, i latifondisti, gli agrari, i banchieri".
Dopo la caduta del muro di Berlino queste forze si riciclano e faranno di tutto per impedire l'attuazione del programma costituente.
Roberto Scarpinato e Armando Sorrentino
Il primo atto fu la strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947: "Fu una strage dissuasiva" perché segnò un punto cruciale nella storia politica italiana. Le prime elezioni politiche nel dopoguerra si erano svolte in Sicilia, dopo vent’anni in cui non si conosceva con esattezza il reale equilibrio delle forze in campo. L’esito fu sorprendente: il blocco delle sinistre vinse con il 30% dei voti, distanziando di 10 punti la Democrazia Cristiana. Se quel successo si fosse replicato su scala nazionale nelle elezioni del 1948, avrebbe potuto rappresentare una rivoluzione.
"Attraversando i decenni, da Portella della Ginestra fino alle stragi del 1992-1993, si può notare una continuità nell'uso della violenza come strumento politico" ha detto Scarpinato.
https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/102889-scarpinato-vogliono-abbattere-la-costituzione-spostando-il-potere-su-polizia-e-servizi-segreti.html#sigProId37ddb0669f
Questo atto non si limitò a un singolo episodio, ma inaugurò un lungo periodo di repressione. Subito dopo la strage, si aprì una mattanza contro i dirigenti sindacali del movimento contadino, che proseguì dal 1944 al 1966, mietendo 45 vittime. Non fu una semplice somma di omicidi: si trattò di una vera e propria strategia politica, volta a distruggere il movimento contadino e le sue aspirazioni di giustizia sociale.
"I fuochi si accendono di nuovo quando nel 1969 si comincia a discutere in Parlamento dello Statuto lavoratori, che verrà approvato nel 1970 e il segnale è l'inizio dello stragismo. Nel 1969 c'è la strage alla Banca dell'Agricoltura di Milano e poi la sequenza delle stragi successive di Peteano, di Brescia eccetera".
Le sentenze – e non semplici ipotesi o dietrologie – hanno accertato che molte stragi e omicidi furono opera di un pool di forze reazionarie, operante come un’unica entità. Questo pool comprendeva i neofascisti e gli ex repubblichini, alcuni riciclati nel Movimento Sociale Italiano e altri confluiti in organizzazioni come Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e Terza Posizione. Essi agirono spesso come esecutori materiali delle stragi, ma sotto la direzione strategica di altri e con la copertura dei servizi segreti.
Una seconda componente di questo pool erano i circoli massonici, variamente denominati, tra cui spiccava la P2, considerata la "cabina di regia dei grandi poteri economici", comprendenti industrie, banche e armatori che finanziavano le stragi. Infine, la mafia rappresentava un’altra forza rilevante, con la sua duplice componente di alta borghesia mafiosa e mafia militare.
“Attraversando i decenni, da Portella della Ginestra fino alle stragi del 1992-1993, si può notare una continuità nell'uso della violenza come strumento politico”. Qualcuno potrebbe chiedersi perché, dopo la fine della Guerra Fredda e la caduta del muro di Berlino, avvennero le stragi del 1992-1993. Quelle stragi furono, in realtà, opera degli "orfani della Guerra Fredda", cioè di coloro che, fino a quel momento, avevano goduto della protezione del sistema di potere della Prima Repubblica e dello scudo degli Stati Uniti.
Ma perché queste che potrebbero sembrare forze del passato in realtà non lo sono?
"Perché le forze politiche che oggi sono al governo e stanno dettando l'agenda politica sono gli eredi di quelle forze". E il loro programma non è mai cambiato.
Foto © Paolo Bassani
ARTICOLI CORRELATI
Servizi segreti, stragi e delitti. Il lato oscuro del potere agli 007
Federico Carbone: Ddl Sicurezza? Rischio abusi degli 007 e devianza istituzionale
Scarpinato: ''Questo è uno dei momenti peggiori della storia della Repubblica''
Di Matteo si schiera in difesa del senatore Scarpinato
Senato, sì al ddl anti-intercettazioni. Scarpinato: ''Favoreggiamento del crimine’’
Scarcerazioni per decorrenza dei termini: molti mafiosi scarcerati