Questione centrale è la faida interna dopo il voto per eleggere il nuovo Gran Maestro
Assume toni internazionali la lotta senza esclusione di colpi che si sta consumando all'interno del Grande Oriente d'Italia (Goi), la principale associazione della massoneria nazionale.
Nuovo tema di scontro, dopo l'elezione contestata del nuovo Gran Maestro, il cosentino Antonio Seminario, è il rapporto tra il Goi e il Rito Scozzese Antico e Accettato, che agli occhi del Mondo rappresenta una sorta di gruppo d’élite all’interno della massoneria.
Per proseguire il percorso di elevazione, (il Goi prevede solo i gradi di apprendista, compagno e maestro) vi sono i riti che permettono di raggiungere un livello iniziatico superiore. Quello Scozzese, dipendente dal Supremo Consiglio di Washington (anche detto “Madre del Mondo”) è quello con il maggior numero di iscritti a livello internazionale e permette di arrivare al 33esimo grado, il più alto della massoneria. In Italia, su 23mila appartenenti al Goi, ne fanno parte in 4mila. Quest'ultimi, però, si trovano ora in una posizione alquanto scomoda.
Per fare chiarezza su questo scontro senza precedenti è necessario procedere con ordine e tornare proprio alla campagna elettorale che vedeva frapposte due fazioni interne al Goi per la corsa alla successione del senese Stefano Bisi.
Da una parte c'era appunto Seminario, che di Bisi era il “delfino”, dall'altra Leo Taroni, che aveva incentrato la propria campagna elettorale promuovendo ufficialmente un’azione improntata sull’avversione ai tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nelle logge.
Un argomento, quello della “questione morale”, che era stato posto a più riprese dal Gran Maestro Giuliano Di Bernardo, uomo chiave nella storia della massoneria italiana (già Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia e della Gran Loggia Regolare d'Italia) con una mail inviata a tutte le quasi 900 Logge del Grande Oriente d’Italia.
Ad animare quel dibattito c'erano stati i casi che riguardavano le condanne per fatti di mafia di due "Venerabili", l'arresto di Alfonso Tumbarello (medico accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso che aveva curato il boss Matteo Messina Denaro durante la latitanza) "sospeso" e non cacciato definitivamente dal Goi, come avrebbero voluto in molti).
Le elezioni dello scorso marzo si sono concluse con la vittoria di misura di Seminario, annunciata con un comunicato, ma lo sconfitto Taroni aveva subito annunciato ricorso alla giustizia interna del Goi, per una riconta ufficiale, ma anche alla magistratura ordinaria.
Post voto
A quanto è dato sapere lo scorso 21 giugno presso Villa del Vascello (sede del Goi a Roma) alla presenza di un notaio sarebbero stati aperti i plichi delle schede di votazione, ma il nuovo conteggio è stato rinviato ad altra data.
Solo allora si capirà se l'esito del voto sarà confermato o si riandrà a votare.
Un'eventualità che allo stato attuale non porterebbe a risultati diversi.
L'Espresso di oggi riporta la dichiarazione di Claudio Bonvecchio, uno dei dissidenti del Goi già ai tempi di Bisi il quale ha affermato: “Seminario si muove su due direttrici. Una è l'epurazione degli oppositori. L'altra è la modifica del corpo elettorale. Solo in Calabria circa 170 massoni con il grado di compagno sono stati elevati al grado di maestro, l'unico che consente di votare. In Sicilia è successo lo stesso. Su una base elettorale di 12mila votanti gli bastano quattrocento o cinquecento nuovi maestri per essere sicuro della conferma, visto quanto è ristretto il margine”.
Speculazioni? I conti sul punto si faranno eventualmente in un altro momento.
Nel frattempo, però, lo scontro interno al Goi è ancor più aspro.
Contro diversi sostenitori di Taroni sono stati aperte “tavole d'accusa” (come i massoni chiamano l'inizio di un procedimento disciplinare), tra cui spicca il via libera al processo contro il cagliaritano Claudio Solinas, accusato di aver “impropriamente utilizzato l'account istituzionale, impropriamente rappresentato l'Ufficio nel mondo profano e diffuso messaggi e documenti” nel canale Telegram de “Il Cavaliere Nero”, poi oscurato, e “Libero Muratore Channel”.
La reazione dell'altra parte della barricata si è invece consumata con l'espulsione di Stefano Bisi dal Rito Scozzese in quanto avrebbe una doppia appartenenza massonica (Rsaa e Rito di York).
A questa azione Seminario ha reagito a sua volta con un decreto (il numero 10 del 13 giugno) in cui, per la prima volta dal 1908, si vieta ogni rapporto degli iscritti al Goi con il Rsaa. Pena incolpazione massonica.
Come va letta questa “contromossa” del vertice del Goi?
C'è chi ritiene che anche questa sia un'azione diretta contro i sostenitori di Taroni (in passato alla guida del Rito scozzese). Ma Seminario, interpellato da Il Fatto Quotidiano, ha smentito e replicato che la sua azione era necessaria proprio a seguito dell'espulsione di Bisi e di altri quattro massoni di vertice in quanto in quel modo l'Rsaa modificava liberamente i protocolli di intesa col Goi.
Le scorse settimane una nuova puntata dello scontro con il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese, Giulio Nigro, che ha preso carta e penna per chiedere ufficialmente di “ritirare il divieto di affiliazione e di frequenza”.
Come si legge nel sito Liberomuratore.com, in quattro pagine Nigro rivendica le sue ragioni e chiede al Gran Maestro di ripristinare le “minime condizioni di agibilità per i Fratelli e di relazione tra Istituzioni”, in modo da organizzare un incontro e “riannodare i fili recisi”.
