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Telefonata tra Qatar e Usa, focus su Gaza e Libano. Biden a Netanyahu: “Andare avanti verso cessate il fuoco

Il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed Bin Abdulrahman Bin Jassim Al Thani, ha ricevuto una telefonata dal segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, con cui ha discusso delle relazioni strategiche e delle modalità per rafforzarle. Le parti hanno discusso anche degli ultimi sviluppi regionali, con particolare riferimento alla situazione nella Striscia di Gaza e degli sforzi in corso per mediare un cessate il fuoco e per ridurre l'escalation tra Libano e Israele.
Le ripercussioni alla morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, preoccupano il mondo arabo e viene inteso come un punto di svolta, non solo per il futuro di Hamas, ma anche per le dinamiche dell’assedio israeliano in corso a Gaza. Diverse interpretazioni emergono sulla stampa araba, ciascuna con una prospettiva specifica basata su considerazioni politiche e strategiche, con un occhio di riguardo anche alle ripercussioni regionali. Inoltre, la morte di Sinwar rappresenta un punto di discussione su come la leadership di Hamas, la guerra e le dinamiche regionali, in particolare quelle legate all'Iran, si evolveranno.
Le operazioni di Hamas nella Striscia di Gaza continueranno "fino alla fondazione dello Stato palestinese su tutto il suolo palestinese con Gerusalemme come capitale”, ha detto Khalil Hayya, membro dell'ufficio politico di Hamas, citato da Al Jazeera. I "martiri" del capo dell'ufficio politico di Hamas, Yahya Sinwar, e dei leader che lo hanno preceduto "non faranno che aumentare la forza e la resilienza del nostro movimento", ha aggiunto Hayya. Gli ostaggi israeliani non saranno liberati "a meno che l'aggressione a Gaza non cessi, non ci sia un ritiro completo (delle forze di Israele dalla Striscia) e i nostri prigionieri non vengano rilasciati dalle carceri (dello Stato ebraico)", ha sottolineato il funzionario del gruppo islamista.


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Israel Katz


Il presidente Joe Biden ha nuovamente esortato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad "andare avanti" e a fare progressi verso un cessate il fuoco a Gaza dopo l'uccisione di Sinwar. L’inquilino della Casa Bianca ha ribadito il concetto parlando da Berlino, nel corso della sua visita ufficiale. Parole che stridono con quanto dichiarato invece dal ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che su X ha attaccato il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per non aver accolto “con favore l'eliminazione dell'arciterrorista Yahya Sinwar, così come si è rifiutato di dichiarare Hamas un'organizzazione terroristica dopo il massacro del 7 ottobre”. “Guterres - si legge - sta guidando un programma antisraeliano e antiebraico estremo. Continueremo a designarlo come persona non grata e a impedirgli l'ingresso in Israele".
La missione dell'Iran presso le Nazioni Unite ha dichiarato che l'uccisione del leader dell'ufficio politico di Hamas, porterà al rafforzamento della "resistenza" nella regione. In un post su X, la missione iraniana all'Onu ha dichiarato che Sinwar “diventerà un modello per i giovani e i bambini che porteranno avanti il suo percorso verso la liberazione della Palestina.


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© Imagoeconomica


Finché esisteranno l'occupazione e l'aggressione (di Israele), la resistenza continuerà, perché il martire rimane vivo e fonte di ispirazione". Le Forze di difesa d'Israele (Idf) hanno ucciso il leader di Hamas Sinwar in un'operazione condotta a Rafah, nell'area meridionale della Striscia di Gaza. Secondo l'emittente israeliana Channel 12, i militari israeliani che hanno effettuato l'operazione a Rafah non erano consapevoli del fatto che il leader di Hamas si trovasse lì in quel momento. Le truppe avevano individuato diversi miliziani islamisti entrare in un edificio, ordinando così un attacco che ha provocato il crollo della struttura. Solo dopo aver ispezionato l'area coinvolta le forze israeliane hanno notato che uno dei combattenti eliminati somigliava fortemente a Sinwar. La sua identità è stata confermata ieri dai test del Dna.
La morte del capo politico di Hamas ha momentaneamente tolto i riflettori dal confine tra Israele e Libano dove tutt’ora continua l’assedio israeliano nel sud del Paese dei cedri. Così come continua la crisi diplomatica Tel Aviv-Roma per gli attacchi deliberati da parte dell’esercito nei confronti della Unifil. I Caschi blu nel sud del Libano mantengono le loro posizioni nonostante le "richieste" fatte dall’Idf "di spostarsi dalle postazioni vicine alla Linea blu”, ha ribadito Andrea Tenenti, portavoce dell'Unifil, sottolineando che è stata presa una decisione "unanime", dai 50 Paesi che contribuiscono con i soldati e dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, di mantenere le posizioni e continuare gli sforzi per monitorare il conflitto e garantire gli aiuti ai civili.


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Andrea Tenenti © Imagoeconomica


"L'Idf ha ripetutamente preso di mira le nostre posizioni, mettendo in pericolo la sicurezza dei nostri soldati, oltre al fatto che Hezbollah lancia razzi verso Israele dalle vicinanze delle nostre posizioni, cosa anche questa che mette in pericolo le nostre forze di peacekeeping", ha dichiarato Tenenti, intervenendo via video a un briefing delle Nazioni Unite a Ginevra.
Tenenti ha riferito che il peggioramento della sicurezza nelle ultime settimane nei combattimenti fra Hezbollah e le forze israeliane ha costretto l'Unifil, che ha uno staff di circa 10mila persone, a sospendere la maggior parte, ma non tutti, i suoi pattugliamenti vicino alla Blue Line lungo il confine tra Libano e Israele. "Al momento vediamo centinaia di traiettorie, e a volte di più, che attraversano la Linea blu ogni giorno, costringendo i nostri peacekeepers a trascorrere ore e ore nei rifugi per garantire la loro sicurezza, che rimane la nostra massima priorità", ha dichiarato da Beirut.

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