Stop all’invio di armi “offensive” da parte della Gran Bretagna a Tel Aviv
Ancora vittime in Cisgiordania. Due persone sono state uccise a causa delle operazioni israeliane nel sobborgo di Dhanaba, a est di Tulkarem. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui i militari israeliani hanno circondato una casa e sparato delle granate che hanno provocato la morte di due persone. Lo scorso 28 agosto, i militari israeliani hanno lanciato un'operazione in West Bank contro i gruppi armati di ribelli palestinesi. Secondo i dati pubblicati da Wafa, nell'ultima settimana sono stati uccisi 34 palestinesi, di cui 19 a Jenin, otto a Tulkarem, quattro a Tubas e tre a Al-Khalil. Dal 7 ottobre 2023 sono state uccise 685 persone in Cisgiordania dove non governa Hamas, bensì l’Autorità nazionale palestinese.
Il braccio armato di Hamas, le Brigate al Qassam, ha dichiarato che gli ostaggi torneranno in Israele "dentro bare" se la pressione militare continuerà. "L'insistenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel liberare i prigionieri attraverso la pressione militare anziché concludere un accordo significherà che torneranno alle loro famiglie dentro bare", ha affermato il portavoce del gruppo Abu Obeida, avvertendo che nuove istruzioni sono state emesse a giugno ai militanti che sorvegliano i prigionieri su cosa fare qualora le truppe israeliane si avvicinassero.
Nel frattempo, oggi il ministro della Difesa britannico John Healey ha detto alla BBC che le licenze per le armi a Israele sono state sospese solo per quanto riguarda le parti che vengono utilizzate "a scopi offensivi" a Gaza. "Questo è un governo che ha un dovere verso la legge" ha affermato il ministro, il quale ha tuttavia escluso un divieto totale di vendita di armi a Israele.
John Healey
Healey ha comunque ribadito la "determinazione assoluta del Regno Unito a sostenere Israele" e il suo diritto alla legittima difesa. "Rimaniamo un solido alleato di Israele" ha detto il ministro laburista. Rispondendo alle critiche di Amnesty International, che ha definito l'annuncio di Londra come "politica di facciata”, Healey ha dichiarato che la decisione riguarda "il rispetto dello stato di diritto" e ha sostenuto che l'unico modo per porre fine al conflitto è un cessate-il-fuoco immediato, per il quale il governo di Londra sta facendo pressioni.
Sempre sul fronte internazionale, funzionari del ministero della Giustizia israeliano prevedono che la Cpi deciderà nei prossimi giorni se emettere mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, pur essendo cautamente ottimisti sul fatto che la corte deciderà di non emetterli. I funzionari, da un lato, vedono nel rifiuto del governo d'istituire una commissione d'inchiesta israeliana per indagare sugli eventi della guerra un incentivo per la Corte penale internazionale a emettere il mandato. Tuttavia, la Corte ha recentemente ricevuto 26 pareri legali a sostegno di Israele da parte di altri Paesi, organizzazioni e accademici e questo può suggerire alla corte di lasciar perdere. I funzionari si aspettano che la decisione venga entro pochi giorni o settimane. Il procuratore della Cpi ha anche richiesto mandati di arresto contro alti funzionari di Hamas, tra cui Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh (ucciso nei giorni scorsi a Teheran).
La corte ha ricevuto 64 pareri legali relativi alla richiesta di Khan. La maggior parte sostiene i mandati, ma 26 sostengono Israele. Questi includono pareri provenienti da Germania, Argentina, Ungheria, Repubblica ceca, Congo e Stati Uniti (che non sono membri della corte, ma hanno presentato un parere), nonché dall'Associazione Internazionale degli Avvocati e Giuristi Ebrei, dal senatore statunitense Lindsey Graham e altri. Se i mandati venissero emessi contro Gallant e Netanyahu, i 124 stati membri della corte sarebbero obbligati a estradarli se entrassero nel territorio di quei paesi. Tuttavia, i mandati potrebbero anche portare vari paesi a imporre sanzioni a Israele, inclusi embarghi sulle armi o sanzioni economiche. Inoltre, aggiungerebbero Israele alla lista di paesi come la Russia e l'Iran, considerati violatori del diritto internazionale.
Foto © Imagoeconomica
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