"Sembra evidente la volontà di riproporre uno scontro con la magistratura, di riaccendere un clima conflittuale, gravemente dannoso per i cittadini. Esattamente quello che non vuole la magistratura". È quanto sostiene l'Associazione nazionale dei magistrati in merito all'ipotesi dei test psicoattitudinali per i magistrati. "Assistiamo nuovamente - si legge in una nota dell'Anm - a tentativi di parte della politica di screditare la magistratura, stavolta insinuando nei cittadini il sospetto che i meccanismi di selezione e di valutazione dei magistrati non diano sufficienti garanzie di 'equilibrio psichico'. Si sollecita, infatti, il governo a introdurre test psicoattudinali di ingresso in magistratura, senza chiarire in cosa consisterebbe questo meccanismo di verifica e su quale affidabile base scientifica verrebbero articolati i test. Appare fin troppo evidente la natura demagogica di questa operazione, che per di più, risolvendosi nella introduzione di una specie di screening di massa dei magistrati, avrebbe anche l'effetto di rallentare l'iter di riempimento delle piante organiche. L'equilibrio di un magistrato si misura sul campo, verificandone il lavoro concreto negli uffici giudiziari, le modalità di conduzione delle udienze, la capacità di confrontarsi con i colleghi, con la polizia giudiziaria, con il personale amministrativo, con gli avvocati. Peraltro, i magistrati svolgono anche un periodo di tirocinio prima di assumere le funzioni. Esistono, quindi, all'interno, già tutti i meccanismi per valutarne l'idoneità".
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