Il leader dei Pink Floyd, con lo scrittore e attivista israeliano Miko Peled, annuncia l’affitto a Washington di un edificio dedicato alla causa palestinese
Roger Waters non ha bisogno di presentazioni. L’artista è uno dei fondatori dei Pink Floyd, la band tra la più famose al mondo della musica rock psichedelica, ed è uno degli autori, se non il protagonista principale, dell’album “The Wall”, uscito nel 1979, il doppio album più venduto nella storia della musica mondiale. Waters è autore, insieme a David Gilmour, Nick Mason e Richard Wright dell’album “The Dark Side of the Moon” che vendette 250 milioni di copie e restò per 20 anni nelle prime dieci posizioni delle “hit parade” dagli Stati Uniti. Questo grande leader della musica da diversi anni si batte con grande passione per i diritti umani e contro tutte le guerre, in particolare contro la pulizia etnica del popolo palestinese e l’attuale genocidio in corso nella Striscia di Gaza. Sul proprio canale You Tube, dove ha caricato video di denuncia contro le politiche israeliane e canzoni di solidarietà, Waters ha pubblicato giorni fa un contenuto riguardante una lettera inviatagli da Miko Peled, attivista pacifista, scrittore e figlio dissidente di un generale israeliano.
Peled annuncia al frontman dei Pink Floyd quella che definisce una “good news” (una “buona notizia”): la realizzazione, a Washington, di un grande spazio per la Palestina che si chiamerà “Palestine House of Freedom” (“Casa della Libertà della Palestina”).
“Sono nel mio solito stato di incredulità, dolore e rabbia per il continuo furto di terre, pulizia etnica e genocidio perpetrati dallo stato sionista di Israele contro il popolo palestinese, che dura da 75 anni”, esordisce Waters parlando ai suoi followers. “Questo orribile stato di cose è complice e supportato in modo inaccettabile dai governi, non dai popoli, sia delle terre dei miei padri, l'Inghilterra e gli Stati Uniti, dove vivo. Non ci sono parole sufficienti per esprimere il mio disgusto”. Quindi annuncia di aver ricevuto però delle buone notizie dall’amico Peled, “uno scrittore e attivista da lungo tempo devoto alla causa palestinese”. “Miko ha detto che la Palestina ha bisogno di un luogo a Washington per sventolare la sua bandiera. Un edificio”. E annuncia che lo scrittore ne ha appena trovato uno a Washington la scorsa settimana. “È vuoto quindi va bene. È un edificio senza persone per un popolo senza edificio. È di proprietà di un palestinese. Chiamiamolo Signor X. Il Signor X ha offerto di affittarci il suo edificio finché la Palestina non sarà libera. Inoltre, dice Mike, ho già trovato nove nuovi donatori. Queste sono buone notizie”, afferma Waters. Lo spazio si chiamerà “Palestine House of Freedom. Non possiamo chiamarlo ambasciata finché la Palestina non sarà riconosciuta come stato dall'Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Funzionerà come un atto molto visibile di resistenza, ben visibile dal Campidoglio”. La sua funzione, spiega l’artista, “sarà educare la politica di Washington D.C., ancora poco informata, su tutto ciò che riguarda i Palestinesi, compresa la ricca storia della Palestina prima della Nakba”.
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