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Terminato l’attacco iraniano: colpite basi militari. Biden e il G7 valutano come aiutare Israele nel colpire Teheran

Israele lancerà entro pochi giorni una “significativa rappresaglia” in risposta al massiccio attacco missilistico iraniano di martedì, che potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all’interno del Paese e altri siti strategici: lo riporta Axios, che cita funzionari israeliani.
Alti funzionari israeliani hanno affermato che uno degli obiettivi potrebbero essere gli impianti petroliferi del Paese. Secondo Axios il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, discuterà della questione con il presidente americano Joe Biden. Secondo una fonte a conoscenza dei dettagli Netanyahu terrà una consultazione limitata sulla sicurezza con diversi ministri e capi dell’establishment della Difesa per continuare a discutere la risposta all’attacco iraniano. Si ipotizza che la riposta sarà il bombardamento di basi iraniane, giacimenti di gas o petrolio o addirittura siti nucleari. L’Iran, intanto, ha prolungato il blocco di tutti i voli per oggi in via preventiva.
L’attacco iraniano, invece, al momento è stato dichiarato concluso dai Pasdaran. I missili, circa duecento, hanno preso di mira solo obiettivi militari. “L’Iran ha usato solo il suo diritto alla legittima difesa, basato sulla Carta delle Nazioni Unite, e ha preso di mira le basi militari e di sicurezza del regime sionista martedì”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante conversazioni telefoniche avute nella notte con i suoi omologhi di Germania, Francia e Regno Unito. “L’attacco di rappresaglia dell’Iran contro Israele è terminato, ma se i sionisti reagiranno, Teheran darà una risposta più severa”, ha aggiunto, citato da Mehr. “Avvisiamo qualsiasi terza parte di non interferire in questo conflitto”, ha concluso. L’Iran colpirà “tutte le infrastrutture” di Israele se attaccato in risposta ai suoi lanci missilistici di ieri: è la minaccia lanciata dal capo di Stato maggiore dell’esercito di Teheran, il generale Mohammad Bagheri. “Se il regime sionista, che è impazzito, non è controllato dai suoi sostenitori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale, un’operazione come quella di” ieri sera “sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira”, ha detto il Bagheri alla televisione di Stato iraniana.
Se il regime sionista commetterà un errore, potremmo dimostrare che possiamo radere al suolo Tel Aviv in una sola notte”, ha affermato l’ex comandante della Forza Qods iraniana, Ahmad Vahidi. A parlare della crisi in corso è stato anche l’ayatollah Khamenei. “La base dei problemi della regione è la presenza di forze come gli Usa e alcuni Paesi europei che in modo falso sostengono di difendere pace e tranquillità”, ha affermato la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, nel suo primo discorso pubblico dopo l’attacco missilistico di Teheran contro Israele di ieri. “Sono profondamente addolorato, la perdita di Hassan Nasrallah (il leader di Hezbollah) è un evento significativo. Tuttavia, questo lutto deve fungere da forza che ci spinge in avanti”, ha aggiunto Khamenei, durante un incontro con studenti universitari, riferisce Iran International.


Biden: “No a sostegno a raid israeliani a siti nucleari iraniani

Oltreoceano, nel frattempo, il presidente Joe Biden si è detto non d’accordo con eventuali raid israeliani contro siti nucleari iraniani. Ad una domanda dei giornalisti che gli chiedevano se li sosterrebbe, il presidente americano ha risposto secco: "No". Poi, prima di imbarcarsi sull’Air Force One per la Carolina del Nord travolta dall’uragano Helene, ha affermato che ci sono discussioni in corso con gli israeliani sulla risposta all’attacco iraniano, che “deve essere proporzionata".


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Joe Biden © Imagoeconomica


Biden ha partecipato al G7 per parlare “dell’inaccettabile attacco dell’Iran contro Israele e per coordinare una risposta a questo attacco, incluse nuove sanzioni“. Lo afferma la Casa Bianca, sottolineando che “il presidente e il G7 hanno inequivocabilmente condannato l’attacco dell’Iran contro Israele. Il presidente ha espresso la piena solidarietà americana e il sostegno a Israele e riaffermato l’incrollabile impegno degli Stati Uniti alla sicurezza di Israele”.


