Tescaroli: "Servono più magistrati"
Collasso o quasi. E' lo stato dell'arte per il Tribunale di Prato dove i processi vengono rinviati e le udienze fissate a distanza di tre anni. Questa emergenza rischia di aggravarsi ulteriormente nel giro di poche settimane, secondo avvocati e magistrati, portando a una quasi totale impasse operativa. A provocare questa crisi è stata la drastica riduzione dell’organico, con il trasferimento di quattro giudici su otto dal settore penale, una situazione insostenibile per un distretto già sotto pressione per i pesanti carichi di lavoro, legati in particolare alla criminalità cinese.
Attualmente, solo un collegio su tre rimane operativo, con il risultato che solo i processi più rilevanti proseguono regolarmente. Gli altri subiscono pesanti ritardi: per le udienze monocratiche, il tempo di fissazione supera ormai i tre anni. Un esempio significativo è quello di una richiesta di udienza presentata il 27 settembre 2024, con la prima udienza fissata per il 6 dicembre 2027.
Federico Febbo, presidente della Camera penale di Prato, descrive una situazione drammatica: "La carenza di magistrati e personale amministrativo ha effetti deflagranti. I collegi penali sono stati ridotti da tre a uno, e molte udienze vengono rinviate d’ufficio in attesa di una nuova assegnazione". A ciò si aggiungono i problemi strutturali: il tribunale è descritto come "fatiscente", con gravi carenze di spazi e personale. La mancanza di risorse adeguate rallenta i processi, al punto che fascicoli e testimoni non sono sempre reperiti in tempo utile. Per i processi con numerosi imputati, si rende necessario il trasferimento nell’aula bunker di Firenze.
Il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli © Paolo Bassani
Prato, con oltre 200.000 abitanti, è la terza città più popolosa dell’Italia centrale, crocevia di flussi migratori (prima città in Italia per cittadini cinesi) e sede di numerose attività economiche, anche illegali. Il procuratore Luca Tescaroli lancia l'allarme: "La complessità e la pericolosità della criminalità nel distretto richiedono organici di magistratura e forze dell'ordine molto più consistenti di quelli attuali». Tescaroli sottolinea inoltre che il tempo medio di fissazione delle udienze monocratiche ha già superato i tre anni e che, senza l’inserimento di nuovi giudici, la situazione continuerà a peggiorare".
Tra il 2022 e il 2023, Prato è stata la prima provincia in Toscana per sentenze di non doversi procedere a causa della prescrizione, con 1.047 casi, quasi il doppio rispetto a Firenze. L'incidenza dei tempi lunghi è devastante: al collegiale, il 12% dei fascicoli finisce in prescrizione (rispetto al 3% di media toscana), mentre al monocratico si arriva al 30,7% (contro il 10,5% regionale).
Febbo conclude sottolineando la necessità di un intervento strutturale urgente, volto a riformare la geografia giudiziaria e garantire al Tribunale di Prato i mezzi necessari per far fronte ai carichi di lavoro, tra i più alti dell’Italia centrale. A gennaio, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, la procura aveva già espresso notevole preoccupazione per una situazione che, con il 30% dell'organico amministrativo vacante, si sta ulteriormente aggravando.
La richiesta delle istituzioni locali è chiara: servono rinforzi immediati e un piano di riorganizzazione per evitare che la giustizia a Prato collassi completamente.
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