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Il suo arrivo a Washington incendia le tensioni, mentre in Italia Mattarella e Meloni incontrano presidente Stato israeliano Isaac Herzog

Il presidente Usa, Joe Biden, e la vice, Kamala Harris, hanno tenuto incontri bilaterali separati con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Il focus principale è stato chiudere gli ultimi 'gap' sull'accordo per il "cessate il fuoco" e la liberazione degli ostaggi di Hamas. Gli Usa ritengono di essere nelle fasi finali della conclusione di un accordo che dovrebbe sospendere i combattimenti a Gaza e consentire la liberazione degli ostaggi. Gli incontri, parte della visita di alcune ore di Netanyahu alla Casa Bianca, avvengono il giorno dopo che il leader israeliano ha pronunciato il suo discorso di fronte alle camere riunite del Congresso federale Usa.

Un lungo intervento che ha fatto molto discutere, durante il quale - di fatto - ha difeso le ragioni dell’assedio a Gaza con sprezzante cinismo e una generosa dose di propaganda tipica dei regimi totalitari. Dai familiari degli ostaggi di Hamas, ai veterani di guerra; dagli slogan del tipo “il conflitto tra Israele e Hamas non è un confronto tra la civiltà e la barbarie” fino ai ringraziamenti agli Usa per il loro sostegno (economico e militare). Insomma, nell’intervento di “BibiNetanyahu c’era tutto, tranne il genocidio in corso, le vittime collaterali e l’apartheid, ovviamente.

L'arrivo del premier israeliano a Washington ha incendiato le tensioni politiche ed esacerbato le divisioni all'interno del Partito democratico, che deve fare i conti con la sua componente progressista pro-palestinese e che sperava di limitare il più possibile il rilievo politico e mediatico della questione israelo-palestinese in vista delle elezioni presidenziali in programma negli Usa a novembre. Una corsa alla Casa Bianca che ha già un handicap con il ritiro di Biden.


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Benyamin Netanyahu

Oltre alle invettive contro l’Iran, Netanyahu ha anche sollecitato Washington ad accelerare le forniture di armi verso Tel Aviv. "Apprezzo profondamente il vostro sostegno, anche nell'ambito della guerra in atto, ma questo è un momento straordinario - ha detto il primo ministro -. Dateci gli strumenti di cui abbiamo bisogno in fretta, così potremo finire il lavoro altrettanto in fretta".

Netanyahu, inoltre, ha rigettato le accuse rivolte al suo governo per la sanguinosa campagna militare a Gaza da parte della Comunità internazionale (sono oltre 39mila le vittime palestinesi nell’enclave dal 7 ottobre ad oggi, per oltre la metà donne e bambini). Le accuse di crimini di guerra mosse dalla Corte penale internazionale (Icc) nei confronti di Israele sono "false, e bugie del genere sono pericolose", ha dichiarato il capo del governo israeliano. "Vogliono legare le nostre mani e impedirci di difenderci, e se avranno successo la democrazia rischierà di non avere più la capacità di combattere il terrorismo", ha aggiunto Netanyahu, aggiungendo però che "le nostre mani non saranno mai legate: continueremo a difenderci".

Il primo ministro ha puntato l'indice anche contro le persone che protestano contro Israele, sostenendo che contestare lo Stato ebraico nel contesto attuale significhi schierarsi con Hamas e con l'Iran: i manifestanti pro-Palestina sono gli "utili idioti" dell'Iran e "dovrebbero vergognarsi", ha detto Netanyahu.

Mentre il premier Netanyahu pronunciava il suo discorso al Congresso di Washington, in città scoppiava il panico per la manifestazione pro-Palestina. Manifestanti sono stati arrestati, manichini del premier israeliano sono stati bruciati davanti alla DC Union Station. Dato fuoco anche alle bandiere americane e i monumenti sono stati imbrattati. Infine, sulla Union Station Bell sono comparse scritte "Free Palestine" o "Netanyahu go to hell". Sono stati anche arrestati, e poi rilasciati, sei parenti di ostaggi israeliani durante il discorso del premier israeliano.


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Joe Biden © Imagoeconomica

Tra gli scroscianti applausi di molti dei presenti, c’è chi, al contrario, ha applaudito timidamente o, addirittura, si è opposto alla propaganda di “Bibi”. La deputata palestinese-americana Rashida Tlaib, infatti, ha mostrato un cartello con la scritta "criminale di guerra" in segno di protesta.

Alle parole di Netanyahu al Congresso hanno fatto subito seguito quelle di Hamas che in una nota ha definito "fuorvianti” per la comunità internazionale. "Il discorso di Netanyahu sull'intensificazione degli sforzi per restituire gli ostaggi è una completa menzogna e inganna l'opinione pubblica israeliana, americana e internazionale, mentre è lui che ha vanificato tutti gli sforzi volti a porre fine alla guerra e a concludere un accordo per il rilascio dei prigionieri, nonostante i continui sforzi dei mediatori dei nostri fratelli in Egitto e Qatar", ha detto il gruppo militante palestinese. Hamas ha inoltre respinto la visione di Netanyahu per il futuro di Gaza, che consisterebbe in un'amministrazione civile smilitarizzata nell'enclave, e ha accusato Netanyahu di essere disonesto sulla consegna degli aiuti nella Striscia di Gaza e di minimizzare il numero di palestinesi uccisi nella guerra in corso. Nella sua visita di alto profilo a Washington, Netanyahu si è impegnato a raggiungere la "vittoria totale" contro Hamas.

Anche l’Iran non ha esitato a rispondere. Il governo di Teheran, infatti, ha contestato gli Stati Uniti per avere accolto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Il governo e il Congresso degli Stati Uniti accolgono questo carnefice con applausi e ovazioni dopo ovazioni. Vergogna è il minimo che si possa dire per questo fiasco", ha affermato su X il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, aggiungendo che "il primo ministro di un regime falso è nelle braccia dei suoi sostenitori dopo nove mesi di genocidio e infanticidio" e che, dopo l'arrivo di Netanyahu negli Usa, "lo slogan dei diritti umani è oggi la frase più ridicola pronunciata dai leader americani ed europei".


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Kamala Harris

A chiudere la missione della diplomazia israeliana “fuori casa”, oltre all’incontro Netanyahu-Biden, è stato il presidente dello Stato di Israele Isaac Herzog, ricevuto ieri in Italia prima al Colle e poi a Palazzo Chigi, mentre poco distante, nella Galleria Sordi, andava in scena una manifestazione pacifica pro-Palestina.

Durante gli incontri bilaterali con la premier Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è parlato della necessità di evitare l’allargamento del conflitto in Medio Oriente, del rispetto del diritto umanitario a Gaza e del raggiungimento della liberazione degli ostaggi israeliani in mano a Hamas, lavorando per la soluzione “due popoli in due Stati”.

La visita di Herzog non è stata ben accolta dal movimento pro-Palestina italiano. Il presidente dello Stato ebraico, infatti, tra le altre cose, a ridosso del Natale 2023 è stato immortalato mentre firmava con un pennarello nero alcuni missili israeliani che di lì a poco sarebbero stati usati per bombardare la Striscia di Gaza e uccidere migliaia di civili. Addirittura su una delle bombe c’era scritto “io credo in te”, come augurio che quella bomba potesse colpire e uccidere quanti più civili possibili. Una scena difficile da dimenticare. Isaac Herzog, inoltre, è lo stesso presidente israeliano che in passato dichiarò che parlare di innocenti a Gaza è "retorica", in quanto a suo dire non esistono innocenti nell'enclave.

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