Matteo Messina Denaro per mesi si sarebbe recato regolarmente a casa di Lorena Ninfa Lanceri e del marito Emanuele Bonafede. È quanto sta emergendo dal processo attualmente in corso con rito abbreviato a carico dei due coniugi. Il capomafia avrebbe cenato varie volte nella loro casa a Campobello di Mazara e per mesi, i due, avrebbero coperto la latitanza del boss, deceduto lo scorso 25 settembre.
Per Lorena Ninfa Lanceri, arrestata il 20 marzo, sono stati chiesti 12 anni di carcere al gup, mentre per il marito Emanuele Bonafede 6 anni. La requisitoria è stata formulata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Pierangelo Padova e Gianluca De Leo. Gli imputati avevano negato di sapere che dietro quel "Francesco Salsi", come si sarebbe presentato il boss di Castelvetrano, potesse nascondersi invece quello che in quel momento era uno dei latitanti più ricercati. La Procura non ha mai creduto a questa versione. E, a smentirla, sono anche alcuni pizzini ritrovati dopo l’arresto di Messina Denaro in cui emergeva il rapporto particolare tra il boss e Lanceri, che gli scriveva tra l'altro: "Il bello nella mia vita è stato di incontrarti... Penso che qualsiasi donna nell'averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini".
Inoltre, le telecamere piazzate dal Ros di Carabinieri davanti all'abitazione della coppia avevano immortalato Matteo Messina Denaro che entrava ed usciva regolarmente dalla loro abitazione.
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