L'intervista dell'ex procuratore generale di Palermo al Fatto
L'ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore Roberto Scarpinato ieri, durante una seduta, ha dimostrato con rigore che il ministro della giustizia Carlo Nordio è il promotore di una "nuova politica criminale": "Io ho svolto una critica politica del suo operato. Lui ha dimostrato di non avere autocontrollo e di non saper gestire il proprio ruolo istituzionale che gli imponeva di restare in aula. Non ha mancato di rispetto a me, ma al Senato" ha detto Scarpinato in un’intervista al 'Fatto' riferendosi al risibile episodio dell'abbandono dell'aula da parte del governo e delle forze di maggioranza.
È questo dunque il desolante quadro che scaturisce dalla discesa in campo di una forza politica che tenta di costruire un "nuovo ordine politico e sociale antidemocratico". Per realizzare tale progetto serve un "ministro che si attivi per ricondurre l’ordine giudiziario sotto il controllo dei vertici politici; che dia impulso a una nuova politica criminale che adegui il sistema penale all’assetto classista della società. In questo contesto il ministro ha dato un importante impulso per la creazione di un doppio binario del sistema penale: uno minimo per i ceti privilegiati e uno massimo per tutti gli altri".
Difatti il ministro, ha continuato Scarpinato, "si è attivato per depenalizzare vari reati contro la pubblica amministrazione" con "la cancellazione dell’abuso di ufficio" e la legittimazione "dello sfruttamento del potere pubblico per fini clientelari". Oltre a questo vi è il conflitto di interessi: "Ha riabilitato tutti i 3.600 condannati per questo reato dal 1996 al 2020. Ha fortemente ridotto il raggio di azione del reato di traffico di influenze, ampliando così gli spazi di impunità per tanti faccendieri. Ha limitato in vari modi l’utilizzazione delle intercettazioni nelle indagini sui reati dei colletti bianchi sempre più spesso legati da segreti matrimoni di interesse con le mafie".
Inoltre "componenti del mondo politico e dell’establishment con la separazione delle carriere, con l’abolizione del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, con la modifica della composizione del Csm elevando da un terzo alla metà il numero dei componenti laici di nomina politica, con la restaurazione della gerarchia nella magistratura, perseguono un disegno organico di eversione dell’ordine costituzionale esistente, un ordine che ha uno dei suoi pilastri portanti proprio nella indipendenza della magistratura".
In conclusione è evidente che si sta andando verso la creazione di un "un ordine sociale che si fonda sulla concentrazione della ricchezza e del potere politico che ne consegue, in ristrette oligarchie insediate ai vertici della piramide sociale" ha detto l'ex procuratore generale di Palermo.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Imagoeconomica
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