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L’intervista del senatore a “L’Aria Che Tira”: “Siamo quasi al favoreggiamento per via legislativa della corruzione”

Siamo di fronte alla punta di un iceberg sommerso le cui dimensioni vengono rivelate dalle inchieste giudiziarie che sono in corso in questa fase dal Piemonte alla Sicilia alla Liguria”. Così, intervenendo in diretta a “L’Aria Che Tira” (La 7) il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato ha commentato il terremoto giudiziario che sta colpendo il centro-destra nelle ultime settimane per via delle inchieste della magistratura su gravi reati quali corruzione e tangenti. Ci troviamo di fronte, secondo l’ex procuratore generale di Palermo, a “una patologia nazionale di una politica che utilizza il voto di scambio e l’asservimento delle funzioni pubbliche agli interessi di lobbies e comitati d’affari come sistema per truccare il gioco politico, penalizzando le forze politiche che hanno invece una visione e non sono infeudate a gruppi di interesse. E creando un habitat ideale nel quale la mala-politica e la corruzione diventano il ventre molle per le infiltrazioni mafiose”. A detta di Scarpinato “quello che è preoccupante, però, è che le forze politiche della maggioranza invece di ricorrere ai ripari per creare degli anticorpi per evitare l’ulteriore diffusione di questo male come ad esempio l’emanazione di una legge seria sul conflitto di interessi o l’emanazione di una legge sulle lobbies che ci chiede l’Europa, fa esattamente il contrario e corre ai ripari per togliere alla magistratura gli strumenti che sino ad oggi hanno consentito di portare alla luce queste vicende. E questa mi pare una patologia nella patologia che ci può portare ad una transizione dalla democrazia alla cleptocrazia”.
L’ex magistrato ritiene che il governo Meloni stia attuando alcuni dei punti principali del Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli. Un allarme, questo, che ha lanciato in diverse occasioni.
Quello che sta facendo ora il governo è scritto nel programma di rinascita di Gelli. Siamo in un clima politico in cui tutti gli organi di controllo vengono considerati un fastidio di cui bisogna liberarsene, dalla corte dei conti all’ANAC. Bisogna lasciare le mani libere - ha spiegato accusando la maggioranza - per impadronirsi dei fondi pubblici per favorire in cambio di finanziamenti i comitati d’affari. Quello che sta accadendo, se guardiamo l’intero quadro, è che legalizzano dell’abuso di potere finalizzato al voto di scambio attraverso l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, stabiliscono che le intercettazioni possono durare solo quindici giorni, creando un disastro nel contrasto al crimine. Vogliono limitare l’uso del trojan per i reati di corruzione. Cioè siamo quasi al favoreggiamento per via legislativa della corruzione”.
Ancora. Secondo il senatore “queste riforme sono preordinate a mettere la magistratura sotto il controllo della politica. Si prende una riforma del CSM nel quale la quota dei politici viene aumentata al 50%. Si prende che l’azione penale invece di essere obbligatoria diventa discrezionale, sarà la politica a decidere quali processi bisogna fare e quali no. E lo stesso auspica che in Italia ci sia lo stesso sistema che c’è in alcuni paesi anglosassoni e cioè che le indagini non vengono più fatte dalla magistratura requirente ma dalle forze di polizia che dipendono dal potere esecutivo”. Quindi, ha concluso Scarpinato, “non giriamoci intorno, non hanno il coraggio di dire all’opinione pubblica quel è il vero scopo delle loro riforme e fanno credere che si tratti di un aggiustamento. Il loro problema è una magistratura che non riescono a controllare, di cui si devono liberare. Per loro la corruzione non è un reato grave lo dicono apertamente, lo dicono anche contro l’Europa che invece qualifica la corruzione come una forma grave di criminalità”.

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