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Continua il valzer sull’agenda rossa di Paolo Borsellino.
Come riportato da Salvo Palazzolo su Repubblica è spuntato un foglio che reca la firma di Arnaldo La Barbera, l’ex capo della squadra mobile di Palermo legato ai servizi segreti e al centro delle vicende che hanno riguardato il depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio. La relazione porterebbe la data del 20 luglio 1992, cioè il giorno dopo la strage: il capo della mobile aveva scritto che la borsa del magistrato assassinato e “un’agenda in pelle” li aveva consegnati al procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra.
Tuttavia, fa sapere Repubblica, nella procura nissena non vi è traccia di questa comunicazione.
Le carte sono ora citate nel provvedimento con cui la procura di Caltanissetta ha effettuato le perquisizioni a casa della moglie e di una delle figlie di Arnaldo La Barbera.
Alla mobile di Palermo, il 5 novembre, l’allora sostituto procuratore di Caltanissetta Fausto Cardella aveva eseguito un’ispezione sulla borsa di Paolo Borsellino, stilando un verbale: l’agenda rossa non c’era. Il pm Cardella aveva riportato che alcuni effetti personali del giudice ucciso in via d’Amelio erano dentro dei sacchetti, segno che qualcuno aveva già guardato dentro la borsa.
La procura diretta da Salvatore De Luca e i carabinieri del Ros stanno analizzando il materiale sequestrato nelle abitazioni della moglie e di una delle figlie del superpoliziotto.
Molte mani si sono mosse in quel 19 luglio: sicuramente la foto che ritrae l'allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli con in mano la valigetta è eloquente.
Tuttavia a distanza di trent'anni sono apparsi diversi testimoni: è notizia sui giornali per cui un funzionario di polizia, sentito qualche anno fa dalla Procura di Caltanissetta, avrebbe dichiarato di aver ricevuto la borsa di Borsellino da Arcangioli per poi portarla in Questura (un passaggio di consegne di cui per oltre trent'anni mai nessuno ha parlato).
Anomalie che proseguono con la relazione di servizio, scritta dall'agente Francesco Paolo Maggi, consegnata solo nel dicembre 1992 alla Procura nissena, in cui sosteneva di avere preso lui dalla macchina di Borsellino la borsa e di averla portata su indicazione di un suo superiore nell’ufficio del dirigente La Barbera. Il sottufficiale Francesco Maggi, che aveva portato la borsa da via d’Amelio nella stanza del capo della squadra mobile, ci mise tre mesi e mezzo per fare la sua relazione. Cioè solo quando il pm Cardella chiese conto e ragione di cosa era avvenuto il pomeriggio della strage.

Fonte: palermo.repubblica.it

Foto © Imagoeconomica

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