Il procuratore di Napoli ospite del giornalista Gramellini: “Ai ragazzi servono esempi. La scuola sembra un progettificio”
“Da poco sono alla Procura di Napoli dopo sette anni a Catanzaro. La cosa più bella che mi porto dalla Calabria è quella di aver dato, assieme alle forze dell’ordine, speranza e fiducia nel futuro. Unico problema: non siamo bene organizzati, ma viaggiamo in ordine sparso, mentre le mafie, i centri di potere e le massonerie deviate sono compatti e ben organizzati”. Lo ha spiegato il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, durante il suo intervento alla trasmissione di La7 “In altre parole”. Durante la puntata presentata dal giornalista e scrittore Massimo Gramellini, il procuratore Gratteri ha spiegato che in Italia, negli ultimi anni, c’è stato un forte abbassamento del livello morale collettivo. “A partire da ‘Tangentopoli’ ho notato un forte abbassamento del livello morale ed etico. Un tempo, quando si riceveva un avviso di garanzia, ci si vergognava ad uscire di casa. Oggi, ci si è assuefatti - ha puntualizzato - e non c’è più vergogna”. Pure in altri paesi avvengono i reati, e la percezione che alcuni cittadini hanno, mentre ostentano la propria spregiudicatezza, può variare in modo considerevole in base a diversi fattori socio-culturali. Tuttavia, in Italia, determinati reati sembrano essere molto più accentuati nonostante l’esistenza di un “sistema giudiziario molto più invasivo rispetto al Centro e Nord Europa”. Basti pensare al limite del contante. “In Italia il limite è di 2mila euro - ha spiegato Gratteri - mentre nel resto d'Europa nemmeno esiste il limite del contante, ma solo una direttiva europea che invita gli Stati a non consentire transazioni economiche superiori ai 10mila euro in contanti; immaginate quante ‘mazzette’ si possono pagare. Le regole in Italia sono più stringenti rispetto al resto d’Europa. La Germania - ha proseguito - in questo momento è il Paese con più alta densità mafiosa dopo l’Italia”.
Questione di credibilità
Le ricerche eseguite negli ultimi anni da Eurispes hanno evidenziato un calo di fiducia piuttosto generalizzato che gli italiani hanno sia nei confronti delle istituzioni che del sistema giudiziario. Recentemente, Gratteri è intervenuto più volte per criticare pesantemente le ultime riforme della Giustizia; riforme che rischiano di aumentare ulteriormente le distanze tra la giustizia e i cittadini. Purtroppo, secondo il procuratore di Napoli, anche la magistratura non è esente da questo drammatico calo di fiducia. “Come magistratura, siamo ai minimi storici. Forse siamo arrivati al 36% di credibilità. Dopo il caso Palamara - ha ribadito - bisognava avere il coraggio di sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura. Così facendo, forse la gente avrebbe capito l’intenzione di voler voltare pagina sia sulla giustizia che su tutto quello che ruota attorno alla sua struttura. Anche le correnti all’interno della magistratura sono viste con sospetto da molti cittadini.” - prosegue - “Sussiste, inoltre, un difetto di comunicazione da parte dei magistrati. Spesso vengo criticato perché parlo in televisione, ma proprio durante le trasmissioni televisive è possibile fornire spiegazioni chiare rispetto alle complessità del linguaggio tecnico-giuridico”.
La contemporaneità delle mafie
“Le mafie sono molto più contemporanee di noi. Oggi, possono farsi costruire da hacker esperti delle piattaforme per comunicare tra di loro. Noi, a differenza dei francesi, dei tedeschi, oppure degli olandesi, non siamo ancora riusciti a bucare questo sistema di comunicazione. Questo significa che negli ultimi decenni, in Italia, non sono stati fatti investimenti sulla tecnologia, mentre il futuro delle mafie è il web e il dark web: nuovi strumenti utili per commettere altri reati”. Del resto, come ha scritto lo stesso Nicola Gratteri insieme al saggista e docente universitario Antonio Nicaso nel loro ultimo libro “Il Grifone” (ed. Mondadori), la 'Ndrangheta, così come le altre organizzazioni criminali, si stanno adattando ai principali cambiamenti socio-economici che hanno accompagnato l’onnipresenza del digitale nella vita di ciascun individuo. Un cambiamento epocale che ha consegnato alla criminalità organizzata la capacità di poter investire su scala globale.
Poiché il mondo online, in particolare i social media, rappresentano il nuovo campo di battaglia della comunicazione per la criminalità organizzata, nonché luogo ideale per ostentare ricchezza e potere, Gratteri non si limita solo a partecipare ai programmi televisivi. Quando possibile, il noto magistrato si impegna anche a visitare le scuole per sensibilizzare i giovani, i più esposti ai rischi della criminalità organizzata. “Abbiamo trasformato le scuole in progettifici - ha spiegato Gratteri - di conseguenza si ha meno tempo per insegnare materie come italiano, storia, matematica e filosofia. Per questo motivo mi reco nelle scuole al pomeriggio e comunico con i giovani iniziando dai soldi e dalla non convenienza a delinquere. I soldi rappresentano per me il primo approccio con i ragazzi, perché se inizio a parlare spiegando altri concetti come la legalità in genere, dopo soli tre minuti inizierebbero a giocare con i telefonini o tra di loro. Bisogna parlare il loro linguaggio - ha precisato - essere contemporanei a loro. Se riesco ad attirare l’attenzione dei ragazzi, successivamente e in maniera graduale, provo a elevare il discorso. Purtroppo l’approccio è medio-basso, perché esiste un decadimento di valori notevole”. E ancora: “Bisogna seguire i propri figli, soprattutto parlare con loro. Per combattere la ‘Ndrangheta ho parlato poco con i miei figli, ma l’ho fatto. Con loro ho provato soprattutto a dare il buon esempio attraverso la coerenza. Sono fortunato perché mia moglie li ha seguiti moltissimo, mentre io sono stato per loro un modello, e lo so perché oggi me lo dicono”.
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