Il direttore di "Sicurezza Internazionale": "In caso di guerra atomica, i generali USA penserebbero al loro Paese''
“A partire dal 2026, gli Stati Uniti piazzeranno i loro missili più sofisticati in Germania per minacciare la Russia. Secondo la NATO e i suoi propagandisti, si tratta di una mossa intelligente. La Russia si spaventerà moltissimo. La paura della Russia sarà talmente grande che i suoi generali finiranno per sottomettersi a tutte le decisioni dell’Occidente, incluso l’ingresso dell’Ucraina nella NATO”. Il commento, ironico ma non troppo velato, proviene dal professore di Sociologia del terrorismo, Alessandro Orsini. Sul Fatto Quotidiano, Orsini ha spiegato quanto possa essere pericolosa la decisione di installare, nel 2026, in Germania, missili americani a lunga gittata capaci di trasportare testate nucleari; missili che verranno puntati verso il territorio russo, dove - ha precisato Orsini - sono presenti ben 6.000 testate nucleari. Orsini, per ragioni di “comodità espositiva”, ha deciso di chiamare questa teoria, che vede la NATO, insieme ai principali media e governi occidentali, intenzionati a proseguire con una linea dura contro la Russia, la “tesi della follia assoluta”. Secondo questi attori, infatti, l’unico deterrente in grado di fermare la guerra in Ucraina e costringere Mosca a rinunciare ad ulteriori aggressioni, proteggendo così l'integrità dei paesi vicini, sarebbe quello di armarsi con armi atomiche contro un paese già fortemente armato. “Molti plaudono alla tesi della follia assoluta perché immaginano la guerra nucleare tra l’Europa e la Russia come uno scambio ordinato: nel senso che la Russia lancia una testata nucleare contro la Germania, poi la Germania lancia una testata nucleare contro la Russia, poi la Russia lancia un’altra testata nucleare contro la Germania e così via”. Si tratta di un modo di immaginare la guerra in Europa che, per il docente di Sociologia del terrorismo, è completamente errato.
Altra concezione errata di una possibile guerra in Europa contro la Russia riguarda l’intensità di una risposta militare da parte degli Stati Uniti a protezione del vecchio continente. “I propagandisti della NATO - ha spiegato il direttore di “sicurezzainternazionale.com” - dicono: ‘Sì, è vero, l’Unione Europea ha soltanto 290 testate nucleari e la Russia 6000. Però gli Stati Uniti colpirebbero la Russia con le loro testate nucleari bilanciando lo squilibrio’. Peccato che gli Stati Uniti non userebbero mai le testate nucleari contro la Russia per difendere un Paese europeo. Se l’Italia fosse colpita dalle testate nucleari della Russia - ha proseguito Orsini -, gli Stati Uniti non replicherebbero colpendo il territorio russo con le proprie testate nucleari, giacché, in caso di guerra nucleare, l’obiettivo principale degli Stati Uniti non sarebbe la protezione dell’Italia, bensì la propria sopravvivenza”. E aggiunge: “I generali americani farebbero un ragionamento di questo tipo: ‘Che l’Italia vada in malora. Noi americani dobbiamo pensare soltanto a non essere colpiti dalle bombe atomiche della Russia’”.
Se ciò non bastasse, nel caso in cui Mosca dovesse sentirsi minacciata dall’Europa, la Russia “colpirà con un numero talmente grande di testate nucleari da impedire di reagire”. E dal momento che la Russia dispone di ben 6.000 testate nucleari, per il docente di Sociologia del terrorismo internazionale, Alessandro Orsini, la prima mossa della Russia sarebbe anche quella definitiva.
Foto © Roberto Pisana
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