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"Sue affermazioni delegittimano ruolo del pubblico ministero e sfiduciano magistratura tutta"

“Premesso il diritto di ogni consigliere di esprimere nel dibattito le proprie opinioni, non possiamo tacere il nostro fermo dissenso rispetto al metodo e al contenuto di affermazioni che si sono di fatto risolte in un atto di delegittimazione del ruolo del pubblico ministero e di generalizzata sfiducia nel lavoro degli uffici di Procura e, quindi, della magistratura tutta. Rappresentazione che non solo non trova alcun riscontro nell’assetto istituzionale ma che è ancora più grave perché offerta da chi riveste il ruolo di vicepresidente dell’organo di governo autonomo della magistratura”. È il j'accuse letto ieri in plenum al Csm dal consigliere Antonello Cosentino, esponente dei progressisti di Area e magistrato di Cassazione, con cui i consiglieri togati di tutte le correnti (in totale venti, più il laico in quota Pd Roberto Romboli) hanno criticato il loro vicepresidente, l’avvocato leghista Fabio Pinelli.

Il "casus belli" è stata la nuova circolare sull'organizzazione delle procure approvata in Consiglio. Questo documento stabilisce le regole interne per gli uffici inquirenti di tutta Italia. La circolare, approvata in mattinata con sei voti contrari e due astenuti, è stata duramente criticata dai consiglieri laici, eletti dal Parlamento e appartenenti al centrodestra. Le critiche si sono concentrate sulle norme che valorizzano e proteggono il ruolo dei singoli sostituti procuratori, limitando il potere dei procuratori capo. E poco prima del voto - quindi senza possibilità di replica - Pinelli ha annunciato la sua astensione sul documento lanciando un attacco frontale contro l'intera categoria dei magistrati inquirenti, utilizzando argomentazioni dal retrogusto berlusconiano.

Secondo il numero due del Csm, la circolare approvata pecca di “eccessi limitativi dei poteri del procuratore della Repubblica”, verso cui mostra “sfiducia e diffidenza”. E ciò, afferma, nonostante i procuratori possano vantare “maturità e competenze professionali [...] tanto più importanti in un contesto che ha visto, nei fatti, un progressivo e continuo spostamento del centro del procedimento verso la fase delle indagini preliminari, in cui ormai si concentrano tutti i rischi di compromissione della vita personale, reputazionale e professionale del cittadino, rispetto ai quali il dibattimento ormai non offre che una tardiva e spesso insufficiente garanzia. Pensare che ci sia un giudice a Berlino non vale più: si arriva a Berlino stritolati dal processo mediatico e irrecuperabile diventa il danno reputazionale subito”, ha detto. “In un simile contesto - ha continuato - è vieppiù necessario che gli uffici di Procura si muovano secondo logiche di armonia interpretativa, di uniforme applicazione della legge e di esercizio obbligatorio, imparziale ed uguale dell’azione penale, che necessitano il riconoscimento di adeguati poteri al procuratore”. Anche “le garanzie di autonomia e indipendenza ‘interna’ del pubblico ministero”, ha aggiunto Pinelli citando l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, “riguardano l’ufficio nel suo complesso e non il singolo magistrato”, proprio perché l’azione deve essere impersonalmente ricondotta all’ufficio.

L’intervento di Pinelli ha rafforzato il coro di dissenso politico già sollevato dai consiglieri di centrodestra, facendo esplodere il conflitto all’interno del Consiglio. E da lì la risposta dei membri togati che, nella seduta pomeridiana di ieri, non si è fatta attendere. La vicenda ha segnato una rottura profonda all’interno del Csm, mettendo in luce le tensioni tra i rappresentanti eletti dalla magistratura e quelli eletti dal Parlamento, il cui obiettivo è rendere i pubblici ministeri al servizio del potere esecutivo.

Foto © Imagoeconomica

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