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Ennesimo scandalo al Csm. La consigliera laica Rosanna Natoli ha rassegnato le sue dimissioni dalla Sezione disciplinare. L’avvocata, eletta in quota Fratelli d’Italia, il 3 novembre 2023 ha convocato e ricevuto nel suo studio di Paternò la giudice di Catania Maria Fascetto Sivillo, che si trova a processo davanti alla stessa Sezione.
Il nuovo terremoto, che fa tremare ancora una volta Palazzo Bachelet, ha come epicentro l'udienza di martedì scorso sul caso Sivillo, su cui pende un procedimento disciplinare per la condanna a tre anni e sei mesi inflitta dal tribunale di Catania per aver preteso la cancellazione di una cartella esattoriale da parte dell'agenzia delle riscossioni siciliana. Nel corso del dibattimento la giudice ha rivelato alla commissione di avere una "cosa grave da raccontare", e cioè quell'incontro privato con la sua conterranea Natoli. Il suo avvocato, Carlo Taormina, ha poi consegnato la pennetta Usb con l'audio del colloquio e le 130 pagine della trascrizione nelle mani del presidente della sezione disciplinare, Fabio Pinelli. Un paio d'ore dopo è arrivata la comunicazione delle dimissioni della consigliera che, di conseguenza, non si è presentata al plenum di ieri.
Dall’audio pubblicato ieri su Il Fatto Quotidiano si evince chiaramente che Natoli dà consigli alla magistrata su come difendersi dalle accuse nei suoi confronti, nonostante sia uno dei giudici che dovranno valutare – e in parte hanno già valutato – la sua condotta.
Nei loro anni al Csm, gli ex consiglieri togati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita - che hanno affrontato in prima persona gli scandali Palamara e quello sulla fantomatica Loggia Ungheria - a più riprese hanno detto che il compito del Csm è quello di “segnalare ogni aspetto di possibile disfunzione per l’amministrazione della giustizia e di lesione dell’indipendenza e autonomia della magistratura nel suo complesso e nei confronti del singolo magistrato”. L’esatto contrario, dunque, di ciò che traspare dalla conversazione tra Rosanna Natoli e Maria Fascetto Sivillo.
Proprio nei giorni scorsi Sebastiano Ardita, oggi procuratore aggiunto a Catania, su cui tra l’altro la Natoli avrebbe posto il veto al Csm per la sua nomina come capo della procura etnea, a Reggio Calabria ha parlato proprio del codice etico della magistratura. Una lectio magistralis che, senza timore di smentita, a molti Consiglieri farebbe bene. Anzi, farebbe scuola.

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