Secondo il New York Times i generali israeliani vorrebbero una tregua a Gaza, anche in vista di un possibile conflitto con Hezbollah
L'esercito israeliano ha ordinato un'evacuazione di massa dei palestinesi da gran parte di Khan Younis, nel sud di Gaza, suscitando l'allarme che le truppe potrebbero lanciare un nuovo assalto di terra nella seconda città più grande del territorio. "Per la vostra sicurezza, dovete evacuare immediatamente nella zona umanitaria", ha scritto su X il portavoce dell'esercito Avichay Adraee, in un appello ai residenti e agli sfollati che vivono in quelle aree. L'ordine di evacuazione riguarda la metà orientale di Khan Younis e un'ampia fascia dell'angolo sud-orientale della Striscia di Gaza. All'inizio della giornata, l'esercito aveva reso noto che una raffica di razzi da Gaza era stata lanciata da Khan Younis. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antònio Guterres, ha affermato che il nuovo ordine di evacuazione "dimostra ancora una volta che nessun posto è sicuro a Gaza" per i civili palestinesi. "E' un'altra fermata in questo movimento circolare mortale a cui la popolazione di Gaza deve sottoporsi regolarmente", ha affermato in una dichiarazione chiedendo un cessate il fuoco. Stessa condanna viene dall’UNRWA-Sam Rose, direttore della pianificazione dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha affermato che l'agenzia ritiene che circa 250.000 persone si trovino nella zona che Israele ha annunciato di voler evacuare, nel sud della Striscia di Gaza. Si tratta di oltre il 10% della popolazione palestinese dell'enclave, che conta 2,3 milioni di abitanti. Molti di loro sono rifugiati, fuggiti dai combattimenti in altre zone. Secondo l'UNRWA, altre 50.000 persone che vivono appena fuori dall'area potrebbero scegliere di andarsene a causa della loro vicinanza ai combattimenti. Agli sfollati è stato detto di cercare rifugio in una tendopoli lungo la costa, già sovraffollata e con pochi servizi di base.
Continuano le uccisioni tra i palestinesi
Dopo l'ordine di evacuazione di Israele, Khan Younis è stata questa mattina presa di mira da diversi attacchi. Otto persone sono morte e più di trenta sono rimaste ferite e portate all'ospedale Nasser, hanno riferito gli operatori sanitari della Mezzaluna Rossa palestinese e una fonte medica all'interno dell'istituzione sanitaria. Un giornalista dell'AFP e testimoni hanno riferito di una moltitudine di attacchi israeliani sia nell'area a Sud di Gaza che a Rafah. Immagini della Afp intanto mostrano le famiglie sfollate in fuga tra le rovine di Khan Younis, a piedi o ammassate su roulotte. Morti anche a Nord. Almeno dieci persone sono state uccise in un attacco israeliano nel quartiere di Zeitoun, nella parte orientale di Gaza City. È quanto hanno riferito i media palestinesi citati da Haaretz aggiungendo che ci sono anche dei feriti nella zona colpita, dove si trovavano dei venditori di cibo.
Benjamin Netanyahu
Secondo fonti mediche citate dall'agenzia di stampa Wafa, sono almeno cinque i civili che sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano contro un mercato vicino alla moschea di al-Shamaa nel quartiere di Zeitoun. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, si contano almeno 37.925 morti e 87.141 feriti dall'inizio dell'operazione militare israeliana in risposta al massacro del 7 ottobre. Lo stesso ministero ha sottolineato che ci sono stati 25 morti e 81 feriti solo nelle ultime 24 ore.
Media: “Netanyahu in privato apre a una gestione da parte dell’Anp di Gaza”
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nelle ultime settimane avrebbe ritirato in privato la sua opposizione al coinvolgimento di individui legati all’Autorità nazionale palestinese nella gestione della Striscia di Gaza dopo la guerra contro Hamas, hanno riferito al Times of Israel tre funzionari a conoscenza della questione. Questo nuovo sviluppo arriva dopo che l’ufficio di Netanyahu ha ordinato per mesi all’establishment della sicurezza di non includere l’Anp in nessuno dei suoi piani per la gestione postbellica di Gaza, secondo due fonti israeliane, che hanno affermato che l’ordine ha ostacolato in modo significativo gli sforzi per elaborare proposte realistiche sul "giorno dopo" la guerra.
New York Times: i generali israeliani vogliono una tregua a Gaza
I generali israeliani vogliono avviare un cessate il fuoco a Gaza, anche se ciò manterrebbe Hamas al potere per il momento, ampliando la frattura tra l'esercito e il primo ministro Benjamin Netanyahu, che si è opposto a una tregua che consentirebbe ad Hamas di sopravvivere alla guerra, lo scrive il New York Times. Il giornale Usa ha intervistato, a condizione d'anonimato, sei "attuali ed ex funzionari della sicurezza". I generali ritengono che una tregua sarebbe il modo migliore per liberare i circa 120 israeliani ancora detenuti, vivi e morti, a Gaza. Poco equipaggiati per combattere ulteriormente dopo la guerra più lunga per Israele degli ultimi decenni, i generali ritengono inoltre che le loro forze abbiano bisogno di tempo per riprendersi nel caso in cui scoppiasse una guerra terrestre contro Hezbollah, la milizia libanese impegnata in uno scontro a bassa quota con Israele da ottobre, hanno affermato numerosi funzionari.
Una tregua con Hamas potrebbe anche facilitare il raggiungimento di un accordo con Hezbollah, secondo i funzionari, la maggior parte dei quali ha parlato a condizione di anonimato per discutere di questioni di sicurezza delicate. Hezbollah ha affermato che continuerà a colpire il nord di Israele finché Israele non smetterà di combattere nella Striscia di Gaza.
Al via esercitazioni dell’esercito israeliano per offensiva in Libano
In vista di un possibile scontro con i miliziani di Hezbollah al confine con il Libano, la neonata 810a Brigata regionale delle Montagne delle Forze di difesa israeliane (Idf), incaricata di operare nelle regioni del Monte Hermon e del Monte Dov, nel nord di Israele, ha condotto la sua prima esercitazione, simulando un'offensiva all'interno del Libano. L'esercitazione includeva "scenari di attacco in Libano, tra cui combattimenti in una fitta vegetazione e combattimenti in aree urbane", ha detto l'Idf come riporta il Times of Israel. L'esercito ha precisato che la mossa faceva parte di "un adattamento della risposta operativa alla realtà mutevole sul confine tra Siria e Libano".
Nel frattempo, il vice leader del gruppo militante libanese Hezbollah, Sheikh Naim Kassem, in un'intervista ad Associated Press ha dichiarato che l'unica strada certa per un cessate il fuoco al confine fra Libano e Israele è un cessate il fuoco completo a Gaza. "Se ci sarà un cessate il fuoco a Gaza, ci fermeremo senza alcuna discussione", ha affermato Kassem sottolineando che la partecipazione del suo gruppo alla guerra fra Israele e Hamas è stata un "fronte di sostegno" per il suo alleato Hamas e che "se la guerra si ferma, questo sostegno militare non esisterà più". Kassem ha però aggiunto che, se Israele ridimensiona le sue operazioni militari senza un accordo formale di cessate il fuoco e un ritiro completo da Gaza, le implicazioni per il conflitto al confine tra Libano e Israele sono meno chiare.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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