Il pentito ospite per due giorni “Amari graffi nell’Anima”, di Casa giovani del Sole
Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 05-09-2024
Amari Graffi nell’Anima è un progetto dell’associazione Casa Giovani del Sole che nasce da un sogno: unire l’espressione dei talenti di ognuno in un progetto di gruppo, per poter raggiungere diverse finalità, fra cui spicca quella di rendere l’arte protagonista e veicolo di una denuncia chiara, reale e legittimata sul tema della criminalità organizzata.
Non meno importante è stato anche il loro desiderio di provare a trasmettere ai giovani nuova fiducia in sé stessi, nel loro futuro e nelle loro progettualità, tentando di rispondere in modo creativo alle sfide che questa società ci pone. Inoltre è stata un’occasione importante per creare nuove collaborazioni con artisti e professionisti che condividono le stesse modalità e ideali.
Infine l’evento è stato pensato anche come un modo per riappropriarsi di spazi dismessi, donando loro nuova vita, portando attenzione al riutilizzo di oggetti in essi contenuti.
L’iniziativa è stata suddivisa in due giornate all’insegna di arte, giustizia e rivoluzione.
Il 30 agosto, presso la loggia del Lionello ad Udine, con il patrocinio del comune ed in collaborazione con ANTIMAFIADuemila, l’associazione Mandi dal Cil, Ricercarti e Colabz, Casa Giovani del Sole ha presentato: “Amari Graffi nell’Anima, Gaspare Mutolo si racconta”, mentre il 31 agosto, presso il parco di sant’Osvaldo ad Udine è stata inaugurata Global Art Experience, un’esperienza immersiva creata attraverso varie forme d’arte, fra cui anche performances dal vivo, in grado di trasportare il visitatore in un viaggio introspettivo capace di rendere lui stesso protagonista.
Tantissime sono state le adesioni a questo straordinario evento, in entrambe le date, anche da fuori regione, al punto da registrare il tutto esaurito sin dalla prima settimana dalla sua sponsorizzazione.
All’apertura dell’evento, il 30 agosto, il nostro redattore Luca Grossi ha intervistato il noto collaboratore di giustizia e pittore italiano.
Un viaggio che dalle profondità dell’animo umano, racconta quelle verità indicibili sulle nostre istituzioni, tragicamente implicate nelle oscure trame di un sistema criminale integrato che ancora oggi sembra detenere un potere assoluto.
Un’opportunità fondamentale per comprendere e raccontare la mafia attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta e ha fatto alchimia di se stesso, collaborando con magistrati del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
© Luca Grillo
Una storia che non ci rende affatto spettatori esterni, bensì protagonisti indiscussi di una realtà che coinvolge la nostra stessa “anima” in un processo catartico, realizzato attraverso la comprensione delle indicibili complicità del fenomeno con il potere vigente. Una presa di coscienza che ci pone grandi responsabilità, stimolando in noi un processo di trasformazione in grado di renderci artefici di un cambiamento collettivo.
Ad aprire la serata è stata l’arte con Nicoletta Taricani, una giovane cantante jazz di origini siracusane che ha portato sul palco alcuni estratti del suo ultimo album, Memorie, uscito nel 2024 per l’etichetta nusica.org. L’opera racconta la vita e la carriera della foto-giornalista palermitana Letizia Battaglia, scomparsa nel 2022.
“Partiamo da una verità indiscutibile. Questo governo e i governi precedenti vogliono perdere la lotta contro la mafia. Nessuna misura legislativa, nessuna misura di carattere ordinario sono volte a dare un contributo decisivo (contro la criminalità organizzata - ndr) o per scoprire i mandanti esterni delle stragi del 92, del 93 e del 94”, esordisce Grossi, esprimendo l’amara constatazione che questo governo non solo ha abbandonato la lotta contro Cosa Nostra, ma ha attuato misure diaboliche che pongono addirittura in grave crisi il fenomeno del pentitismo.
© Luca Grillo
“L’ultima trovata è stata quella di tagliare le gambe ai collaboratori di giustizia. In particolare l’Agenzia delle entrate che risponde direttamente al ministero dell’economia e delle finanze ha deciso di confiscare i capitali, i soldi che servono ai collaboratori per rifarsi una vita”, prosegue il redattore, introducendo la testimonianza di Gaspare che ha ricordato la centenaria connivenza tra le mafie e le nostre istituzioni.
“Tante persone si domandano cos’è questa mafia. Come diceva Paolo Borsellino è un’associazione che o va d’accordo col governo oppure si fanno la lotta. In questo momento vanno a braccetto”, ha spiegato il pentito, riproponendo alcune vicissitudini storiche nel merito.
