L'intervista dell'ex magistrato di Palermo a Byoblu
"Chissà dove si trova oggi quell'agenda rossa e chissà quali ricatti ancora oggi si fanno su quell'agenda rossa, sul contenuto di quell'agenda rossa" ha detto l'ex magistrato e oggi avvocato Antonio Ingroia in un'intervista a Byoblu.
Ingroia, oltre alla strage di via d'Amelio e alla sparizione dell’agenda di Paolo Borsellino, ha parlato anche dell'indagine ricostruttiva sul "sistema criminale", cioè sulla "tesi che per una serie di ragioni anche di geopolitica internazionale c'era una necessità di una nuova regolamentazione non solo della politica e quindi il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, ma anche dei rapporti di forza tra i vari poteri legali ed extralegali che hanno condizionato sempre il corso politico, sociale ed economico del nostro paese. Uno di questi poteri naturalmente è anche il potere militare della mafia, spesso utilizzato da altri poteri, a volte in conflitto con altri poteri" ha detto l'ex pm.
In altre parole "servivano le stragi mafiose per dare una copertura a quello che in realtà era un vero e proprio golpe, al quale erano interessate potenze straniere ed era dentro un processo anche di balcanizzazione del nostro paese. Si cavalcavano anche fenomeni politici disgreganti come quello delle leghe, tanto che pezzi della massoneria e della destra eversiva con nomi pesanti come Licio Gelli e Stefano Delle Chiaie avevano organizzato una serie di leghe meridionali che dovevano fare da sponda al fenomeno della Lega Nord".
Il legale ha ricordato che è nel dna di Cosa nostra affidarsi "alle forze politiche di governo, non a forze politiche movimentiste di opposizione. Ma c'erano lo stesso, ripeto, delle pressioni anche su Riina in questo senso che venivano da vari ambiti; c'erano state delle riunioni sia a Roma, secondo dichiarazioni di pentiti, con partecipazione di uomini politici, partecipazione di uomini dei servizi segreti, generali non meglio identificati".
Altri elementi che rientrano in questo quadro sono certamente "massoneria deviata, pezzi dei servizi deviati, eccetera. Hanno certamente condizionato il nostro paese anche a colpi di stragi e di bombe come la famosa cosiddetta strategia della tensione degli anni '60-'70. Ora, che siano tutti immediatamente legati a ciascuno degli altri, non lo saprei dire, ma certamente quell'anno fu un anno cruciale e di svolta rispetto al quale la fantomatica ma reale cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, al di là dello stato processuale per i singoli imputati nella recente Cassazione. Anche quella Cassazione che pur ha assolto gli imputati ha confermato che la trattativa ci fu, e quella trattativa ha creato i presupposti per una ricomposizione dell'assetto nella Seconda Repubblica, e probabilmente ancora oggi lo vediamo sotto i nostri occhi, ma dietro le quinte ciò che sta accadendo".
ARTICOLI CORRELATI
Di Matteo: ''Questo non è il Paese per il quale si sono sacrificati Falcone e Borsellino''
Lodato: Falcone e Borsellino uccisi perché si doveva costruire il Paese delle complicità
Paolo Borsellino ucciso dalle coppole storte. Tutto qui?
Di Saverio Lodato
Strage di via D'Amelio, ''Noi sappiamo chi siete'': la resistenza e la ricerca della verità sull’eccidio del '92
Via d'Amelio: la nostra verità (Prima parte)
Via d'Amelio: la nostra verità (Seconda parte)
Via d'Amelio: la nostra verità (Terza parte)
Our Voice: ''Via d'Amelio? Strage di Stato. Governo vuole verità comode''
Sonia Bongiovanni legge Nino Di Matteo: ''Lettera a Paolo Borsellino’’
Sonia Bongiovanni legge Saverio Lodato e Nino Di Matteo: ''Il Patto Sporco e il silenzio’’
La Trattativa Stato-Mafia e la morte di Paolo Borsellino