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"La ‘Ndrangheta è ancora potente. Lo Stato, che ha sicuramente fatto molto, può fare ancora di più investendo in questo territorio più uomini e mezzi: non è pensabile che lo sviluppo delle indagini a volte rallenti per mancanza di investigatori che possano predisporre le note investigative per l’autorità giudiziaria; non è pensabile che non si possano sviluppare compiutamente nuovi filoni investigativi che man mano si presentano nel corso di indagini già avviate".

Sono state queste le parole del procuratore della repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri in un'intervista rilasciata alla ‘Gazzetta del Sud'. La procura reggina ha avuto un anno di intenso lavoro, pensiamo ad esempio all'operazione 'Eureka' - coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo assieme al procuratore Bombardieri e ai pm Diego Capece Minutolo e Giovanni Calamita - che ha eseguita su richiesta della Dda ha svelato non solo i legami tra la "nostra" 'Ndrangheta ed i narcotrafficanti del Centro e del Sud America ma anche degli ingenti flussi finanziari che vengono prodotti e mossi dalla ‘Ndrangheta nel mondo.

Il distretto di Reggio Calabria, ha detto Bombardieri, vede "il concentrarsi delle cosche verso altre lucrose attività illegali, per tutte il narcotraffico internazionale, che è sempre il 'core business' della ’Ndrangheta": "Non è un caso - ha detto - che alcuni dei più importanti broker internazionali, che addirittura risiedevano stabilmente in Sud America, erano ‘ndranghetisti o comunque legati alle famiglie di ‘Ndrangheta. Pensiamo a Rocco Morabito, originario di Africo e arrestato in Uruguay dopo oltre 20 anni di latitanza; sempre in Uruguay evaso, poco prima di essere estradato, e riarrestato in Brasile, dove aveva proseguito nelle attività di narcotraffico internazionale. Detto questo, un dato è sicuramente rilevante: negli ultimi anni sono aumentati a dismisura i sequestri di droga al porto di Gioia Tauro, sino a giungere negli ultimi due anni a oltre 38 tonnellate di cocaina". Il magistrato ha sottolineato un dato emergente: recentemente le indagini hanno raccontato "di vere organizzazioni di portuali e funzionari infedeli, con propria autonomia funzionale, che si mettono a disposizione, di volta in volta, delle organizzazioni ‘ndranghetiste dell’intero distretto. Ma è importante osservare come ormai sullo scenario internazionale sono emersi altri nuovi protagonisti, italiani e stranieri (ad esempio, la criminalità organizzata albanese)", ha dichiarato.

Inoltre Bombardieri ha anche parlato del ruolo della società civile nella lotta alla 'Ndrangheta: "Se vogliamo che gli imprenditori denuncino, allora è fondamentale rivedere alcuni meccanismi di tutela economica, oltre che personale, di questi imprenditori che hanno fatto una scelta coraggiosa, e mi riferisco a quelli seri.
Sono rimasto colpito, poco tempo addietro, da un imprenditore che, nel corso di una manifestazione per la legalità e contro il ‘pizzo’, ormai quasi rassegnato raccontava come lui, che aveva denunciato, venisse considerato dal nostro sistema bancario ‘soggetto a rischio’, a differenza dell’imprenditore, magari ‘ndranghetista, che garantiva solvibilità"
, ha concluso.

Fonte: reggio.gazzettadelsud.it

Foto © Imagoeconomica

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