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Si conclude il processo del secolo nella Santa Sede, condannata a 3 anni e 9 mesi Cecilia Morogna. I legali del prelato fanno appello

Il Tribunale vaticano ha condannato in primo grado il cardinale Angelo Becciu a cinque anni e mezzo di reclusione al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato legato alla compravendita del Palazzo di Sloane Avenue, nel cuore di Londra. Oltre al carcere, Becciu è stato condannato a 8 mila euro di multa e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Becciu - assente al momento della lettura della sentenza - è stato ritenuto colpevole di tre capi di imputazione per peculato e truffa aggravata. E' la prima volta che un cardinale viene condannato in primo grado da un tribunale vaticano. La sentenza è stata pronunciata dal presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani. Si conclude così dunque, dopo quasi due anni e mezzo, il più lungo e intricato processo che la Santa Sede abbia mai conosciuto. Ottantasei udienze, compresa quella di oggi, nell'arco di 29 mesi (la data del rinvio a giudizio: 3 luglio 2021, di inizio processo: 27 luglio 2021). Oltre 600 ore trascorse in Aula, 69 testimoni ascoltati, 124.563 pagine cartacee e in dispositivi informatici e 2.479.062 files analizzati presentati dall'accusa, 20.150 pagine comprensive di allegati depositate dalla difesa, 48.731 dalle parti civili. Numeri alti che restituiscono l'ampiezza e l'accuratezza del dibattimento che il Tribunale vaticano ha voluto fossero sin dall'inizio la cifra del processo, definito il "century trial", il processo del secolo. 

"Rispettiamo la sentenza, ma certamente faremo appello perché chiaramente abbiamo la certezza che il dibattimento, almeno dal nostro punto di vista, ha dimostrato l'innocenza del cardinale Becciu. Leggeremo le motivazioni naturalmente", il commento a caldo dell'avvocato Fabio Viglione, legale del cardinale Becciu, subito dopo la lettura della sentenza di condanna. Dal canto suo, i difensori della Segreteria di Stato, Paola Severino, Elisa Scaroina e Daniela Sticchi esprimono "soddisfazione" per la sentenza pronunciata ieri dal Tribunale della Città del Vaticano "che riconosce la correttezza della posizione assunta dalla Segreteria di Stato in questo processo e il suo pieno diritto a vedere riconosciuta la grave lesione del danno di immagine subito per effetto delle condotte addebitate agli imputati". Anche Alessandro Diddi, Promotore di Giustizia dello Stato Vaticano che aveva chiesto 7 anni e tre mesi di reclusione, si dice soddisfatto. "Non esulto per il risultato ma stasera dormo tranquillo, non abbiamo mandato a giudizio innocenti. Quando ci sono questi processi - prosegue - non bisogna mai esultare per il risultato: chi fa il pubblico ministero non può essere felice per le condanne. Quello di cui sono soddisfatto è che il lavoro lungo e meticoloso ha retto nonostante le contestazioni che ci sono state mosse in questi anni: ci è stato detto che siamo degli incompetenti, degli ignoranti, ci è stato detto di tutto, in realtà il risultato ci dà ragione. E questo per me è l'unica soddisfazione". Molti dei reati dell’accusa hanno subito una riqualificazione. Degli oltre 73 anni di condanna chieste lo scorso luglio dal promotore di giustizia Alessandro Diddi, ne sono stati emessi circa 37. Monsignor Mauro Carlino è l'unico imputato assolto. Sanzioni pecuniarie pari a 1.750 euro per René Brülhart e Tommaso Di Ruzza, rispettivamente ex presidente e direttore dell’Aif (oggi Asif, Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria). A Enrico Crasso, ex consulente finanziario della Segreteria di Stato, il Tribunale ha inflitto una condanna di 7 anni di reclusione e una multa di 10mila euro, più l'interdizione dai pubblici uffici. Per il finanziere Raffaele Mincione la pena è di 5 anni e 6 mesi, la multa è pari a 8mila euro, più l'interdizione dai pubblici uffici. Per l’avvocato Nicola Squillace, con le attenuanti, un anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa per cinque anni. Per il broker Gianluigi Torzi 6 anni e 6 mila euro interdizione, più la vigilanza speciale per un anno. Per l’ex dipendente dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato, Fabrizio Tirabassi 7 anni di reclusione e 10mila euro di multa, con interdizione dai pubblici uffici. Tre anni e 9 mesi per la manager Cecilia Marogna, e interdizione temporanea per uguale periodo. Una sanzione di 40 mila euro per la sua società Logsic Humanitarne Dejavnosti. A carico del cardinale Becciu, di Crasso, Mincione e Tirabassi anche la confisca di 200 milioni e 500 mila di dollari americani "quale profitto dal delitto di peculato" e nei confronti del solo Mincione "quale cosa che servì a commettere i delitti di autoriciclaggio". Sempre a carico di Becciu, con Marogna e Logsic Humanitarne Dejavnosti D.O.O. la confisca di 589.400 euro quale profitto del reato di truffa aggravata. A carico di Becciu la confisca di 125.000 euro quale profitto del reato di peculato. 

Foto @ Imagoeconomica

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