Era l'anno scorso quando ad ANTIMAFIADuemila il Commissario Capo della Casa Circondariale di Ancona Nicola De Filippis aveva manifestato seria preoccupazione in merito alla grave mancanza di organico nella struttura di detenzione e ad oggi la situazione non è migliorata anzi. "Io sono ormai qui da sette anni come Comandante dell'istituto - aveva detto - e devo dire che in questi sette anni ho sempre lavorato con il 30 - 35 percento di carenza del personale. Mi spiego. Io dovrei avere 176 agenti e invece lavoro con 115 agenti, quindi meno 61 agenti.
D'altronde questo istituto è di primo livello e ospita trecentoquindici detenuti. Ma c'è anche un altro problema ed è che questo istituto accoglie anche i detenuti della provincia di Macerata. Dopo la chiusura della casa circondariale di Camerino per gli eventi sismici del 2017 noi accogliamo sia arrestati provenienti da Ancona ma anche quelli provenienti da Macerata, e questo comporta un ulteriore aggravio di lavoro".
La carenza di agenti e di personale specializzato ha prodotto nel tempo una situazione divenuta insostenibile e i disordini ne sono la dimostrazione: mercoledì poco dopo l'ora di pranzo, nell'area di passeggio di Montacuto, due giovani prigionieri, entrambi di origine tunisina, sono improvvisamente saliti sul tetto, situato a circa 4 metri d'altezza.
Gli agenti della polizia penitenziaria hanno tentato a lungo di instaurare un dialogo con la coppia di tunisini. Alla fine, uno di loro è sceso volontariamente dal tetto, mentre l'altro è caduto, alimentando l'ipotesi di una caduta volontaria. Immediatamente dopo la caduta, il nordafricano è stato prontamente soccorso dagli agenti e dal personale medico dell'istituto penitenziario. Successivamente, un'ambulanza inviata dal 118 è giunta sul luogo per il trasporto d'urgenza verso l'ospedale. Nonostante i traumi subiti durante la caduta, il giovane detenuto è rimasto cosciente durante il trasferimento al pronto soccorso di Torrette. Fortunatamente, non corre pericolo di vita.
L'episodio, come anticipato, si inserisce in un contesto di tensione che da tempo caratterizza il carcere di Montacuto: "Abbiamo trecento circa detenuti qui e cento circa a Barcaglione, e abbiamo appena sei funzionari giuridico - pedagogici rispetto agli otto - nove previsti", aveva dichiarato De Filippis. "E il nucleo di Ancona soddisfa anche le esigenze di Barcaglione per quanto riguarda le udienze e le visite specialistiche. È molto difficile riuscire a garantire il tutto con una carenza del 35 percento del personale”. Difatti “la gestione del carcere è diventata particolarmente difficile" e "il carcere aggrava anche situazioni di disagio psichico che non è malattia psichiatrica rilevante".
E poi ancora: "Il quaranta percento dei detenuti sono stranieri e quindi abbiamo difficoltà con le barriere culturali e linguistiche. E un buon 35 percento sono ex tossico dipendenti e presentano disturbi comportamentali.
Quindi la gestione dell'istituto è veramente molto difficile se consideriamo anche che è una realtà molto complessa ed eterogenea: c’è l'area sicurezza, di cui mi occupo personalmente, l'area sanitaria, l'area trattamentale e anche quella contabile. La polizia penitenziaria deve far fronte a numerosissimi eventi critici che si verificano quotidianamente: gesti autolesivi, gente che ingerisce la lametta, denti delle forchette, batterie, gente che si barrica in cella, risse o sopraffazioni del personale".
Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria sono chiamati a ponderare con la massima serietà le segnalazioni emerse da parte del personale della polizia penitenziaria, adottando tempestivamente le misure idonee per sanare la preoccupante carenza di risorse umane. Altresì, è imperativo che non si trascuri la valutazione più ampia della condizione delle strutture detentive nel loro complesso. La riflessione attenta su tali allarmi non solo rivelerebbe una consapevolezza critica della situazione attuale, ma anche una volontà proattiva di affrontare le questioni organizzative e strutturali, con l'obiettivo di elevare gli standard di gestione penitenziaria e garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali all'interno delle istituzioni carcerarie.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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