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Il commento del sostituto procuratore nazionale antimafia sul caso Satnam Singh

"La lotta al caporalato è una lotta per la conservazione e la promozione della dignità di tutti i lavoratori, italiani e stranieri, giovani e meno giovani. E' una lotta di libertà e di dignità per l'attuazione della nostra Costituzione". E' questa la considerazione del sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo, interpellato da Marco Maisano per il podcast "Ma perché?". In questa puntata, disponibile su deejay.it; spotify e YouTube, viene commentato il caso del decesso di Satnam Singh, il ragazzo indiano scaricato davanti casa senza un braccio quasi come fosse un oggetto.
In particolare Maisano ha voluto mettere in evidenza come quella del lavoratore indiano non sia solo una morte frutto di un incidente sul lavoro, ma inserita in un contesto in cui il crimine organizzato da sempre è presente: quello del caporalato e delle agromafie.
"Il caporalato è un male antico nel nostro Paese - afferma Di Matteo - L'intermediazione illegale, lo sfruttamento lavorativo del bracciante, sono sempre stati strumenti di potere delle mafie. E' anche attraverso questo sistema che, storicamente, le mafie si sono radicate nel territorio. Schierandosi come garanti degli interessi dei proprietari a scapito dei diritti dei lavoratori".
Secondo Di Matteo il caporalato, però, rappresenta solo "un aspetto di un problema più ampio". Infatti "in spregio ai principi della nostra Costituzione vengono accettate e diffuse sempre più velocemente pratiche e fatti di vero e proprio sfruttamento del lavoro: lavoro sottopagato, lavoro precario, lavoro non garantito dal rispetto delle norme di sicurezza. E tutto questo finisce inevitabilmente per rafforzare il potere mafioso. Per rafforzare le capacità delle cosche e dei clan di attrarre, cooptare, nuovi associati tra gli ultimi e gli emarginati".
L'azione di contrasto contro certi fenomeni passa anche dal lavoro della magistratura.
"Credo che l'importanza ed il ruolo della magistratura cresceranno sempre più in questa ottica di promozione dei diritti dei lavoratori. Proprio la magistratura, nella fase storica dei pretori del lavoro, costituì il primo baluardo, il primo spunto di rafforzamento dei diritti dei lavoratori, che poi trovò ampio spazio nella adozione dello statuto dei lavoratori del 1970" ha ricordato ancora Di Matteo.
Il sostituto procuratore nazionale antimafia ha infine concluso: "Credo che la magistratura abbia avuto sempre un ruolo preminente, e continuerà ad avere un ruolo preminente, nell'interesse della difesa dei diritti dei lavoratori e di ogni lavoratore. Anche da questo punto di vista credo che i cittadini debbano capire quanto è importante la conservazione di una piena indipendenza della magistratura. Rispetto al potere politico e rispetto al potere esecutivo, di qualunque colore esso sia o sarà".

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