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Idf distrugge valico tra Libano e Siria. NYT: “Iran pronto alla guerra con Israele ma spera di evitarla”

A Gaza è in corso un “massacro di massa”. Ad affermarlo è la Protezione civile dell’enclave. L’esercito israeliano nelle ultime ore ha raso al suolo almeno 10 edifici residenziali nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia, uccidendo 200 palestinesi. Numerosi i feriti. Inoltre, il ministro dei trasporti libanese ha dichiarato che Israele ha anche bombardato un valico di frontiera tra il Paese e la Siria, rendendolo inutilizzabile e lasciando così operativo solo un varco. “Il valico di Qaa è stato messo fuori servizio dopo un attacco israeliano sul territorio siriano, a centinaia di metri dalle guardie di frontiera siriane”, ha detto Ali Hamieh aggiungendo che l’attacco ha bloccato il passaggio dei veicoli. E, sempre al confine tra Libano e Siria, nella notte Israele ha ucciso tre giornalisti in un attacco aereo su Hasbaya.
"L'Europa ha una responsabilità storica e un interesse evidente nello svolgere un ruolo attivo" nel conflitto in Medio Oriente, "accompagnando palestinesi e israeliani a passare dal rifiuto reciproco al riconoscimento reciproco. Purtroppo, a causa della mancanza di unità degli Stati Membri dell'Unione europea su questa questione, siamo stati in gran parte incapaci di influenzare il corso degli eventi in Medio Oriente". Così l'Alto rappresentante Ue Joseph Borrell, nella sua Lectio Magistralis in occasione del conferimento del dottorato Honoris Causa all'Università di Urbino. "Tutti i diritti hanno dei limiti e il diritto alla difesa non fa eccezione. In questo caso il limite è il diritto internazionale umanitario" ha spiegato Borrell, aggiungendo che "ciò che sta succedendo metterà in dubbio il valore che hanno il diritto internazionale umanitario e la carta della Corte Penale Internazionale". Il capo della diplomazia europea ha quindi avvertito del rischio che il Libano possa "diventare un'altra Gaza" e ha condannato "l'attacco senza precedenti di Israele alle basi Unifil nel sud del Libano, che - ha ricordato - hanno una componente valorosa di militari italiani".


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Joseph Borrell


Un altro monito della comunità internazionale è arrivato dall’Oms. L’organizzazione mondiale della sanità, infatti, ha annunciato che la vaccinazione antipolio a Gaza è stata sospesa a causa dei bombardamenti intensi, degli sfollamenti di massa e della mancanza di accesso nel nord di Gaza. Anche l’Onu ha lanciato un allarme. Per ricostruire la Striscia di Gaza, se dovesse restare sotto embargo, ci vorranno 350 anni per ricostruirne l'economia. Le Nazioni Unite avevano precedentemente stimato che la ricostruzione completa di Gaza dopo il conflitto tra Israele e Hamas avrebbe potuto richiedere decenni, ma un nuovo rapporto della sezione commercio e sviluppo delle Nazioni Unite parla ora di secoli. Il report afferma che se la guerra finisse domani e la regione tornasse allo status quo precedente al 7 ottobre, potrebbero volerci più di tre secoli prima che la sua economia torni ai già traballanti livelli pre-guerra. 
È urgente che lo stato d’assedio cessi sia a Gaza sia in Libano. Lo hanno ribadito anche i Brics nella loro dichiarazione finale al vertice di Kazan. I Paesi Brics hanno chiesto "l'immediata cessazione delle ostilità" nella regione e hanno sottolineato "la necessità di preservare la sovranità e l'integrità territoriale del Libano e di creare le condizioni per una soluzione politica e diplomatica al fine di preservare la pace e la stabilità in Medio Oriente".


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Nel frattempo, l’Iran si starebbe preparando a una guerra con Israele, anche se vorrebbe evitarla. La notizia è trapelata dal New York Times che cita funzionari di Teheran, mentre l’Iran attende la risposta di Israele al suo ultimo attacco missilistico. "L'Iran ha ordinato alle forze armate di essere pronte per la guerra ma anche di cercare di evitarla", afferma il quotidiano che cita 4 funzionari iraniani secondo cui la Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato alle forze armate iraniane di preparare diversi piani per rispondere a un attacco di rappresaglia minacciato da Israele. Secondo i funzionari, l'Iran attaccherà se ci saranno danni o vittime significativi, ma potrebbe trattenersi se Israele prenderà di mira solo un numero limitato di siti militari e depositi di armi. I funzionari, due dei quali appartengono al Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, affermano che l'Iran risponderà sicuramente se Israele colpirà siti petroliferi, impianti nucleari o prenderà di mira alti funzionari, con potenziali opzioni tra cui un attacco con un massimo di 1.000 missili balistici o l'interruzione delle forniture energetiche nella regione, si legge nel rapporto pubblicato dal New York Times.

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