I rapporti stretti tra le due obbedienze hanno un sapore antico (220 anni di storia comune) ed attraversano anche la storia dell'Italia.
“Nelle rispettive qualità - scrive Nigro - abbiamo distinte ma sovrapponibili responsabilità nei confronti dei Fratelli, nei confronti delle Istituzioni che guidiamo, nei confronti delle Potenze Massoniche Internazionali, nei confronti dell’Italia, nei confronti della nostra storia. È sulla base di queste responsabilità che facciamo appello alla Vostra sensibilità ed attenzione rispetto alle parole che seguono”.
Nella missiva poi si rivendica che “la regolarità del Supremo Consiglio (l’organo al vertice del Rito scozzese ndr) ha contribuito a garantire la tenuta, Internazionale e Nazionale, del Grande Oriente d’Italia durante i periodi bui della P2, delle inchieste di Cordova e del disconoscimento da parte della Gran loggia unita d’Inghilterra”.
Guardando al tempo presente il leader del Rito Scozzese ripercorre i provvedimenti disciplinari presi dal Vascello nei confronti di esponenti apicali della sua istituzione e di fatto accusa Seminario di aver voluto colpire tutti i massoni che hanno sostenuto, e sostengono, Taroni.
Nuovo Punto di contatto
Una volta esplicitati i fatti Nigro conferma la volontà di modificare i protocolli che regolano i rapporti tra le due istituzioni ed in particolare di esser intervenuti su quell'articolo per cui il Rito Scozzese era obbligato a recepire provvedimenti disciplinari adottati dal Grande Oriente. Ora non più. Quindi può accogliere anche massoni che sono stati sospesi o espulsi dal Goi.
“Voi stesso avete ravvisato la necessità di rivedere questi accordi, come dichiarato pubblicamente pochi giorni fa. Allo scopo di rivederli e meglio regolare i rapporti tra Grande Oriente d’Italia e Rito Scozzese, nuovamente Vi invitiamo ad un proficuo confronto per costruire nuove e più solide basi su cui regolare i reciproci rapporti istituzionali”, si legge nella missiva con cui si chiede a Seminario di ritirare il suo bando.
Cosa accadrà ora? Difficile dirlo.
E' un dato di fatto che il Rito Scozzese sul piano politico è tra i più influenti. Se tornerà il sereno o meno lo dirà il tempo.
Giochi pericolosi
C'è un aspetto che comunque colpisce di tutta la missiva: il riferimento ai "periodi bui della P2", all'inchiesta del magistrato Antonio Cordova e al disconoscimento da parte della Gran loggia unita d'Inghilterra. In che modo il Rito Scozzese, per usare le parole di Nigro, diede il contributo "a garantire la tenuta, Internazionale e Nazionale, del Grande Oriente d’Italia"?
Quella fase storica è quel periodo di cui ha riferito in più processi proprio il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo. Quando fu sentito in 'Ndrangheta stragista aveva raccontato: “Ettore Loizzo, ingegnere di Cosenza e mio vice al Goi nel corso di una riunione della Giunta del Grande Oriente d’Italia disse che poteva affermare con certezza che in Calabria su 32 logge, 28 erano controllate dalla ‘Ndrangheta. Io saltai e gli dissi: 'E cosa vuoi fare?'. Lui mi rispose: 'Nulla, assolutamente nulla'. E mi spiegò che viceversa lui e la sua famiglia rischiavano gravi rappresaglie. Mi recai allora dal duca di Kent a cui esposi la situazione, ma mi disse che ne era già a conoscenza". "A Londra – specificava Di Bernardo - mi dissero che grazie all'ambasciata ed ai servizi di sicurezza erano a conoscenza delle infiltrazioni della 'Ndrangheta e questo è normale, perché in Inghilterra la massoneria è un'istituzione riconosciuta. Il capo è il duca di Kent, se ci fosse il Re, sarebbe il Re, quindi è normale che le associazioni con cui sono in rapporti siano sotto osservazione". Fu da quel momento che, su suggerimento del duca di Kent, Di Bernardo diede vita al nuovo ordine della Gran loggia regolare d’Italia.
E' notizia del marzo 2023 che la massoneria inglese è tornata a riaccogliere tra le proprie braccia il Grande Oriente. Segno, secondo lo stesso Di Bernardo, che “la massoneria inglese è in crisi strisciante” anche perché dagli anni Novanta ad oggi poco sarebbe cambiato all'interno del Goi.
Ed uno dei punti più contraddittori è proprio la posizione assunta sui rapporti tra mafie e massoneria.
L'evoluzione delle massomafie
E' abbondantemente dimostrato che i fenomeni criminali si sono evoluti ed alimentati grazie ad una serie di rapporti che le mafie hanno avuto con i cosiddetti “uomini cerniera”.
Come spiegato in diversi incontri pubblici dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo oggi vi è un'alta mafia che ha acquisito e vive di logiche massoniche. "Le componenti mafiose hanno necessità di interagire con altri ambiti, che possono essere ambiti istituzionali, imprenditoriali, finanziari, economici di varia natura. Questi ambiti genericamente li indichiamo in settori ad alta redditività. E' difficile individuare all'interno della componente massonica delle mafie una parte della massoneria regolare o irregolare che sia. Diciamo che, alla luce delle emergenze processuali degli ultimi anni, su profili della massoneria irregolare, forse, un approfondimento andrebbe fatto. Quella parte irregolare, probabilmente, entra a contatto con una serie di componenti mafiose".
Ed è lì che tutto si mescola e la massoneria perde la propria dimensione.
Foto d'archivio © Imagoeconomica
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