Udienza rinviata al 13 marzo, in quell’occasione l’ex terrorista renderà nuovamente dichiarazioni spontanee
Si è tenuta oggi, davanti alla corte d’assise d’Appello di Bologna una nuova udienza del processo a carico di Paolo Bellini per la strage del 2 agosto 1980. Imputati anche Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. L'udienza ha rischiato di essere rimandata perché l'imputato non era in aula ma in videocollegamento dal carcere di Spoleto e ha protestato con la Corte: "Avevo chiesto di partecipare in presenza all'udienza, perché devo rilasciare altre dichiarazioni spontanee, almeno una mezz'oretta”, ha detto. Durante la seduta di mercoledì scorso, Bellini aveva già fatto un intervento di un'ora e quaranta. L'ex Primula Nera, insieme ai suoi difensori, ha insistito per essere presente in aula e chiesto un rinvio dell'udienza. La Corte d'assise d'appello, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha risposto però in modo negativo, dopo aver letto una nota del Dap, ricevuta giovedì scorso, in cui si dice che il trasferimento provvisorio di Bellini in un carcere più vicino, per permettergli di partecipare alle udienze, non è possibile perché l'unico istituto penitenziario della regione adatto, per via della presenza dei presidi sanitari necessari per le condizioni di salute dell'imputato, è quello di Bologna, che però non è idoneo per motivi di sicurezza. Sia la Procura generale che le parti civili hanno espresso parere contrario al rinvio e non ravvedono la necessità della presenza in aula di Bellini.
Bellini quindi farà dichiarazioni spontanee nella prossima udienza che è stata fissata il 13 marzo. In quella stessa giornata, la Corte d'Assise d'appello, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, scioglierà anche la riserva su alcune istanze presentate dai difensori dell'imputato, Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti. Tra queste, quella di una perizia su alcuni fotogrammi del video girato in stazione il giorno della strage dal turista tedesco Harald Polzer, in cui si vede, dietro all'uomo identificato come Bellini nel processo di primo grado, un'anonima donna il cui orologio da polso, secondo la difesa, segnerebbe le 12.15 o le 13.15, orari in cui l'imputato non poteva trovarsi in stazione, secondo la testimonianza dell'ex moglie. Oltre a questo, i legali di Bellini hanno chiesto che venga fatto un confronto in aula tra l'imputato e l'ex moglie Maurizia Bonini, che lo ha identificato come l'uomo ripreso nel video di Polzer, e che sia rintracciato Marco Ceruti, ex collaboratore del capo della P2, Licio Gelli. La Procura generale e le parti civili si sono opposte a tutte le istanze della difesa e il sostituto pg Nicola Proto ha definito "strumentale" la richiesta di una perizia sui fotogrammi del video di Polzer. La Corte ha disposto che Bellini venga portato in aula, alla prossima udienza, per rilasciare le sue dichiarazioni spontanee. Quest'ultimo ha fatto sapere di aver inviato ai giudici due lettere per integrare le dichiarazioni rese nell'udienza di mercoledì scorso.
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