“Nel 1973 Leonardo Vitale decise di collaborare con la giustizia, ma poiché c’era una collusione tra la mafia e la politica, non solo non fu creduto ma venne preso per pazzo”, ha ricordato Gaspare.
Un oscurantismo nei confronti della criminalità organizzata, la cui esistenza veniva messa in discussione dalle stesse autorità, che perdurò fino agli anni 80’, quando grazie all’operato di Falcone e Borsellino, accompagnato dalle testimonianze di pentiti di alto calibro come Tommaso Buscetta, si diede inizio al maxiprocesso.
© Francesco Ciotti
“Nel 1984 Buscetta ha trovato terreno fertile, non perché fosse cambiato il governo ma perché c’erano 2 uomini (Falcone e Borsellino) che effettivamente volevano combattere il male”, ha continuato Gaspare, evidenziando come la sua scelta di pentirsi e collaborare con la giustizia è stata stimolata dalla conoscenza di persone che “veramente volevano combattere contro la mafia”.
Una complicità subito ostacolata da un potere deviato che molto aveva da temere dalle attività investigative dei magistrati, considerati “scomodi”. Nei racconti di Gaspare riaffiora dunque il ricordo del suo incontro con Borsellino quando, mentre lo stava interrogando in segreto, viene inaspettatamente contattato dal Viminale. Arrivato nell’anticamera del ministro degli interni che al tempo era Nicola Mancino, incontra l’agente segreto Bruno Contrada che gli fa una battuta sull’interrogatorio con Mutolo. Come faceva a sapere Contrada di questo incontro? Quando Borsellino incontra Gaspare, poco dopo, era talmente nervoso che si mise a fumare due sigarette contemporaneamente.
“Avevo già detto a Falcone che la persona più pericolosa che c’era al governo era Bruno Contrada, ma nominai pure La Barbera e altri personaggi”, ha spiegato l’ex mafioso, ribadendo le ragioni che spingono le istituzioni corrotte ad osteggiare con tutte le forze l’attività dei pentiti.
“Siamo arrivati al punto che vogliono distruggere i collaboratori, perché capiscono che il collaboratore all’interno dell’organizzazione può svelare i segreti tra lo stato e la mafia”.
© Andrea Salone
A Sant’Osvaldo di Udine prende vita Global Art Experience
Il giorno seguente, l’arte ha veicolato in modo straordinario per un’intera giornata profondi messaggi di denuncia e consapevolezza inerenti mafia, legalità, giustizia, portando le persone ad una riflessione personale sulle proprie responsabilità.
Ci si sente trasportati in un altro mondo, non appena si varcano le porte del parco di Sant’Osvaldo ad Udine. Il sole splende anche sui vecchi edifici fatiscenti, inseriti nel comprensorio dell’ex manicomio, che ancora sembrano raccontare antiche storie di dolore. Ma da ieri, al padiglione 9, si respira nuova vitalità che rende giustizia a quei luoghi che sembravano oramai perduti e in rovina, con l’apertura di Global Art Experience.
All’evento erano presenti l’assessore alle pari opportunità e le politiche giovanili, Arianna Fachini, la presidente regionale dell’Anpi di Udine, Antonella Lestani.
© Andrea Salone
Global Art Experience è stato inaugurato da Gaspare Mutolo, reso anche lui partecipe di questo evento, attraverso scatti inediti che ho realizzato, con l'obiettivo di narrare la sua storia di metamorfosi attraverso l’arte, stimolando così una possibilità di cambiamento anche da parte dello spettatore.
Le sale hanno preso vita anche attraverso le opere di Fabio Bedin, Marco Recchia e Sonia Sist, arricchite dalle coreografie di danza dei ballerini Mattia e Chiara Lautieri, Diana Giacometti, Mailin Cuevas, in un percorso coinvolgente a cui si viene condotti dall'interpretazione degli attori David Marchi, Stella di Toma, Luca Lautieri e Alessia Miconi. Il tutto è stato reso ancora più emozionante con l'accompagnamento di musiche inedite create dai musicisti Nico di Sante, Francesco Iannetti, Alessandro De Ross e attraverso le suggestive proiezioni della Lotus produzioni.
Un percorso che vede al centro il tema della mafia e della legalità, sviscerandolo nelle sue varie sfaccettature, talvolta poco valorizzate, nel tentativo di stimolare nello spettatore il suo senso di responsabilità nei confronti di queste tematiche.
Sono stati momenti davvero unici. Al termine della visita, che ha visto il pubblico ancora emozionato, i presenti sono stati congedati con un piccolo omaggio: un biglietto raffigurante un’immagine esposta alla mostra, riportante una frase emblema della giornata, che vuole essere per tutti un augurio.
“Trova la luce nell’arte, illuminando il mondo di giustizia”.
La partecipazione è stata talmente sentita che sono giunte numerose richieste di replica.
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