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Il magistrato: "Sono uomo delle istituzioni, ho fiducia nella giustizia"

"Sono stato e sono un uomo delle istituzioni e ho piena fiducia nella giustizia. Darò senz'altro il mio contributo nell'accertamento della verità". Con queste parole Gioacchino Natoli, già Presidente della Corte d'Appello di Palermo ed ex pm che ha vissuto il periodo storico del pool antimafia al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha commentato la notizia odierna dell'indagine aperta nei propri confronti dalla Procura di Caltanissetta. Ha ricevuto nei giorni scorsi un invito a comparire per essere interrogato e rispondere all'accusa di favoreggiamento alla Mafia e calunnia. La vicenda riguarda un filone dell'inchiesta Mafia-appalti, svolta dalla Procura di Palermo agli inizi degli anni '90.

In particolare a Natoli, la procura nissena, diretta dal Procuratore Salvatore De Luca, contesta di aver insabbiato l’indagine avviata al tempo dalla procura di Massa Carrara e confluita nel procedimento mafia-appalti di Palermo, per favorire esponenti mafiosi come l'imprenditore palermitano Antonino Bonura.

Qualche mese fa Natoli era stato sentito dalla Commissione parlamentare antimafia, in quanto in quella sede era stato attaccato pubblicamente da Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale dei figli del giudice ucciso in via D’Amelio. 

In particolare veniva accusato di aver archiviato un'indagine sui fratelli Nino e Salvatore Buscemi, imprenditori mafiosi vicini a Totò Riina, divenuti soci del gruppo Ferruzzi di Raul Gardini e di aver chiesto ed ottenuto la smagnetizzazione delle intercettazioni e la distruzione dei brogliacci. 

Un'inchiesta che si collegherebbe, secondo il legale, a quelle del Ros di Mario Mori su mafia e appalti, indicata come il movente segreto della strage Borsellino.

Natoli in Commissione aveva replicato con forza e ripercorso tutti i passaggi di quell'indagine condotta a Palermo. Spiegazioni che è facile pensare verranno fornite anche ai pm nisseni.

Foto © Paolo Bassani

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