Secondo la protezione civile i missili, made in USA, hanno polverizzato intere famiglie ad Al-Mawasi e creato un cratere di quasi dieci metri

Un’ennesima carneficina è avvenuta nella notte nella Striscia di Gaza. A diffondere la notizia della strage provocata da un attacco israeliano sono stati i rappresentanti della protezione civile locale, controllata da Hamas, secondo i quali almeno 40 persone sono state uccise e 60 ferite in un'operazione militare che ha coinvolto la "zona umanitaria" di Al-Mawasi a Khan Younis, dove - secondo l'esercito - Hamas avrebbe gestito un centro di comando e controllo. In una dichiarazione online, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno affermato che i jet da combattimento hanno attaccato "terroristi dell'organizzazione terroristica Hamas che operavano in un complesso di comando e controllo camuffato nell'area umanitaria di Khan Younis". Prima dell'attacco, hanno inoltre sottolineato le forze armate dello Stato ebraico, "sono state adottate numerose misure per ridurre il rischio di danni ai civili, tra cui l'uso di armi di precisione, sorveglianza aerea e ulteriori informazioni di intelligence". Fatto sta che i residenti e i medici dell'accampamento di tende nell'area di Al-Mawasi, che avrebbe dovuto essere per decisione dello stesso esercito di Tel Aviv una zona sicura, hanno dichiarato che il quadrante è stato colpito da almeno quattro missili. Il campo è affollato di palestinesi sfollati che sono fuggiti da altre parti dell'enclave. Secondo al Jazeera, l’aviazione israeliana avrebbe sganciato almeno quattro bombe da 900 kg made in USA l’uno provocando un cratere di quasi 10 metri. Testimoni parlano di cadaveri polverizzati nella deflagrazione delle bombe nel campo.
Inoltre almeno 20 tende hanno preso fuoco e alcuni missili hanno causato crateri profondi fino a nove metri.


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© Imagoeconomica


Il bilancio attuale si riferisce alle persone (morti e feriti) - già trovate e trasferite in ospedale, mentre i funzionari della protezione civile hanno segnalato che potrebbero esserci altri civili dispersi sotto le macerie. Un portavoce dell'unità di difesa civile di Hamas, citato dall'agenzia di stampa Shehab, sostiene che intere famiglie "sono state inghiottite da montagne di sabbia sollevatesi durante l'attacco". I video diffusi in rete dopo l'attacco mostrano gli abitanti di Gaza che si arrampicano disperatamente sui cumuli di sabbia nell'oscurità, nel tentativo di raggiungere i morti e i feriti. Hamas ha inoltre negato il fatto che uomini armati fossero presenti nel sito preso di mira dagli attacchi israeliani. In una dichiarazione, il gruppo ha anche respinto le accuse di aver sfruttato aree civili per scopi militari. "Questa è una bugia palese che mira a giustificare questi orribili crimini. La resistenza ha negato più volte che qualcuno dei suoi membri esista all'interno di raduni civili o utilizzi questi luoghi per scopi militari" si legge in una nota. Il portavoce della Protezione civile di Gaza, Mahmud Basal, ha detto questa mattina che "intere famiglie sono scomparse nella sabbia" del campo. Il 90% della popolazione di Gaza - più di 2 milioni di persone - è attualmente sfollata, e quasi tutti gli sfollati sono ammassati in questa "zona umanitaria" designata dall'Esercito, che copre il 14% del centro e del sud della Striscia in aree di Mawasi, Khan Yunis e Deir al Balah. Testimoni dell'attacco hanno riferito ai servizi della Protezione Civile che Israele ha lanciato cinque missili pesanti contro le tende degli sfollati nella zona costiera.

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