Secondo media libanesi Londra avrebbe avvisato Beirut di un attacco massiccio per metà giugno

Permane cauto ottimismo misto a un velo di inquietudine sulla proposta Usa per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden il premier Benjamin Netanyahu starebbe temporeggiando con l’intenzione di far decadere una parte dei punti presenti nella proposta di accordo. “Ci sono tutte le ragioni per trarre questa conclusione”, ha detto Biden rispondendo a chi gli chiedeva, nel corso di un'intervista a time, se il premier israeliano Benjamin Netanyahu stesse prolungando la guerra per motivi politici. Sulla questione della roadmap lo stallo in corso è tangibile ovunque. Fonti di Hamas hanno riferito al quotidiano israeliano Haaretz che la leadership del gruppo ha informato i mediatori di Qatar ed Egitto che Hamas chiede una garanzia ufficiale da parte degli Stati Uniti che Israele attuerà tutte le condizioni dell'accordo, sottolineando la richiesta di un cessate il fuoco duraturo. La stessa testata israeliana aggiunge che i funzionari egiziani al Cairo hanno chiesto ad Hamas di inviare i suoi rappresentanti di alto livello per discutere dell'accordo di cessate il fuoco. Oltre ai funzionari di Hamas, l'Egitto chiede che anche ai rappresentanti di Jihad islamica e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina di partecipare alle discussioni, in modo da raggiungere una posizione unificata che rappresenti tutte le principali fazioni palestinesi di Gaza. Fonti di Hamas tuttavia, riporta sempre Haaretz, hanno espresso pessimismo sull'avanzamento dei negoziati in seguito alle notizie di disaccordi in Israele sull'attuazione di un cessate il fuoco completo. Il movimento islamista, infatti, ha già mostrato apertura sull’accordo. Eppure alcuni paesi, come la Francia chiedono a Hamas di accettare. Sul punto un alto funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri ha criticato le pressioni dell' Occidente affinché il movimento terroristico accetti la proposta americana di cessate il fuoco a Gaza "come se fosse Hamas a ostacolare l'accordo”, riporta il Times of Israel. Citando i media legati ad Hamas, Abu Zuhri afferma che Israele non è seriamente intenzionato a raggiungere un accordo a Gaza e sta ancora manovrando sotto la copertura degli Stati Uniti "nonostante la Casa Bianca sappia che il problema riguarda Israele".


Palestinesi e ostaggi continuano a morire nella Striscia

Intanto nella Striscia di Gaza continuano a morire palestinesi e anche ostaggi israeliani.
I bombardamenti di ieri e le operazioni di terra nella Striscia di Gaza, a partire dal 7 ottobre, hanno ucciso più di 36.000 palestinesi, afferma il ministero della Salute palestinese, gestito da Hamas. Nella giornata di oggi sono stati uccisi tre palestinesi a Bureij e altri tre nel quartiere Daraj della città di Gaza.
E l’esercito israeliano ha confermato la morte ieri di altri quattro ostaggi detenuti da Hamas. Si ritiene che circa 80 ostaggi catturati siano ancora vivi a Gaza, mentre altri 43 sono morti dei 132 in mano a Hamas e altri gruppi armati.


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Onu condanna: "Inconcepibile il numero di morti in Cisgiordania"

E a proposito di morti e uccisioni, il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha chiesto di porre fine all'aumento della violenza nella Cisgiordania occupata, affermando che è "inconcepibile" che più di 500 palestinesi siano stati uccisi dal 7 ottobre. "Come se non bastassero i tragici eventi degli ultimi otto mesi in Israele e poi a Gaza, anche la popolazione della Cisgiordania occupata è sottoposta giorno dopo giorno a uno spargimento di sangue senza precedenti", ha dichiarato Turk in un comunicato. "È inconcepibile che siano state tolte così tante vite in modo così sconsiderato”.


Media libanesi: “Londra a Beirut; invasione da Israele a metà giugno"

E’ probabile che Israele lancerà a metà giugno un'offensiva su larga scala in Libano contro gli Hezbollah: è quanto scrive oggi il quotidiano libanese al Akhbar, vicino allo stesso movimento armato alleato dell'Iran, citando fonti non meglio identificate “da parte della Gran Bretagna”. Il giornale scrive: “Alla luce dell'iniziativa americana per fermare la guerra a Gaza e dell'escalation al confine meridionale (libanese), nei giorni scorsi sono arrivati a Beirut messaggi diplomatici contenenti la minaccia di un imminente attacco israeliano”.
Secondo al Akhbar, “fonti autorevoli hanno rivelato che la maggior parte degli inviati internazionali ha espresso il timore della gravità della minaccia israeliana, ma i messaggi più importanti sono arrivati dalla parte britannica, che ha fissato la data per l'attacco israeliano a metà giugno”.
Le fonti britanniche, prosegue il giornale vicino a Hezbollah, hanno dato alle autorità libanesi dei “consigli sulla necessità di attuare misure di approvvigionamento necessarie per la guerra”. Di questa guerra israeliana in Libano “non si conoscono né l'entità della sua espansione né la sua durata” affermano le fonti citate da al Akhbar. Secondo il giornale, l'inviato speciale Usa, Amos Hochstein, ha invece parlato telefonicamente col presidente del parlamento Nabih Berri, assicurando che Washington è intenzionata a trovare una soluzione per la fine del conflitto tra Hezbollah e Israele.
Sull’indiscrezione, In un'intervista ad Al Jazeera, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha detto che l'organizzazione ha scelto di non espandere la guerra con Israele, ma ha avvertito: “Se Israele sceglie una guerra totale, siamo pronti”. “L'espansione della guerra in Libano significa l'uccisione, la distruzione e lo sfollamento di civili all'interno di Israele” ha detto Qassem. “Le forze della resistenza sono preparate e pronte. A Israele non sarà permesso di ottenere nulla”.

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