La Polizia di Stato, nelle città di Bari, Cagliari, Benevento, Siracusa, e Teramo, ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Sezione G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, nei confronti di otto persone, ritenute responsabili, a vario titolo, in base agli elementi acquisiti nel corso delle indagini, di due omicidi, porto e detenzione di armi da guerra e di armi comuni da sparo. Gli omicidi sono stati consumati nel 2017, nel quartiere Japigia di Bari. Si tratta di delitti aggravati dal fine di agevolare l'attività dell'associazione di tipo mafioso di cui erano sodali. I dettagli dell'operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa programmata per le ore 10.30, presso la Procura della Repubblica di Bari.
Sono otto i pregiudicati arrestati dalla polizia di Stato di Bari nel capoluogo pugliese, ma anche a Benevento, Cagliari, Siracusa e Teramo, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. I destinatari sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di due omicidi, di un tentato omicidio, di porto e detenzione di armi da guerra e di armi comuni da sparo, di favoreggiamento e ricettazione, consumati nel 2017, nel quartiere Japigia di Bari. I delitti sono aggravati dal fine di agevolare l'attività dell'associazione di tipo mafioso clan Palermiti, operante nel quartiere Japigia di Bari, di cui erano sodali. Grazie all'indagine si è fatto luce sull'omicidio del 40enne Francesco Barbieri, commesso la sera del 17 gennaio 2017, e del 29enne Nicola De Santis, consumato il pomeriggio del 12 aprile dello stesso anno. Barbieri, mentre era alla guida della propria autovettura, fu avvicinato da due sicari in sella a uno scooter e freddato con cinque colpi di pistola, nei pressi del liceo 'Salvemini', in via Prezzolini. Dalle indagini è emerso che la vittima era a capo di una prosperosa e ramificata rete di spaccio di cocaina. Per anni, aveva acquistato la droga dal clan Palermiti, senza essere formalmente affiliato a quella organizzazione criminale. Circa un mese prima di essere vittima dell'agguato, aveva iniziato a rifornirsi di cocaina da un altro gruppo criminale, riferibile a Antonio Busco, anch'esso operativo nel quartiere Japigia. Il gruppo criminale di Busco, non tollerò l'affronto e la sera del successivo 6 marzo, in una traversa di via Peucetia, portò a termine la propria vendetta, assassinando, a colpi di arma da fuoco, il 39enne Giuseppe Gelao, e ferendo gravemente Antonino Palermiti. Sia il gruppo dei Parisi sia quello dei Palermiti decisero di fare terra bruciata intorno al gruppo di Busco, organizzando un eclatante agguato, per eliminare i componenti della compagine.
Tre sicari, muniti di altrettante pistole e di un fucile mitragliatore kalashnikov, si appostarono in casa di un complice, agli arresti domiciliari, in attesa del momento più opportuno per agire. Altri tre sodali, muniti di radioline, si appostarono sui terrazzi delle rispettive abitazioni, con il compito di segnalare, al commando armato, la presenza degli obiettivi. Il pomeriggio del 12 aprile, ricevuta la segnalazione della presenza dell'intero gruppo Busco in via Archimede, i tre sicari, lasciata l'abitazione del complice, a bordo di un'Alfa Romeo 147 rubata, già pronta per l'uso, raggiunsero le potenziali vittime ed esplosero decine di colpi di arma da fuoco, utilizzando le quattro armi a loro disposizione. De Santis, tra gli obiettivi, tentò la fuga in moto, inseguito dall'Alfa Romeo. Anch'egli era armato di pistola, ma non riuscì a rispondere al fuoco: i sicari lo freddarono nei pressi del "Salvemini", tanto che un proiettile infranse anche una finestra dell'aula del liceo. Il commando, poi, raggiunse una campagna, in provincia di Bari, e con l'aiuto di un sodale del gruppo criminale, diede alle fiamme l'auto utilizzata per l'agguato e gli abiti indossati, tagliando e sotterrando le armi impiegate sia per l'omicidio De Santis, sia Barbieri. Per l'omicidio di Gelao e il tentato omicidio di Palermiti, il 26 ottobre scorso, Brusco è stato condannato all'ergastolo con l'aggravante mafiosa dalla Corte di Assise di Bari.
Fonte: Agi
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