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Ieri i membri di etnia Maori, del parlamento della Nuova Zelanda, hanno organizzato una haka nell’Aula per interrompere il voto su un controverso disegno di legge che reinterpreterebbe un trattato vecchio di 184 anni tra gli inglesi e gli indigeni. Il tutto sotto lo sguardo prima esterrefatto poi rassegnato dello speaker, Gerry Brownlee, inquadrato a lungo dalla tv del Parlamento sul sottofondo dei canti rituali, tutti fuori inquadratura. Firmato per la prima volta nel 1840 tra la Corona britannica e più di 500 capi Maori, il Trattato di Waitangi stabiliva come le due parti potevano coesistere al governo: l’interpretazione delle clausole del documento guida ancora oggi la legislazione e la politica. Il partito ACT Nuova Zelanda, partner minore della coalizione di governo di centrodestra al potere, la settimana scorsa ha presentato un disegno di legge volto a sancire un’interpretazione più ristretta del Trattato di Waitangi scatenando la protesta nella comunità indigena. L’azione di protesta, iniziata dalla deputata d’opposizione Hana-Rawhiti Maipi-Clarke, ha costretto il Parlamento neozelandese a sospendere i lavori. Ebbene, cari parlamentari italiani, è questo che si deve fare contro leggi liberticide e fasciste: protestare e far sospendere i lavori. La grande etica, il valore dell'onore del diritto della civiltà e della dignità manifestato nel Parlamento neozelandese dovrebbero essere un modello di riferimento. Un esempio da seguire. Molti di coloro che siedono a Palazzo Chigi e Palazzo Madama, invece, sono dei buffoni, corrotti, fascisti, financo amici dei criminali mafiosi e degli stragisti, come la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo. Gente che invece di rivendicare con onore la nostra storia e la nostra identità costituzionale, permette a questo governo di estrema destra di continuare imperterrito a legiferare a suon di decreti e riforme fasciste. Anche in Italia abbiamo una storia da difendere, come i Maori. Basti pensare ai partigiani, per esempio. Oggi in Parlamento servirebbero dei partigiani, pronti alla rivoluzione, come i Maori, pronti a interrompere i lavori istituzionali, a zittire questo o quel ministro fascista - anche se si trattasse del Presidente del Senato, picchiatore e fascista, Ignazio La Russa -; senza rifugiarsi sempre dietro alla solita retorica del rispetto verso le istituzioni. Le istituzioni quando sono permeate da corrotti o stragisti - e la storia di Mussolini o Hitler ne sono la dimostrazione -, vanno attaccate. E se è necessario bisogna addirittura instaurare una “guerra” intellettuale. Ovviamente, secondo le regole democratiche. Guardate e imparate, signori del Parlamento italiano. Anche l’opposizione, che al posto di “grattarsi” dovrebbe prendere esempio dai Maori.

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