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La leggenda dei Pink Floyd David Gilmour sul palco del Circo Massimo, dell’ex impero romano. Dopo otto anni dall’ultimo tour il leggendario cantante e musicista è tornato a suonare in giro per il mondo. E in questi giorni lo sta facendo in Italia, Paese che Gilmour adora, come Roger Waters, Nick Mason e lo scomparso Richard Wright. Chi non ricorda l’indimenticabile concerto dei Pink Floyd nel palcoscenico galleggiante di Piazza San Marco a Venezia il 15 luglio 1989 con 250mila persone? O chi dimentica il concerto all’anfiteatro di Pompei nell’ottobre 1971, realizzato grazie all'intuizione visionaria del regista scozzese Adrian Maben?





David Gilmour è un solista, come lo sono Roger Waters e Nick Mason. Sono tre solisti “solitari”. Sono i fantasmi dei Pink Floyd ma sono sempre loro, nonostante gli anni passati. Sono gli stessi di sempre, gli stessi di una band leggendaria per noi che amiamo il loro sound psichedelico. In cuor nostro, desideriamo  che possano un giorno riunirsi e tornare a suonare insieme. Speriamo in un grande ritorno di Roger Waters nel gruppo, artista che adoriamo immensamente. Politicamente ci riteniamo “fratelli” di Waters, ci identifichiamo nei suoi discorsi contro la guerra, contro ogni forma di oppressione e dittatura. Abbiamo sposato le prese di posizione dell’ex front man che si è fatto portavoce di queste battaglie e si scaglia contro i crimini di Israele. Il nostro giornale riporta spessissimo, con grande onore, le sue nette prese di posizione e abbiamo denunciato l’isolamento che ha subito per il suo coraggio nel gridare contro i soprusi. Così come riportiamo spesso i suoi concerti e le sue canzoni.


Immagini tratte da Floyd Channel - the Pink Floyd Italian Fans Page


Ma oggi è il momento di David Gilmour che ha dato spettacolo al circo Massimo. Tre date: 27, 28 e 29 settembre. Tutte sold out in tempi lampo con circa 15mila spettatori a serata. Leggiamo nelle riviste inglesi che David Gilmour pensava di essere in grado di realizzare solo due concerti perché “anziano”. Invece gli organizzatori lo hanno pregato di essere presente per oltre una settimana a Roma e lui ha accettato. E così Roma ospiterà la star anche l’1, il 2 e il 3 ottobre. Anche queste date tutte sold out. E come non poteva essere così? Questo gigante della musica, insieme ai suoi ex compagni, ha venduto oltre 300milioni di copie solo con il disco “The Dark Side of The Moon”. Senza contare gli altri 15 album che hanno totalizzato oltre un miliardo di copie vendute. La leggenda si unisce anche alla storia. I Pink Floyd sono i Beethoven, i Mozart, i Bach dell’era moderna. E rimarranno nella storia dell’umanità per sempre, nei secoli dei secoli.




 

David Gilmour, debutto al Circo Massimo fra passato e presente davanti a 15.000 spettatori

di Sandra Cesarale - 28 settembre 2024

A Roma prima mondiale del nuovo tour: sei date nella Capitale biglietti esauriti. In scaletta le canzoni di «Luck and Strange» e brani dei Pink Floyd 

Sono passati otto anni dall’ultima volta che David Gilmour ha fatto un tour, mettendo piede anche al Circo Massimo. E sembra che niente sia cambiato: ieri come oggi il palco è gigantesco e spartano, con i fondali neri illuminati da un maxischermo tondo che ricorda i tempi andati dei Pink Floyd; solo posti a sedere nell’antica arena dei gladiatori (15 mila spettatori ogni sera, biglietti esauriti per tutti i sei concerti romani, gli unici nell’Europa continentale). Ma è solo apparenza.
L’uomo schivo, l’autore e musicista riservato che imbracciando la chitarra ha contribuito a rendere immortali i Pink Floyd, è tornato. A nove anni da Rattle That Lock, Gilmour ha pubblicato a inizio mese Luck and Strange che farà ascoltare dal vivo nel nuovo tour, partito in prima mondiale ieri dal Circo Massimo. Dopo Roma (ieri sera c’erano anche Sabrina Ferilli e Phil Palmer) sarà la volta di Londra, Los Angeles e New York.
Fine dei giochi? Forse, come ha ammesso lo stesso settantottenne guitar hero che però si è subito smentito, annunciando di avere già del nuovo materiale meritevole di essere ascoltato. Intanto i 15 mila si godono la ritrovata creatività di Gilmour, un lampo malinconico sul tempo che passa, su vecchiaia e morte, sul Covid ma anche sulla famiglia. E infatti sul palco, con la sua arpa, c’è Romany, terzogenita di David e della moglie Polly Samson che da trent’anni collabora con il marito alla scrittura dei testi. La 22enne, come nel nuovo album del padre, canta in una manciata di brani fra cui «Between Two Points», cover di un pezzo dei Montgolfier Brothers.
L’apertura della serata è per le strumentali «5 A.M.» e «Black Cat» dove, per scaldare l’atmosfera, Gilmour produce i primi memorabili assoli. Spazio poi alla traccia che dà il titolo al nuovo album — nata da una jam session del 2007, dove c’era Rick Wright alle tastiere (che morirà un anno dopo le registrazioni) — blues con inserti rock.
Ma per Gilmour la musica non è soltanto un affare di famiglia. Quindi con sé porta una band solida, dominata dal basso di Guy Pratt e dalla batteria di Adam Betts che accendono i groove e dalle tastiere di Greg Phillinganes. Saluta il pubblico in italiano: «Buonasera». Poi presenta uno per uno tutti i componenti della band e alla fine, ironico: «Dimentico qualcuno? Ah sì mia figlia Romany».
Tra fasci di luce e lame laser, sonorità complesse e frammenti psichedelici incombe il fantasma dei Pink Floyd. Ma qui le atmosfere sono più raccolte, tutto il contrario dell’ex sodale e più concettuale Roger Waters. E se la voce di Gilmour si è fatta più incerta, la maestria tecnica è indiscutibile. I virtuosismi con anima e cuore di David trascinano il pubblico durante le quasi tre ore di concerto (con un intervallo). Una ventina i brani in scaletta che attingono inevitabilmente al nuovo album, ma anche ai dischi della band britannica orfana di Waters («A Momentary Lapse of Reason», «The Division Bell»). Si va indietro fino agli irripetibili anni Settanta con «Breathe» e «Time» — durante la quale scorre il cartoon con gli iconici orologi floydiani — da «The Dark Side of The Moon». Dal glorioso repertorio arrivano anche «Wish You Were Here» (che fu scritto per Syd Barrett) e «Fat Old Sun» con lo schermo tondo che si illumina di arancione, giallo, rosso. Un sole incandescente che sembra non voler tramontare mai su Gilmour. E alla fine, tutto il pubblico in piedi, sotto il palco, per ascoltare l'unico bis della serata «Comfortably Numb».

Tratto da: Il Corriere della Sera

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