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Yahya Sinwar insisterebbe su tre richieste. Tra queste vorrebbe un impegno nero su bianco per “la fine senza condizioni dei combattimenti”

Hamas aveva chiesto più tempo per raggiungere un accorso su un cessate il fuoco a Gaza, Israele ha risposto positivamente ma ha lanciato un altro ultimatum al partito armato che governa nella Striscia, facendo sapere che se non si arriva a un’intesa entro una settimana, comincerà l’operazione a Rafah.
Intanto, l’Egitto avrebbe “ricevuto la promessa” da Israele di “rinviare qualsiasi operazione militare a Rafah almeno fino alla fine della prossima settimana“, scrive il giornale libanese Al Akhbar, citando fonti egiziane. Tutto questo mentre i mediatori di Egitto e Qatar, coinvolti nei negoziati per l’accordo per una tregua e il rilascio degli ostaggi, hanno concesso ad Hamas più tempo per rispondere all’ultima proposta, ritenendo che dal movimento palestinese potrebbe arrivare un secco “no”, scrive sempre il giornale libanese secondo cui i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti hanno ricevuto “indicazioni certe” sul fatto che al momento la posizione di Hamas è "negativa". Per questo sono stati “riavviati i contatti tra Egitto, Israele e Stati Uniti” con l’obiettivo di “evitare il fallimento dei negoziati”.
Nelle scorse ore l’israeliano Channel 12 aveva riferito di un’insistenza del leader di Hamas a Gaza, Yahya al-Sinwar, su tre richieste. Continuerebbe a chiedere garanzie sulla fine del conflitto, ha detto ieri sera al canale una fonte vicina al leader di Hamas. Sinwar vorrebbe un impegno nero su bianco per “la fine senza condizioni dei combattimenti”. Stando all’emittente, Sinwar chiede anche a Israele di non impedire il ritorno in Cisgiordania dei detenuti palestinesi che verranno rilasciati in cambio della liberazione degli ostaggi. Secondo l’ultima bozza di accordo, Israele vorrebbe trasferire i detenuti che scontano condanne all’ergastolo nella Striscia di Gaza o all’estero. Il leader di Hamas a Gaza vorrebbe anche dettagli sui materiali che Israele non vuole far entrare nella Striscia durante la ricostruzione.


Continuano i raid, uccisi 7 bambini a Rafah

Nel frattempo, però, i raid nell’enclave continuano. Sono 26 le vittime palestinesi delle ultime 24 ore.
Secondo quanto riferisce al Jazeera, un attacco aereo notturno su una casa nel nord della città nell’estremo sud della Striscia ha causato 7 vittime, di cui 4 bambini. Anche a Rafah est l’emittente qatarina parla di “un aumento degli attacchi aerei e dei bombardamenti di artiglieria”. Gli attacchi militari israeliani si sono intensificati anche in alcune parti del nord di Gaza, come il quartiere di Sheikh Ijlin, così come nel centro della Striscia, dove testimoni oculari affermano che vi è un “costante intenso bombardamento di artiglieria”.
Rimane sempre attivo anche il fronte settentrionale. Otto soldati siriani sono stati feriti la scorsa notte in un attacco su Damasco, attribuito ad Israele, che ha causato “danni materiali”, ha riferito la tv di stato Sana citando fonti militari. Caccia israeliani hanno lanciato missili dalle Alture del Golan: secondo altre fonti sarebbe stato colpito un edificio della Sicurezza siriana nella periferia di Damasco. Israele non ha confermato nulla. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha fatto sapere che l’attacco israeliano è stato compiuto a sud-ovest di Damasco, nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale siriana, in un’area controllata dagli Hezbollah libanesi sostenuti dall’Iran. L’Osservatorio non esclude che l’iniziale bilancio di otto feriti tra le file dell’esercito governativo possa aggravarsi nel corso delle prossime ore.

Foto © Imagoeconomica

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