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Sale la tensione. Drone attacca residenza privata di Netanyahu. Hezbollah lancia razzi su Israele

Non si arresta l’escalation in Palestina. Israele non si ferma nemmeno dopo l’uccisione del leader di Hamas, Yahya Sinwar. Questa mattina quattro persone sono state uccise in un attacco israeliano contro una città del Libano orientale, compreso il sindaco di un villaggio vicino. Il primo cittadino del villaggio di Sohmor, nella parte occidentale della pianura della Bekaa, è il secondo sindaco ucciso da quando Israele e Hezbollah sono entrati in guerra aperta il 23 settembre. Mercoledì, una serie di raid israeliani ha provocato 25 morti a Nabatiyeh, una grande città del sud, uccidendo il sindaco e parte del suo consiglio di crisi. All’invasione israeliana nel sud del Libano, Hezbollah ha risposto con il lancio di circa 180 razzi che sono entrati nello spazio aereo israeliano. Hezbollah ha affermato di aver preso di mira una base militare israeliana a est della città di Haifa, a nord della Palestina storica, in risposta ai "massacri" commessi dall’Idf in Libano. Giovedì il movimento libanese aveva annunciato di essere entrato in una "fase di escalation" con Israele.


L’assedio di Gaza continua

Quanto alla Striscia di Gaza, invece, l’esercito israeliano ha circondato e bombardato all'alba l'ospedale indonesiano di Beit Lahia, a nord dell’enclave. "I carri armati israeliani hanno completamente circondato l'ospedale, hanno tolto l'elettricità e hanno bombardato l'ospedale, prendendo di mira il secondo e il terzo piano con l'artiglieria - ha affermato il direttore della struttura, Marwan Sultan -. Ci sono seri rischi per il personale medico e per i pazienti". In una dichiarazione, il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che Israele ha preso di mira i piani superiori, aggiungendo che erano presenti "più di 40 pazienti e feriti oltre al personale medico". I "pesanti spari" verso l'ospedale e il suo cortile hanno scatenato uno "stato di grande panico" tra i pazienti e il personale, ha detto Hamas. Inoltre, l’esercito israeliano ha bombardato una scuola usata come rifugio per sfollati nel campo di Al-Shati, nell'ovest della Striscia di Gaza. Sono 7 i civili uccisi e diversi i feriti. Si tratta della scuola Asmaa, che secondo quanto riferito da Al Jazeera è affiliata all'Unrwa, cioè l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Ad oggi, sono almeno 42.519 le persone uccise da Israele nell’ultimo anno nella Striscia di Gaza, e oltre 99.630 quelle ferite. Nelle ultime 24 ore, sono stati registrati altri 19 morti e 91 feriti.

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Benjamin Netanyahu
© Imagoeconomica


Obiettivo Netanyahu

La residenza privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, situata nella città costiera di Cesarea, a sud di Haifa, nel nord della Palestina storica, è stata presa di mira questa mattina in un attacco con droni provenienti dal Libano. L'ufficio del primo ministro ha confermato che né Netanyahu né sua moglie Sara si trovavano in casa al momento dell'attacco, e non ci sono stati feriti. L'attacco fa parte di una serie di incursioni simili avvenute nella stessa mattinata. Altri due ulteriori droni, lanciati dal Libano, sono stati abbattuti dalle difese aeree israeliane, provocando l'attivazione delle sirene di allarme nella zona di Tel Aviv, senza causare danni. In precedenza, l'emittente saudita "Al Hadath" aveva anticipato che uno dei droni lanciati verso Israele aveva colpito la residenza privata del premier Netanyahu a Cesarea. Alcuni post sui social media sostengono che l'edificio danneggiato faccia parte del complesso abitativo del primo ministro.


Lo scacchiere internazionale

Le operazioni militari di Israele in Libano e a Gaza stanno spingendo l'Iran a compiere "passi legittimi". A dirlo è stato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa congiunta a Istanbul con il suo omologo iraniano, Abbas Araghchi. Fidan ha sottolineato come Netanyahu stia "costantemente aprendo nuovi fronti nella regione" e "cercando di attirare l'Iran in questa guerra". "Il rischio che la guerra si estenda all'intera regione non deve essere sottovalutato", ha aggiunto il funzionario turco. L'iraniano Araghchi, che ha partecipato all'incontro di ieri delle nazioni del Caucaso meridionale a Istanbul, ha affermato che l'aumento della tensione in Libano è "molto preoccupante". "La possibilità di una guerra nella regione è sempre seria e nessuno, a parte il regime sionista, vuole che questo accada. Vogliamo ridurre le tensioni, ma siamo pronti a qualsiasi scenario", ha dichiarato. L'Iran è capofila dell’asse di resistenza, come viene chiamato, rappresentato da Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano, gli Houthi nello Yemen e le milizie sciite in Iraq, oltre alle forze armate siriane.

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