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L'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, condannato con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa nel 2014 (pena scontata) e la moglie Anna Miranda Ratti hanno rinunciato, tramite i loro legali, al ricorso contro il sequestro di 10,840 milioni di euro disposto un mese fa dal gip di Firenze su richiesta della procura distrettuale antimafia.
I soldi erano stati individuati nei flussi nei conti correnti di Dell'Utri e della moglie dove sono stati trovati movimenti, positivi e negativi, per poste totali di 42,6 milioni di euro in circa dieci anni. Tra queste operazioni ci sono versamenti con 10 bonifici da 90.000 euro disposti da Silvio Berlusconi a suo favore; di questa cifra, 2 milioni e 590 mila euro direttamente a Dell'Utri, mentre 8 milioni e 250 mila euro alla moglie Miranda Ratti (mai indagata nei procedimenti del marito), perché, per l'accusa, sarebbero riferibili al marito.
I difensori, avvocati Francesco Centonze, Filippo Dinacci e Lodovica Beduschi, avevano impugnato il provvedimento ma poi all'udienza di stamani hanno rinunciato all'appello. Il Riesame ha dichiarato inammissibile il ricorso e il sequestro è dunque diventato definitivo. Secondo l’ipotesi dei pm Luca Tescaroli e Luca Turco, Marcello Dell’Utri non avrebbe rispettato la legge Rognoni-La Torre che impone ai condannati in via definitiva per fatti di mafia di comunicare ogni aumento o diminuzione del patrimonio personale. Chi omette la comunicazione nei termini previsti commette un reato punibile con la reclusione da due anni a sei anni.
A scanso di equivoci il provvedimento non riguarda l’inchiesta sulle stragi del 1993 realizzate da Cosa nostra, nella quale Dell’Utri è indagato dalla Procura di Firenze come concorrente (ipotesi già scartata nei decenni passati dagli stessi pm).
Il sequestro era stato disposto dal gip Antonella Zatini a marzo, dato che Dell'Utri, come condannato con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione di tipo mafioso nel 2014, avrebbe dovuto comunicare per la legge Rognoni-La Torre, le variazioni patrimoniali. Ma non lo ha fatto ed è stato deciso il sequestro su sollecitazione della Dda di Firenze.

Foto © Imagoeconomica

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