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La dichiarazione di Maria Falcone, fatta ieri, mi ha lasciato allibito: “Io vorrei dire che non c’è niente, che non ci sono poteri dello Stato sotto a quella strage, perché io amo lo Stato italiano e non posso pensare che alcuni nelle istituzioni hanno tramato contro Giovanni".
In pratica le istituzioni sono tutte giuste e perfette e non possono avere tramato contro Giovanni. E così se ne vanno al macero almeno cento anni di storia, dall’omicidio di Notarbartolo a quello di Petrosino, a quello di Matteotti, ai morti di Portella, all’assassinio 36 sindacalisti siciliani che nel biennio 1946-48 lottavano per l’applicazione delle leggi dello stato, al depistaggio sulla morte di Peppino, su quella di Chinnici, di Gaetano Costa, di Borsellino e di tanti altri il cui elenco tragico è infinito. Non c’è stato alcun depistaggio o, se c’è stato, non lo ha fatto lo Stato. Non esistono parti o pezzi deviati dello Stato: lo Stato è sempre buono e chi non si riconosce nella bontà dello Stato è cattivo, mafioso, seminatore di zizzania. Inutili i processi per Borsellino e Falcone: non esistono mandanti occulti, è tutto a posto. Ma dice vero? E’ impazzita? Basta il fiume di finanziamenti, spesso spesi malamente, che annualmente la sua fondazione riceve dallo Stato, a farle dire queste assurdità?
E, visto che siamo in argomento, c’è qualcosa che continuo a chiedermi senza trovare risposta: Francesca Morvillo era una donna meravigliosa e se è vero che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, qual'è il percorso mentale che ha potuto condurre Maria Falcone a separare i due corpi che giacevano insieme al cimitero e a sistemare il corpo di Falcone, ma non quello di sua moglie, a chiesa San Domenico, nel cosiddetto Pantheon degli uomini importanti.? Si potrebbe pensare a qualche avversione nei confronti della cognata, non ritenuta all'altezza del fratello. Non so e vorrei sapere. Di sicuro la vita e la morte non hanno separato i due coniugi, la sorella-cognata sì.

Foto © Davide de Bari

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