In Italia, si sta assistendo a una complessa strategia di propaganda da parte del "blocco della guerra". Questa coalizione utilizza tre tattiche principali per manipolare l'opinione pubblica riguardo all'invio di armamenti in Ucraina: “minimizzazione, negazione e nascondimento”. Lo scrive il professore Alessandro Orsini sulle colonne de Il Fatto Quotidiano, in cui spiega come ognuna di queste strategie è accompagnata da frasi caratteristiche mirate a plasmare il consenso senza affrontare la cruda realtà dei fatti.
La prima strategia del "blocco della guerra" consiste nel “minimizzare i pericoli con frasi come: ‘Putin bluffa. Crosetto può inviare le armi, non c’è nessuna escalation’”. Questo tentativo di rassicurare la popolazione italiana si basa su una pericolosa sottovalutazione dell'escalation militare effettivamente in corso. “Contrariamente alle affermazioni del blocco, l'escalation non è un'illusione ma una realtà definita da un aumento graduale e progressivo delle operazioni belliche”, spiega.
La seconda tattica, invece, “consiste nella negazione dei fallimenti della NATO attraverso manipolazioni linguistiche”. Un esempio chiaro è: "La controffensiva ucraina non ha dato i risultati sperati”. In realtà, spiega Orsini, “la controffensiva è stata un fallimento evidente”, ma il “blocco della guerra" preferisce celare questo fatto per sostenere la propria agenda.
La terza strategia del blocco della guerra, infine, “mira a nascondere le ricadute economiche negative dell'escalation bellica”. "La guerra in Ucraina non toglie risorse agli italiani”, viene spesso detto. Una dichiarazione fuorviante e pericolosamente falsa. “In realtà, la guerra aggrava la povertà, riduce il potere d’acquisto, aumenta il costo dell’energia, indebita le imprese, impoverisce scuole e ospedali e pregiudica le prospettive di crescita dell’Italia”, spiega il professore.
“Il ‘blocco della guerra’ è composto da attori politici chiave come il governo Meloni, il Partito Democratico, e i principali quotidiani nazionali”, che anziché informare obiettivamente il pubblico, manipolano le informazioni per giustificare politiche di intervento militare che nascondono le vere conseguenze dell'escalation in corso.
Questi soggetti, inoltre, non affrontano il contesto internazionale in maniera olistica. Bollando l’accordo tra Vladimir Putin e Kim Jong-un, che internazionalizza ulteriormente il conflitto, come un qualcosa di moralmente disgustoso. Gli accordi Russia-Corea del Nord non solo aumentano il numero di attori coinvolti ma “intensificano anche la gravità del conflitto stesso, con potenze nucleari che sostengono la Russia e complicano ulteriormente la situazione geopolitica”.
Foto © Roberto Pisana
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