Hezbollah: “Respinte le truppe israeliane a Odaisseh, nel sud del Libano”

Rispetto al conflitto, ormai aperto, tra Libano e Israele e all’invasione avviata dallo Stato ebraico lunedì. Hezbollah ha affermato di aver affrontato ieri le forze israeliane che erano entrate nella città libanese meridionale di Odaisseh e di averle respinte. In un messaggio su Telegram citato dai media arabi, la milizia sciita appoggiata dall’Iran scrive di essersi “scontrata” con i soldati di Israele, avergli “inflitto perdite” e averli “costretti a ritirarsi”. Si tratterebbe del primo scontro diretto sul terreno tra Hezbollah e le Forze di difesa israeliane (Idf), negato fino a ieri da entrambe le parti. Otto i soldati israeliani uccisi nell’agguato delle milizie libanesi. Tutte le vittime hanno tra i 21 ed i 23 anni. Sempre in Libano l’esercito israeliano ha affermato di aver effettuato una serie di attacchi negli ultimi giorni contro le infrastrutture di Hezbollah situate a Beirut e hanno diffuso il filmato di uno di questi attacchi. Secondo quanto reso noto dall’esercito i caccia hanno operato sulla base di informazioni precise per colpire “siti di produzione di armi” e altre infrastrutture usate da Hezbollah nella capitale libanese e nei dintorni. Israele - rende poi noto l’Idf - sta continuando a colpire obiettivi di Hezbollah in Libano anche ieri mattina.


Reuters: “Almeno 60 palestinesi uccisi nella notte nella Striscia di Gaza”

Almeno 60 palestinesi sono stati uccisi la notte scorsa sotto il fuoco dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, incluso in una scuola che ospitava famiglie sfollate: lo hanno riferito fonti mediche, riporta l’agenzia di stampa Reuters sul suo sito. I carri armati israeliani hanno effettuato un’incursione in diverse aree nella parte orientale e centrale di Khan Younis, nel sud della Striscia, prima di ritirarsi parzialmente, lasciando almeno 40 vittime e decine di feriti, secondo la radio ufficiale Voice of Palestine e i media di Hamas. A Gaza City, almeno 22 palestinesi sono stati uccisi, secondo le fonti. Un attacco israeliano contro una scuola che ospita famiglie sfollate a Gaza City ha ucciso 17 persone, mentre un altro ha colpito la Società degli orfani di Al-Amal, che ospita anch’essa sfollati, uccidendone almeno altre cinque persone.


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Guterres: “Unifil resta nonostante richieste di Israele”

I peacekeeper di Unifil rimangono in posizione e la bandiera Onu continua a sventolare, nonostante la richiesta di Israele di una ricollocazione”. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. “Ribadisco il nostro profondo apprezzamento ai membri militari e civili della nostra forza di mantenimento della pace Unifil, e ai Paesi che contribuiscono con le truppe”, ha aggiunto. Sempre Guterres ha condannato il lancio di missili su Israele da parte dell’Iran. “L’Iran ha lanciato circa 200 missili balistici verso Israele. Come ho fatto in relazione all’attacco iraniano di aprile, e come avrebbe dovuto essere ovvio ieri nel contesto della condanna che ho espresso, condanno nuovamente e fermamente il massiccio attacco missilistico di ieri di Teheran contro Israele". Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in Consiglio di Sicurezza, rispondendo indirettamente alle accuse dello Stato ebraico.


Hamas rivendica attentato a Jaffa

Hamas ha rivendicato la responsabilità dell’attentato a Jaffa di ieri che ha causato la morte di 7 persone. Lo scrive Haaretz. Hamas ha spiegato che i due uomini che hanno condotto l’attacco, Mohammad Mesek e Ahmed Himouni entrambi di Hebron, sono membri del gruppo. Sei delle sette vittime sono state identificate come Revital Bronstein, 24 anni, Ilia Nozadze, 42 anni, Shahar Goldman, 30 anni, Inbar Segev Vigder, 33 anni, Nadia Sokolenco, 40 anni, e Jonas Chrosis, 26 anni.

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