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L’ex ambasciatrice italiana: “Bene il mandato di cattura per Netanyahu e Gallant ma sarebbe dovuto arrivare prima

Se la terza guerra mondiale è alle porte? L’orologio dell'apocalisse da 17 minuti è arrivato a 90 secondi alla mezzanotte, quindi sì, il rischio di una Terza Guerra mondiale c’è”, lo afferma Elena Basile, ex ambasciatrice d’Italia in Svezia e in Belgio, in un’intervista rilasciata a ANTIMAFIADuemila. “Il genocidio di un popolo, così come il massacro dei giovani ucraini, dimostra che queste élite sono disposte a tutto pur di mantenere il loro dominio”.
Questa - ha spiegato Basile, recentemente uscita con il libro “Frammenti di Bruxelles” (Sandro Teti editore) - è la militarizzazione del dollaro. Questi sono i mostri che possono nascere in un periodo di transizione, in cui non abbiamo ancora un mondo multipolare, mentre quello unipolare sta volgendo al termine.” L’ex ambasciatrice ha anche commentato la decisione della Corte Penale Internazionale (CPI) di emettere un mandato di cattura per Benjamin Netanyahu e per il ministro della Difesa israeliano Yohav Gallant, accusati di “crimini contro l’umanità” commessi nella Striscia di Gaza. “È un bene che sia arrivata questa richiesta di arresto - ha affermato - forse sarebbe dovuta arrivare anche prima. Ma purtroppo l’atteggiamento di Israele non cambia, nemmeno rispetto a quanto aveva accertato la Corte Internazionale di Giustizia”.
Basile sottolinea con forza che ciò che i palestinesi stanno vivendo è un “genocidio in diretta”. “C’è un progetto dietro, ed è quello di compiere una pulizia etnica”, ha aggiunto.
L’ex diplomatica italiana ha poi commentato la possibile rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca e l’approvazione da parte di Joe Biden dell’uso di missili statunitensi a lunga gittata sul territorio russo. Una mossa, secondo Basile, volta a “rendere la vita più difficile” a Trump prima che possa mantenere la sua promessa di porre fine alla guerra nel 2025. Una promessa che, ha spiegato, dovrà fare i conti con la realtà: il muro del complesso militare-industriale, delle agenzie di sicurezza e dei neocoon del Dipartimento di Stato. Con tutti loro, “il Presidente dovrà mediare”, ha detto Basile, per riuscire a realizzare la politica isolazionista che i quasi 77 milioni di americani che lo hanno votato il 5 novembre si aspettano.

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