Il docente di Sociologia del terrorismo: “Primo ministro ungherese consapevole del rischio di una Terza guerra mondiale”
La visita del primo ministro ungherese Viktor Orbán, attuale presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea, a Mosca per incontrare il presidente Vladimir Putin ha suscitato una valanga di critiche da parte di numerosi funzionari dell'UE e di diversi capi di stato e di governo dei paesi membri. Si tratta della prima visita in Russia di un leader europeo dopo due anni; l'ultima risale ad aprile 2022, quando il cancelliere austriaco Karl Nehammer visitò Mosca due mesi dopo l'inizio del conflitto in Ucraina. La visita di Orbán avviene in un contesto in cui la recrudescenza del conflitto appare sempre più evidente, con il timore che possa inevitabilmente portare a una Terza guerra mondiale. Dall’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, Josep Borrell, alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, fino al segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, il quale ha precisato che, in Russia, Orbán rappresentava solo l’Ungheria e non la NATO, in molti hanno deciso di prendere le distanze dall’incontro tra il presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, Orbán, e il presidente russo, Vladimir Putin. Sul tema è intervenuto il professore di Sociologia del terrorismo e direttore di “sicurezzainternazionale.com”, Alessandro Orsini: “Orbán viene ritratto come Al Pacino nell’Avvocato del Diavolo: un essere malvagio interessato alla promozione del Male universale - ha spiegato Orsini sul Fatto Quotidiano - . Sentiamo dire che Orbán si è recato in Russia per causare il male dell’Ucraina, della democrazia e dell’Unione Europea. C’è addirittura chi chiede che gli venga sottratta la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea”.
Questioni di sicurezza nazionale
Orbán, come leader ungherese, ha anche la responsabilità di proteggere la sicurezza del suo paese, che confina con l’Ucraina. “Il primo dovere di Orbán è difendere la sicurezza degli ungheresi. Orbán è consapevole che il conflitto può degenerare nella Terza guerra mondiale e, quindi, in uno scontro nucleare davanti all’Ungheria.
Alessandro Orsini © Roberto Pisana
Così, come Giorgia Meloni non vuole la guerra civile in Libia, Orbán - ha ribadito Orsini - non vuole la Terza guerra mondiale in Ucraina. Recandosi a Mosca per trovare una soluzione diplomatica, Orbán si comporta come Meloni che si reca in Libia per scongiurare un’altra guerra tra Haftar e i suoi rivali. Come mai i media italiani non riescono a vedere un fatto così elementare e macroscopico?”.
L’esercito di Kiev sempre più debole
Da tempo l'esercito ucraino sta perdendo terreno mentre la Russia continua ad avanzare. L'avanzata delle truppe russe potrebbe portare il conflitto in Ucraina a un livello ancora più critico e potenzialmente irrecuperabile. “Non c’è giorno in cui i russi non conquistano un nuovo territorio. L’esercito ucraino perde sempre. Non c’è mai stata una Bakhmut, una Mariupol o una Avdiivka in favore degli ucraini. Gli ucraini - ha proseguito il docente di Sociologa del terrorismo - subiscono continue disfatte e il loro futuro è addirittura peggiore. La ragione è presto detta. L’esercito ucraino è sempre più debole rispetto al 24 febbraio 2022; quello russo, invece, è sempre più forte. L’esercito ucraino ha iniziato la guerra al massimo delle proprie forze; quello russo al minimo delle proprie possibilità.
L’Ucraina ha speso tutto il proprio potenziale offensivo; la Russia ha appena avviato la sua macchina da guerra. Conoscendo i rapporti di forza, Orbán ha svolto il seguente ragionamento: ‘A me conviene fermare la guerra prima che la Russia minacci Kiev innescando conseguenze imprevedibili che potrebbero travolgere l’Ungheria’”.
Il pericolo di una mossa azzardata da parte degli Stati Uniti
Con la sconfitta di Emmanuel Macron in Francia, l’invio di truppe europee in Ucraina è diventato piuttosto improbabile. Proprio questa circostanza potrebbe spingere gli Stati Uniti ad una scelta drastica che provocherebbe il conflitto militare in Europa. “Orbán è consapevole che l’opzione dell’invio di truppe francesi in Ucraina non è più possibile dopo che Macron è stato frantumato dal voto democratico. Il che ha indotto Orban a ragionare come segue: ‘Se l’Unione Europea non può fermare i russi con le armi, allora gli Stati Uniti potrebbero fare qualche mossa estrema che potrebbe devastare l’Ungheria. Meglio fermare la guerra al più presto’”.
Sembrerebbe che la visita di Viktor Orbán a Mosca segua una strategia precisa che non si basa su intenti malvagi o su una visione moralista della politica internazionale. Al contrario, la classe politica e mediatica europea sembra incapace di perseguire obiettivi che non conducano alla guerra e alla distruzione. “Gli interessi nazionali dell’Italia sono in pericolo perché l’Unione Europea è dominata da una classe politica e mediatica corrotta - ha concluso Orsini -, incapace di valutare correttamente ciò che accade in Ucraina. Questa è una delle ragioni per cui l’Ucraina è un Paese distrutto, smembrato, spopolato e senza più futuro”.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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