L'intervento del Fondatore e Gran Maestro di Dignity

"I Decreti del Grande Oriente d’Italia e del Rito Scozzese Antico e Accettato stanno producendo conseguenze di una gravità inaudita". Sono un "fuoco distruttivo" e porteranno verso un'unica direzione: "la fine!"
E' questa la considerazione di Giuliano Di Bernardo, negli anni delle stragi Gran Maestro del Goi (fino al 1993, quando rassegnò le dimissioni), già gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia), ed oggi Gran Maestro e Fondatore di "Dignity. Ordine per la difesa della dignità dell’uomo", fa una lunga analisi pubblicata nel proprio sito (www.giulianodibernardo.com).
Da osservatore esterno analizza in maniera profonda quanto sta avvenendo nella Massoneria, con la profonda spaccatura all'interno del Goi, andando oltre i possibili scismi con uno scenario "in cui le più importanti forze interne del Grande Oriente d’Italia perseguono lo scopo di distruggere l’avversario, senza rendersi conto che, in realtà, stanno distruggendo la casa dove vivono". Un "gioco al massacro che ha per protagonisti Antonio Seminario, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Leo Taroni, candidato sconfitto alla Gran Maestranza e il Rito Scozzese Antico e Accettato".
L'analisi di Di Bernardo parte dagli ultimi mesi, ovvero dalle elezioni dello scorso marzo vinte da Seminario per pochissimi voti.
"Leo Taroni - ricorda il Gran Maestro di Dignity -non ha mai accettato la sua sconfitta. È in attesa del pronunciamento della Corte Centrale del Grande Oriente d’Italia sul suo ricorso avverso all’esito elettorale. È un passaggio necessario richiesto dalla legge dello Stato per poter adire al Tribunale civile. La Corte Centrale, come da me previsto, continua a rinviare il suo pronunciamento per consentire al Gran Maestro di consolidare la sua posizione. In ogni caso, dopo il 21 giugno 2024 (data di convocazione della Corte Centrale), qualunque sia il verdetto sui ricorsi, Leo Taroni si dovrebbe rivolgere al Tribunale civile per chiedere un atto di giustizia. Fin qui tutto è chiaro: ogni giocatore usa le carte di cui dispone per sconfiggere l’avversario. Io, che sono osservatore esterno di questa triste vicenda, non posso esimermi dal porre la seguente domanda: dove porterà questa lotta fratricida?".





Tra le ipotesi sul tavolo ci sarebbe anche quella di un Commissariamento del Goi, ma ciò avverrebbe "solo se Leo Taroni avrà il coraggio di rivolgersi alla giustizia profana" con la conseguenza (in base a precedenti già avvenuti con la massoneria francese) che il Grande Oriente d’Italia perderebbe i riconoscimenti internazionali.
A rendere ancor più "esplosiva" la situazione c'è stato poi l'intervento del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, che ha modificato alcuni articoli del proprio Statuto rendendo parzialmente inapplicabile il Protocollo d’Intesa stipulato con il Grande Oriente d’Italia.
Di Bernardo spiega così lo scontro: "Uno di questi articoli, che riguarda l’impegno del Rito a prelevare i Maestri esclusivamente dal Grande Oriente d’Italia, è stato modificato per cui si ammette l’iscrizione al Rito Scozzese anche di massoni appartenenti a Comunioni diverse dal Grande Oriente d’Italia. Inoltre, il Rito scozzese ha eliminato dal proprio Statuto gli articoli che prevedevano l’automatico recepimento dei provvedimenti disciplinari irrogati dal Grande Oriente d’Italia nei confronti degli affiliati. È proprio in virtù di questi articoli, recepiti nel Protocollo d’Intesa, che l’ex-Gran Maestro Bisi ha decimato la Giunta del Supremo Consiglio presieduta dal Sovrano Gian Paolo Barbi. Il nuovo Sovrano Giulio Nigro, per evitare che si ripetesse la stessa situazione, ha modificato lo Statuto e ha rivendicato autonomia dal Grande Oriente d’Italia. Tuttavia, così facendo, ha violato il Protocollo d’Intesa e ha permesso al Gran Maestro Seminario di emanare il Decreto che separa i due Corpi massonici. Il Sovrano del Rito Scozzese Nigro ha risposto con una lettera-documento inviata al Gran Maestro Seminario, in cui nega di voler prelevare i Maestri da altre Obbedienze ma ribadisce categoricamente l’autonomia del Rito Scozzese dal Grande Oriente d’Italia. Sarà sufficiente questa lettera per far ritornare il Gran Maestro Seminario sui suoi passi annullando il Decreto? Ne dubito fortemente perché mai il Grande Oriente d’Italia sarà disponibile a concedere al Rito Scozzese l’autonomia richiesta. Infatti, l’accorato appello del Sovrano Nigro al Gran Maestro Seminario è rimasta lettera morta".





