
L'intervista al direttore di ANTIMAFIADuemila dai ragazzi dell'Associazione Casa Giovani del Sole
"Quella di via d'Amelio è stata una strage anomala nei tempi. È stata chiesta due mesi dopo perché Borsellino aveva scoperto delle verità indicibili. La frase di Graviano in carcere che dice: 'Ma questo crasto', cioè questo cornuto, mi chiede: 'Mi fai una cortesia? Io gli faccio la cortesia e poi lui mi fa stare in carcere'. Ma che cortesia ha potuto chiedere Berlusconi? Quella della strage del '93 per creare tensione o quella di Borsellino, perché poteva fottergli Borsellino a lui e a Marcellino".
Allora viene detto a Riina: 'Falla, ti copriamo, perché questo ci porta alla rovina'.
E che rovina avrebbe fatto Borsellino? Sapeva delle cose che nemmeno noi sappiamo, ma certamente sapeva che Marcello Dell'Utri era sotto inchiesta e che stava nascendo un partito. Ora, come fa a vincere il partito Forza Italia e a governare per vent'anni se il magistrato più importante d'Italia in quel momento lo identifica come un mezzo mafioso? È impossibile che vinca le elezioni, quindi per vent'anni avremmo avuto un'altra storia in Italia."
Sono state queste le parole del direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni nell'intervista che due giovani ragazzi, Francesco Piras e Chiara Lautieri, membri dell'Associazione Casa Giovani del Sole, hanno fatto a maggio scorso.
"La mafia siciliana ha eseguito degli attentati nel 1992-1993, ma c'erano altri che erano d'accordo nell'eliminare i magistrati scomodi. Altri l'hanno chiesta se non addirittura ordinata" ha detto. "Oggi - ha proseguito - vogliono ancora bloccare quei magistrati che possono arrivare a certe verità".
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