E' cominciato ieri al tribunale di Genova con l'udienza preliminare per 47 imputati il cosiddetto processo "Morandi bis", scaturito dal secondo filone d'inchiesta sulle autostrade liguri dopo il crollo del viadotto del 14 agosto 2018. L'indagine riguarda i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria Bertè in A26 (30 dicembre 2019) e il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel. Le accuse, a vario titolo, sono di falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo colposo. Secondo gli investigatori della Guardia di finanza, coordinati dai pm Stefano Puppo e Walter Cotugno insieme all'aggiunto Francesco Pinto, i tecnici di Spea avrebbero ammorbidito i report sullo stato dei ponti per evitare i lavori. Era stato scoperto, inoltre, che le barriere fonoassorbenti montate su alcuni tratti autostradali erano difettose e si erano staccate causando problemi agli automobilisti. Il 30 dicembre 2019 era invece crollata una parte della volta della galleria Berte', in A26. Si erano staccate quasi due tonnellate di cemento che, fortunatamente, non avevano colpito mezzi in transito. Le due società Aspi e Spea sono uscite dall'inchiesta dopo avere patteggiato per questo filone circa un milione.
Fonte: Agi
Foto © Imagoeconomica
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Ponte Genova: al via processo ''Morandi bis'' sui falsi report
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