Secondo il Gran Maestro di Dignity quella modifica unilaterale degli articoli dello Statuto del Rito Scozzese "è scorretta nella forma e foriera di conseguenze conflittuali di una gravità inaudita" e la situazione oggettiva di oggi è che i membri del Goi che sono membri anche del Rito Scozzese (circa 5.500 dice Di Bernardo), non potranno più avere una doppia appartenenza. Devono scegliere. 
Prosegue ancora Di Bernardo nella sua lunga analisi: "Tra i mali che affliggono il Grande Oriente d’Italia, il più grave è quello che riguarda i rapporti con il Rito Scozzese Antico e Accettato. Lo compresi quando fui eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Allora io ero membro effettivo del Supremo Consiglio del Rito Scozzese. I due alti ranghi, infatti, esprimevano una profonda contraddizione. Il Gran Maestro aveva riconosciuto il Rito Scozzese, per cui tutti i Maestri che ne facevano parte (incluso il Sovrano) erano alla sua obbedienza. Ma, quando il Gran Maestro partecipava alle riunioni del Supremo Consiglio, si sottometteva all’obbedienza del Sovrano. Prima o poi la contraddizione sarebbe esplosa. Non potendo modificare una situazione oggettiva preesistente, risolsi la contraddizione soggettivamente dimettendomi dal Rito Scozzese. Fu per me una scelta dolorosa ma necessaria. Il senso del dovere è stato per me sempre prioritario rispetto a tutti gli altri aspetti della vita".
Successivamente, nel 2010, il Protocollo d'Intesa venne modificato e da allora "il Rito Scozzese deliberatamente si è sottomesso completamente all’autorità del Grande Oriente d’Italia". 
Certo è, secondo Di Bernardo, che "I Decreti del Grande Oriente d’Italia e del Rito Scozzese non sono nati all’improvviso ma sono la conclusione logica di fatti, eventi e atteggiamenti che li hanno preceduti". 
In un susseguirsi di azioni e reazioni si è arrivati allo scontro recente. 
La modifica unilaterale del Protocollo d'Intesa con la sospensione dell’ex-Gran Maestro Stefano Bisi è stata una "dichiarazione di guerra" che porterà anche a conseguenze sul piano internazionale. 





"Il Rito Scozzese - spiega Di Bernardo - per esistere, dovrà essere innestato su un Ordine con i tre gradi di Apprendista, Compagno e Maestro. Lo troverà? Se non lo trova, dovrà crearlo al suo interno imitando il modello in uso nel nostro paese in cui il Sovrano è anche Gran Maestro dell’Ordine. Il Rito Scozzese attuale è riconosciuto dal Supremo Consiglio di Washington D.C., considerato “Madre di tutti i Supremi Consigli del mondo” e dai Supremi Consigli riconosciuti da esso. Il suo problema è quello di mantenere tali riconoscimenti. Il Grande Oriente d’Italia, dal canto suo, non è in relazione con alcun Rito Scozzese ma ha, tra i suoi affiliati, un certo numero di massoni scozzesi (tutti coloro che abbandoneranno il Rito Scozzese). Che cosa può farne? Lasciarli liberi di aderire al Rito Scozzese di una delle tante Obbedienze in Italia (tranne il Rito Scozzese ex-Grande Oriente d’Italia) oppure costituire un suo Rito Scozzese? La seconda possibilità si può realizzare ma è un percorso impervio, perché questo Rito Scozzese dovrà essere riconosciuto dal Supremo Consiglio di Washington D.C. Quante sono le probabilità che ciò accada? Nella guerra tra il Grande Oriente d’Italia e l’ex-Rito Scozzese, il Supremo Consiglio di Washington D.C. potrebbe svolgere un ruolo determinante nel senso che, avendo deciso di sostenere l’ex-Rito Scozzese, potrebbe chiedere (e ne ha la facoltà) alle Gran Logge degli Stati Uniti di togliere il riconoscimento al Grande Oriente d’Italia. Anche la Gran Loggia Unita d’Inghilterra potrebbe ritirare il riconoscimento a causa di errori gravi dell’attuale Gran Maestro". 
Nella sua lunga analisi Di Bernardo parla del tanto atteso "riconteggio" dei voti per le elezione del Gran Maestro del Goi: "I fatti dicono che la Corte Centrale ha chiesto al Comitato Elettorale Nazionale, appositamente convocato, di aprire i plichi contenenti le schede elettorali di alcune Regioni e di fotografarne le relazioni conclusive, sotto i riflettori di una videocamera che ha registrato tutte le operazioni svolte. La Corte Centrale ha ringraziato e ha comunicato di aver rinviato a tempo indeterminato il suo pronunciamento sul ricorso presentato dalla Lista N. 1 di Leo Taroni. È un rinvio 'da qui all’eternità'. Quando in autunno se ne comincerà a riparlarne, forse questa lista sarà rappresentata solo da Taroni, da Magno e da qualche altro volenteroso. Leo Taroni ha perso la disfida con Antonio Seminario quando, invece di salire sul destriero nero e focoso per guidare il suo esercito contro l’impostore, è scomparso dalla scena facendosi ricoverare in ospedale per curare un male che lo affligge. Dal suo letto, ha inviato un laconico messaggio ai suoi sostenitori dicendo: “andate in Gran Loggia e voletevi bene”. Ci sono andati ma hanno votato per Seminario come Gran Maestro. In questo processo in cui tutto si dissolve, Taroni è solo una variabile secondaria. È il catalizzatore che favorisce la combustione".
Infine conclude: "Se fossi Gran Maestro, ma non lo sono, saprei come salvare la casa che mi ha dato i natali massonici nel lontano 1961, quando esisteva un’altra Massoneria e un altro mondo. Per questo io dico, riferendomi al Grande Oriente d’Italia: 'Consummatum est!'". Tradotto: "Tutto è finito!".

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