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Reuters: l’Ucraina intende lanciare i primi attacchi nei prossimi giorni

Un nuovo gravissimo salto quantico nell’escalation del conflitto è stato infin innescato dall’uscente amministrazione statunitense. L’ufficialità è confermata: il presidente Usa Joe Biden ha autorizzato per la prima volta l'Ucraina all'uso di missili ATACMS a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo. Lo riporta il New York Times, citando funzionari anonimi dell’amministrazione americana.
Secondo gli interlocutori della pubblicazione, Biden avrebbe compiuto questo passo dopo che sono apparse notizie sull’“arrivo di personale militare dalla Corea del Nord nella regione di Kursk”.
Mosca dal canto suo ha già attirato l'attenzione sul fatto che gli Stati Uniti non hanno alcuna conferma dei dati sulla presenza di personale militare della RPDC nella zona dei combattimenti.
Invero, notizie di combattimenti non sono state nemmeno confermate dal Dipartimento della Difesa statunitense, come ammesso pochi giorni fa dal portavoce del Pentagono, il generale maggiore Patrick Ryder.
"Abbiamo visto i resoconti dei media su presunte operazioni militari, li stiamo esaminando, ma al momento non possiamo confermare questi rapporti", ha dichiarato.
Ad accompagnare la decisione di Biden si sono aggiunte Francia e Gran Bretagna che, secondo Le Figaro, hanno anch’esse revocato le restrizioni sugli attacchi a lungo raggio. Già a settembre il Times riferiva che Londra e Parigi appoggiavano la decisione di fornire i missili Storm Shadow e SCALP, ma erano vincolati dal fatto che alcuni componenti di questi missili sono di fabbricazione americana e per il loro utilizzo è necessaria l’autorizzazione degli Stati Uniti.
La Russia ha già attirato l'attenzione sul fatto che gli Stati Uniti non hanno alcuna conferma dei dati sulla presenza di personale militare della RPDC nella zona delle operazioni speciali. La Corea del Nord, a sua volta, ha definito tali accuse contro di lei sporche manovre degli Stati Uniti, che cercano così di mascherare i propri crimini e prolungare il conflitto in Ucraina.
Secondo l'American Institute for the Study of War, i missili ATACMS sono in grado di raggiungere diverse regioni russe, tra cui Rostov sul Don, Kursk, Bryansk, Orel, Smolensk e Kaluga. Nell’area potenzialmente colpita si trovano circa 245 infrastrutture militari e 16 aeroporti strategici.


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Volodymyr Zelensky


Inoltre, la portata missilistica copre l’intera Crimea e i cosiddetti “nuovi territori” annessi dalla Russia. Tuttavia, i media statunitensi indicano che, per il momento, gli attacchi sarebbero focalizzati sulla regione di Kursk e sempre secondo quanto riportato dal New York Times, il presidente Joe Biden non ha ancora autorizzato l’utilizzo di missili con una gittata superiore ai 305 km.
Intanto il tempo stringe: la Reuters precisa che Kiev intende effettuare i primi attacchi nei prossimi giorni, nonostante alcuni funzionari statunitensi abbiano espresso scetticismo sul fatto che il via libera cambi la traiettoria generale della guerra.
"L'eliminazione delle restrizioni sugli obiettivi permetterà agli ucraini di smettere di combattere con una mano legata dietro la schiena", ha detto Alex Plitsas, membro senior non residente del Consiglio Atlantico.
"Tuttavia, come ogni altra cosa, credo che la storia dirà che la decisione è arrivata troppo tardi. Proprio come l'ATACMS, l'HIMARS, i veicoli da combattimento Bradley, i carri armati Abrams e l'F-16. Erano tutti necessari molto prima", ha aggiunto.
Una mossa probabilmente ininfluente sull’esito finale della guerra, ma che potrebbe generare una violentissima risposta da parte di Mosca.
Consentire a Kiev di utilizzare armi a lungo raggio cambierà l’essenza stessa, la natura del conflitto”, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel settembre 2024, poiché, “quando si tratta dell'uso di armi ad alta precisione e a lungo raggio di fabbricazione occidentale, è necessario comprendere che tali operazioni vengono eseguite con la partecipazione delle forze armate dei paesi dell'alleanza…solo loro possono effettuare missioni di volo nei sistemi missilistici”.
Sempre in autunno, Putin, durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, ha proposto di considerare ogni aggressione alla Russia sostenuta da uno stato nucleare come un attacco congiunto, giustificando l’uso di armi nucleari anche in risposta a minacce con armi convenzionali che colpiscano la sovranità del Paese o dell’alleata Bielorussia. 

Foto © Imagoeconomica

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